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La biblioteca è il mio posto preferito perché la maggior parte delle volte che qualcuno mi cerca, ma io non voglio essere trovata, nessuno pensa di andarmi a cercare li. I libri per me sono un modo per sparire (anche letteralmente, visto che l'incantesimo di invisibilità l'ho imparato in biblioteca) e passerei tutta la vita a leggere, se non fosse per delle responsabilità di cui mi sono incaricata. Evidentemente però non dimostro apertamente questa passione perché, secondo tutti, li dovrei odiare...ma dove trovano gli spunti per queste sciocchezze?! Dopo esser stata in vacanza per tre mesi a Maghiai, la città che ospita la più grande biblioteca di tutto il mondo magico, sono letteralmente impazzita per la lettura. Tutto in città è basato sui libri, persino gli edifici, e la biblioteca consiste in ben ventuno stanze ottocentesche occupate da oltre nove milioni di volumi e testi vari. Alcuni maghi che hanno studiato nella biblioteca della capitale, Edetenderis, dicono che neanche li si abbia così tanto materiale di ricerca. Io, personalmente, non sono mai riuscita a verificarlo di persona purtroppo. Riguardo Maghiai si narrano, da secoli, storie che vengono paragonate a leggende,  per la bellezza e la ricchezza della libreria, tanto che alcuni anziani credono addirittura che non sia reale. Dopo esserci stata di persona però posso affermare che è davvero mitica, azzarderei epica. Dalla biblioteca del mio istituto, invece, non c'è d'aspettarsi una sala enorme, piena di scaffali e libri in ordine alfabetico perché sembrerebbe più da "La Bella e la Bestia". Visto che però non viviamo in una favola, non bisogna sognare ad occhi aperti. La biblioteca del campo Firefly è una stanzetta abbastanza stretta che però si estende in altezza perché è collocata in una delle torri dell'edificio principale, dove c'è anche l'infermeria; molte scale, alcune anche a chiocciola, seguendo gli scaffali, spesso si intersecano tra loro rendendo la biblioteca un labirinto di scalini. Il loro colore rossastro diventa più lucente quando il semplice legno di ciliegio incontra alcuni spiragli di luce che entrano, con difficoltà, dalle piccolissime finestrelle. I vetri stretti e piccoli lasciano entrare solo alcuni raggi solari che, rimbalzando sui granelli di polvere e sulle scale, creano fasci di luce particolari e intrecciati. Sugli scaffali sono riposti una quantità indefinita di libri (nessuno li ha mai contati) su qualsiasi argomento e sono stati accuratamente suddivisi in base all'importanza dei loro testi: i volumi meno importanti sono ai primi piani mentre i più ricchi occupano la cima della torre, così che, in caso di furto, siano più difficili da raggiungere.

