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I pini e gli abeti circondano il campo di battaglia, il color verde smeraldo degli aghi viene illuminato dalla luna fino a diventare simile a vetro, le nuvole formano figure sempre più particolari e le creste delle montagne interrompono il monotono color blu del cielo con qualche accenno ai ghiacciai. Sarebbe un paesaggio da fotografia se non fosse per la situazione in cui mi trovo. L'unica lacrima caduta si è asciugata subito per via del lieve vento e i ricordi positivi sono stati spazzati via per far spazio a rabbia e determinazione, necessarie per sopravvivere in battaglia. Il pelo dei lupi è rischiarato dalla luna e la mia vista mette a fuoco ogni dettaglio di quel branco di canini brillanti e artigli possenti che non vedono l'ora di tagliarmi la gola. Il branco si divide in due parti e dal centro della spaccatura emerge un lupo: questo è più possente degli altri, il pelo scuro come ebano e gli occhi saggi ma stanchi brillano nel mezzo di un muso ormai anziano. Viene verso di me con andatura leggera ma decisa e mi fa capire chiaramente che si tratta del capobranco. Essendo sicura di me, faccio qualche passo avanti anch'io e sfoggio un sorriso fiero di me stessa quando noto che qualche lupo più giovane ha arretrato leggermente. Tutti i miei tentativi di dimostrarmi all'altezza della situazione non sembrano intimorire affatto l'alfa che, al contrario, si impettisce ancora di più e avanza ulteriormente. Un ringhio esce dal suo muso e si propaga tra i membri del branco che, obbedendo agli ordini, iniziano a corrermi incontro minacciosi. Non arretro, tengo saldi i nervi e ripenso alla situazione dei miei amici: loro hanno contano su di me. Tento di difendermi nuovamente con una semplice barriera, ma stavolta il numero degli artigli è maggiore e la forza esercitata dalle zampe frantuma il vetro in schegge piccolissime spargendole sull'erba come era accaduto durante lo scontro precedente. Andando in fumo questa semplice magia decido di aumentare il livello di potenza e resistenza dei miei incantesimi e sono molto felice di aver intensificato i miei allenamenti nell'ultima settimana; ripenso ancora alla voce di mia madre, Coraline, durante gli esercizi <Non puoi mai sapere quando ti servirà...>.

Detesto dirlo, come ogni figlio che si rispetti, ma mia madre aveva ragione! Lancio qualche colpo infuocato contro i lupi ma la loro velocità impedisce ai colpi di raggiungerli e questi ultimi non fanno altro che incenerire quale abete nelle vicinanze. Quando sto per lanciare un altro incantesimo mi rendo conto che il branco si è decimato, ma io non ho colpito nessuno e neanche un "giocatore" ha abbandonato il campo di battaglia. Temo il peggio e il mio pensiero si trasforma in realtà in una maniera spaventosa. L'albero dei ragazzi è stato raggiunto dalla maggior parte delle belve ed io, troppo impegnata a combattere gli altri, non mi sono accorta di nulla. La barriera regge senza problemi ma è come se il vetro fosse diventato gomma e, ovviamente, questo materiale non oppone molta resistenza contro gli artigli. Istintivamente dalle mie mani partono delle fruste violacee che scagliano via i nemici in modo così violento da non far sopravvivere nessuno e illuminano l'albero giusto il tempo per potermi accertare che nessuno dei miei amici si sia fatto male. Sollevata dal fatto che sono tutti illesi e che metà branco è stato eliminato mi giro per preparami al resto della battaglia. Un rumore lieve alle mie spalle però mi spinge a voltarmi nuovamente verso l'albero giusto il tempo di vedere una maledetta creatura pelosa che attraversa il rivestimento gommoso e trascina giù il corpo martoriato di Juliette. Marcus tiene fra le braccia Adeline che tenta disperatamente di liberarsi e di saltare giù, anche lei, per recuperare il corpo di Jul. La rabbia mi pervade completamente e, come se esistessimo solo io e quell'orrenda bestia, mi lancio contro il suo corpo lasciando uscire tutta la collera da ogni singola vena del corpo. Riesco ad allontanare la ragazza dai canini lucenti, a pochi centimetri dal collo, e a trasportarla sull'albero dove si trovava prima ma in cambio mi procuro un bello squarcio sull'avambraccio sinistro. I denti tagliano la pelle, lo strato di carne sottostante e raggiungono una vena facendo riversare tutto il liquido fino al polso, un dolore lacera l'animo come i denti del lupo. Purtroppo, grazie alle conoscenze che Marcus mi ha trasmesso, sostengo che non mi resti più di un'ora di vita se non medico e non sigillo la ferita con qualche erba medicinale, ma non c'è più tempo per distrarsi.

