Fin da piccoli ogni bambino ha sempre immaginato come sarebbe stato da grande, ha sempre immaginato la sua famiglia, la sua casa, l'abito bianco e chi sarebbero stati i loro amici.Nella tenera età i bambini pensavano a diventare astronauti, supereroi, ballerine, cantanti, spie, modelle e tutto quello che di più assurdo esiste.Ebbene io non sono mai stata uno di quei bambini il mio primo lavoro, il mio primo obbiettivo, era essere un avvocato, uno di successo con fama e potere. Poi tutto cambiò, forse sono stata influenzata dai film, o forse ho capito che cosa mi elettrizzava, ovviamente la chirurgia, il sangue non mi è mai stato nemico, o meglio non mi rendevo conto che quella sostanza che prima non riuscivo nemmeno a guardare in realtà mi chiamava a sé.
Non ho mai sognato una famiglia, non ho mai sognato il matrimonio, e tantomeno delle bestie bavose che mi correvano intorno e non mi permettevano di rilassarmi. Nel profondo ho sempre saputo che non sarei potuta essere una persona ordinaria, ho sempre saputo che la vita non va rincorsa, bisogna prendere in mano le redini del proprio destino, anche se fa paura.Guardavo il mio futuro e non vedevo il buio o la paura o l'incertezza; io nel mio futuro ci ho sempre visto chiaro, ho sempre puntato ad un obbiettivo e quando lo raggiungevo ne trovavo un altro, perché io ho sempre comandato la mia vita.
Ovviamente non tutto ciò che ci proponiamo è raggiungibile, a volte si sfiorerà l'obbiettivo, a volte si centrerà, tutto quello che so e che non si deve mai smettere di guardare oltre.Se si pensa ai nostri obbiettivi da piccoli erano assurdi, per la maggior parte di noi almeno, ma ci sono sempre delle persone che vedono le possibilità concrete, fin da subito.
Quando si diventa grandi, i nostri obbiettivi non sono poi tanto diversi, tutti ci aspettiamo la stessa cosa fama, successo e grandezza e solo chi l'ha assaggiata sa che è come una droga, tutti desideriamo lo studio ovale, il problema e che nessuno di noi lo può controllare.Da grandi vi è anche un'altra problematica, i nostri obbiettivi non sempre sono nobili perché il potere soggioga tutti, anche le menti più forti e pure, perché nessuno di noi è immune, tutti desiderano qualcosa.Tutti avranno sentito dire almeno una volta nella vita "attento a ciò che desideri", chi lo dice lo fa anche per ricordarlo a se stesso e per mettere in guardia chi non conosce il magnetismo del potere.
Ogni persona è fatta da due cose aspettative mancate e pessimo tempismo, quando si inizia a scalare la piramide sociale ad ogni gradino si perde qualcosa, una parte di quello che si era, quindi se dovete salire in cima aspettate il momento giusto, anche se non esiste.Tutti noi ci poniamo degli obbiettivi leggermente superiori alle nostre possibilità, tutti noi pensiamo di essere qualcosa in più, tutti noi pensiamo di essere speciali, di essere l'eccezione, nessuno vuole essere ordinario.Alcuni di noi hanno avuto la fortuna di raggiungere i propri obbiettivi, anche grazie a dei grandi supporti, molti di noi hanno delle persone che gli stringono la mano a qualunque costo, essere appoggiati e capiti da una marcia in più, il massimo e trovare qualcuno che creda in te, che creda in quello in cui credi anche tu.Altre persone non sono così fortunate invece, la maggior parte si trova sola e non sempre riuscirà a stare sullo sterrato, essere soli, non avere nessuno che crede in te è pericoloso. Nessuno sarà lì a rialzarti, nessuno ti darà la famosa pacca sulla spalla, nessuno ti salverà da te stesso.
La cosa invece più brutta avverrà quando raggiungerai i tuoi obbiettivi, ma ti girerai e nessuno sarà lì con te perché durante la tua ascesa li ha abbandonati, o peggio ancora ti hanno abbandonato.
Raggiungere un obbiettivo non è facile, ma è peggio quando si capisce che nel frattempo ti sei perso, che tu ora non hai più niente perché hai dato tutto ciò che eri.
La sfida per raggiungere i propri obbiettivi è eccitante, ti tiene sveglio la notte, si elabora, si dovrà sgomitare, non è tutto semplice e naturale, a volte si faranno cose orribili, per mesi non ci si guarderà mai indietro, perché la corsa per arrivare in cima è spietata e tu lo devi essere ancora di più.