Non vedo l'ora di entrare, chiudere il cancello e dire bye-bye a tutti. Purtroppo però quello è ancora un sogno lontano perché il ferro del cancello mi aspetta immobile alla fine del corridoio mentre mia madre, Marcus ed Adeline, alle calcagna, sono sempre più vicini. Il fiato inizia ad accorciarsi perché non mi sono ripresa per niente dall'incidente, ma sono sicura di poter arrivare fino all'entrata per poi sigillarla magicamente. La serratura scatta dietro le mie spalle e loro restano bloccati dall'altra parte; occhi arrabbiati e sconvolti mi fissano pregandomi di farli entrare, ma non mi lasco intimorire, non ora. <Sciogli immediatamente questo incantesimo o quando uscirai non so cosa ti farò!> mia madre è davvero furiosa, ma anche io lo sono a causa del suo tradimento <Chi ti ha detto che uscirò?>. La sua mano si allunga verso di me per afferrarmi il braccio ma io sono più veloce di lei e balzo indietro: wow sono migliorata in meno di un quarto d'ora! Le dita le brillano perché sta per attaccare ma il cancello in argento è stato costruito dai fabbri con l'intenzione di fungere da scudo contro la magia: il suo sarà un inutile tentativo. Gli artigiani studiarono un modo per far si che, in caso di attacco, i libri non potessero essere teletrasportati o danneggiati. Purtroppo, allo stesso tempo, non potrò usare nessun trucchetto per trovare il libro che mi serve perciò è meglio che io mi dia una mossa, prima che gli altri trovino un modo per entrare. Corro verso la scala anche se le gambe si lamentano per lo sforzo ed inizio a salire i gradini. Arrivata più o meno a metà, riesco a scorgere le copertine dei volumi più grandi, così faccio una pausa. Il Libro, che voglio consultare io, è probabilmente il fondamento della collezione perché è veramente antico e importante. Nessuno deve sapere che lo sto cercando, tantomeno i miei genitori. Appena riinizio la scalata verso l'alto, all'incrocio tra due rampe, vado a sbattere contro qualcuno. Quel qualcuno è alto, magro e muscoloso, molto simile a Marcus, ma i capelli sono di un bel castano con riflessi biondi e non hanno neanche un capello colorato: Cristian. <Dove vai in reggiseno e pantaloni del pigiama? Ti sembra questo l'abbigliamento adeguato per entrare in biblioteca?> i suoi occhi si fissano su di me e posso assicurarvi che sono veramente uno schianto; sono gli occhi più belli e particolari di tutto il modo perché, contemporaneamente, possono essere: ambrati, celesti, grigi e verdi. Questo colore "magico" rende ancora più marcate le sue espressioni, infatti quella confusa che ha ora è veramente evidente, ma pian piano di rasserena e diventa più divertita che perplessa. <Avevo sentito che eri quasi morta, perciò non pensavo che solo quattro giorni dopo ti avrei rivista...e soprattutto non seminuda. Sei sicura di stare bene?> faccio un sorriso sommesso e lui mi da la sua felpa blu <Grazie ma non c'era bisogno perché sto benissimo...> la sua espressione preoccupata mi fa andare al sodo. <Sto scappando da mia madre perché mi vuole mettere sotto processo e..> ma lui mi interrompe <Forse non dovrei dirtelo ma...> prende fiato come se stesse ancora decidendo se continuare o no <Se tua madre ha scoperto ciò che è successo durante la tua "fuga" è stata colpa mia perché devi sapere che mi ha convocato proprio per leggerti nella mente.> la mia espressione sconvolta è così evidente da riflettersi nei suoi occhi arcobaleno. <So che non avrei dovuto ma tua madre era davvero preoccupata per te e sapeva che se ti avesse chiesto come fossero andate le cose tu le avresti mentito, perciò è venuta da me.> non riesco più ad ascoltarlo così mi sfilo la felpa e gliela restituisco freddamente <No, hai ragione, non avresti dovuto...e io non sarei mai dovuta scappare. Ora sono in questo disastro per colpa mia, Juliette è rimasta ferita per me, Marcus ed Adeline hanno rischiato la loro vita... non vedo l'ora di leggere quel maledetto libro così saprò cosa fare una volta per tutte. A volte però fare la cosa giusta non è sempre la cosa migliore> ora è lui quello sconvolto, ma ci faccio poco caso perché ho già ripreso a correre. Le dita di lui si serrano intorno al mio polso e io sono costretta a tornare indietro. <Cos'hai intenzione di fare?> mi chiede Cristian <Prendere un libro in prestito e andarmene.> Le dita si rilassano ma non ancora abbastanza per permettermi di fuggire. A questo punto però mi viene in mente una cosa... <Non le hai detto nulla dei fuochi giusto?> se voglio andare a fondo di quella storia, devo vederci chiaro su ogni minimo dettaglio, ma evidentemente qualcosa non torna <Ma di cosa stai parlando? Di quali fuochi parli?> la sua espressione confusa blocca anche me <Non li hai visti nella mia testa?> <No. Ed è di questo che ti volevo parlare...> un clic risale la scala e per istinto mi sporgo a vedere cosa succede: tutto tranquillo. <Va bene però corri perché avrei una certa fretta> dico indicando il cancello <Quando sono entrato nella tua mente c'era un incantesimo di blocco perciò la maggior parte della verità non la so neanch'io, tu me lo hai impedito...quindi tua madre non sa quasi nulla. E ovviamente non le ho riferito nulla del blocco.> Sono abbastanza sollevata dalle sue parole ma allo stesso tempo impaurita perché non so cosa sa mia madre di preciso <Io le ho detto della battaglia, dell'incidente di Jul e basta> <Non ti devi preoccupare perché tua madre sapeva solo le prime due cose, mentre delle altre ho detto "non si vede nulla perché evidentemente è svenuta". Tua madre sa questo.> <Stamattina ho sentito una brezza. Quando le ho detto che era un incantesimo, lei mi ha detto che era vero perciò dopo che tu hai frugato nella mia testa, deve esserci entrato anche qualcun altro. Sono sicura.> <Che io sappia no...> viene interrotto dal suono della serratura che stavolta scatta veramente <Alle nove in camera mia. Ti spiegherò tutto, promesso. Ma ora corri.> mentre fuggo nuovamente mi giro e gli faccio intendere un "grazie" che lui ricambia con uno "smack" al volo. Sento mia madre blaterare hai piani più bassi su come acchiapparmi ma ormai sono quasi arrivata; solo due gradini e sarei stata libera. Quando raggiungo la cima della torre mi accorgo, e sarebbe stato impossibile non farlo, di quanto il volume sia pesante e, purtroppo, difficile da nascondere; fogli ingialliti come le pagine sporgono dall'orlo, la copertina non è particolarmente ricca come ce la si aspetterebbe da un libro così importante, ma comunque non passa inosservata, e la scritta in corsivo elegante, proprio nel centro, incuriosisce solamente di più il lettore. Non potrebbe andare peggio. Lo afferro dallo scaffale e lo tengo in mano per qualche secondo finchè mia madre non mi raggiunge e mi afferra per un braccio. Senza sapere cosa sarebbe successo poi, stringo ancora più forte il libro al petto, vedo una scintilla esplodere davanti ai miei occhi e tutto farsi scuro, avverto la sensazione di trovarmi in un tornado e infine, come se non bastasse, batto la testa contro qualcosa, qualcosa di...morbido? Un cuscino...


#SPAZIOAUTRICE
Ok, sappiamo che Cecy inizia ad essere un po' più fortunata. Stavolta ha colpito un cuscino... sarà una fortuna oppure no? Commentate e fatemi sapere cosa pensate.
A proposito di Cristian invece? Antagonista o no? Simpatico veramente oppure solo "finto"?
Vi lascio in sospeso ok?
Al prossimo capitolo. Ciao!!!!!

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