Da sopra l'albero capisco che il fratelli hanno intuito ciò che sto pensando di fare e forse è per questo che improvvisamente mi ritrovo Adeline difronte. <Sali immediatamente sull'albero! Stai zitta e non provare a replic...> non riesce a finire la frase perché una vampata di fuoco verde esce dalle mie mani e lei si ritrova nuovamente sui rami del pino, accanto al corpo di Juliette, da dove sento provenire insulti di ogni genere. Il tempo scorre, la morte si avvicina, il dolore aumenta, il sangue brucia sulla pelle. Per fare in modo di rendere inoffensivi i miei amici, una bolla simile alla precedente compare attorno a Marcus e alla sorella, che tenta invano di scendere dall'albero; lancia calci e pugni contro la gomma, pronuncia parole confuse di cui inizialmente non capisco il significato ma poi, quando stringe la mano del compagno, tutto si fa chiaro: stanno pronunciando un contro-incantesimo. Il panico di dover combattere anche contro di loro si fa strada dentro di me ma stranamente nulla dissolve lo strato magico e ora che sono finalmente al sicuro, posso occuparmi del branco. Le spiegazioni di mia madre sulle creature magiche malvagie mi tornano utili e se esco viva da qui, anche se non penso proprio, glielo voglio assolutamente dire. Il branco non aspetta più. È giunta l'ora. Sono pronta e abbastanza lucida. Per mezz'ora ringhi, lampi, sferzate di artigli e incantesimi vari si alternano nel bosco dove si svolge la battaglia, la luna inizia a scendere e il peso della morte inizia a farsi sentire sulle spalle. Il capobranco avanza tra i corpi esanimi dei suoi simili e riesco a riflettermi nei suoi occhi grandi e neri come l'oblio, mentre si avvicina; il braccio pulsa e brucia come fuoco, ma quando si aggiunge il mal di testa lancinante capisco che la mia ora è arrivata.

Rivolgo un ultimo sguardo ai miei amici, ai miei Fratelli.

All'improvviso una strana forza si propaga dentro me dalla punta dei capelli fino alle dita, che iniziano a tremare come se avessi i brividi; nelle mani compaiono delle scintille argentate, le avvicino come per proteggerle ma si respingono come cariche negative, aumentano per quantità e non riesco più a trattenerle. Inizio a lanciarle e con estrema precisione centro tutti i lupi che mi si parano davanti. La sensazione di adrenalina mi pervade come la scossa ma in realtà sento il corpo che vorrebbe crollare sull'erba per il troppo sangue perso.

Un secondo dopo restiamo solo io e il capobranco; le scintille hanno eliminato tutti i membri del branco e poi sono sparite. Nelle mani compaiono dei fuochi fatui, quelli che in genere svolazzano leggeri sui corpi dei morti e le mie ultime forze vengono tirate via dal corpo, come pesci dal fondale, quando gli spiritini si sollevano dai palmi delle mani e aggrediscono lentamente l'alfa sollevandolo da terra e strappando via da quel corpo possente e peloso tutte le energie vitali. La belva, esanime, cade a terra con un tonfo, proprio come me.

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