La sera ti guarderai allo specchio, sempre che ti sia concesso, e se riuscirai a guardarti negli occhi e vedere la scintilla, forse non sei stato ancora ingannato dal potere, invece se vedrai lo sguardo spento o non riuscirai a guardarti, sappi che fa parte del gioco, niente cade dagli alberi alcune cose bisogna prenderle, con ogni mezzo.
La battaglia per diventare qualcuno non sarà facile, gli eroi non sono ricordati per le cose facili, ci si ricorda la fatica per tagliare il traguardo, si ricordano gli errori, si ricordano le perdite e le conquiste, nessun eroe viene ricordato per quello che era, ma per ciò che ha dovuto affrontare per diventare una leggenda, quindi non tutti saranno straordinari, perché la maggior parte di noi sono comuni mortali, ma le cicatrici dimostrano che persona sei, chi sei stato e chi sarai.
Raggiungere il traguardo fa capire che non tutto è stato vano, che i sacrifici sono serviti e se quando arrivi in cima non senti nulla allora vuol dire che hai lottato per la cosa sbagliata, ma non mollare continua a lottare finché non sarai ciò che vuoi essere.
Quando arriverai in cima e vedrai il panorama saprai cosa avrai sacrificato, non è detto che quello che vedrai ti piacerà, non sempre quello che si crede di volere è quello di cui abbiamo bisogno, ma forse ti serviva solamente a credere in te stesso, a credere che saresti riuscito a tagliare il traguardo.
Un po' di tempo fa ho avuto una conversazione con una mia cara amica, siamo scivolate in questo argomento, lei mi ha detto "Le persone quando intraprendono un percorso, non sanno a cosa dovranno rinunciare, a volte non si accorgono neanche di volere realmente qualcosa fino a quando non gli scivola via." Io sono tornata a casa e ho pensato che quando si prende una decisione si deve essere sicuri, non capisco le persone che non considerano i rischi, non ho mai creduto nella frase "buttarsi e meglio di rimpiangere" considera in modo logico le conseguenze e frenati prima di cadere, il bordo del precipizio lo vedi e se ti sei buttato vuol dire che in fondo avevi bisogno di cadere, avevi bisogno di saperti rialzare.
Le persone durante il loro percorso sacrificano qualcosa, a volte la famiglia, a volte le amicizie perché nella vita non si può e non si deve avere tutto, ma si deve essere sicuri di ogni singolo passo, ogni singolo cambio di rotta e farsi una domanda" Ne vale la pena?" se la risposta è affermativa allora vola, se non sei sicuro ai due opzioni gettarti ad occhi chiusi, causandoti sofferenza o forse grandezza, o guardare avanti a te e cadere vedendo dove atterrerai perché quello è meglio, quello è adrenalina pura.
Una volta ho fatto un sogno straordinario, un sogno che non dimenticherò mai facilmente:" Ero un chirurgo al mio primo anno, ero quindi una specializzanda, sommersa e estenuata dalle continue e inutili scartoffie che il mio supervisore mi faceva archiviare.
Avevo appena ricevuto una notizia entusiasmante, avrei assistito ad un intervento lungo e rischioso.
Dopo 14 ore circa, ero finalmente giunta alla conclusione e la sensazione che provavo era inspiegabile, la stanchezza era svanita, i dolori ai piedi dimenticati e il mondo esterno era solo un lontano ricordo.
In quel preciso istante mi resi conto che io amavo quel lavoro, amavo essere io a salvare delle vite, amavo poter risolvere le complicazioni, amavo aver il controllo della situazione e quando lo perdevo era ancora meglio, perché riprenderlo era eccezionale e soprattutto amavo l'atmosfera di quella stanza, il metallo freddo e sterile con un leggero odore di disinfettante.
Ho pensato a chi avevo sempre sognato di essere, aspirato ad essere, una paladina della giustizia che salvava i buoni dai cattivi, credevo di voler essere un avvocato, ma mi sbagliavo.
L' adrenalina che ti brucia e ti consuma le vene è una droga, è ossigeno puro e ormai raro in un mondo assai inquinato.
La medicina è competitiva, è dura, ci sono molti più motivi per cui dovrei mollare, ma tutti gli altri mi spingono ad affrontare l'arena, perché la verità è che io amo troppo la competizione.
Sono sempre stata la migliore in tutto quello che facevo, quindi per carattere mi ero prefissata di eccellere, dovevo farmi valere.
In conclusione non credevo che avrei amato ogni singolo secondo di quel lavoro, ogni singolo incarico, ma ero convinta che avrei amato ogni secondo con il bisturi in mano.
Ero sicura che quello che avevo sempre disprezzato, ormai mi avesse in pugno perché ormai era solo questione di attrazione e io e lui eravamo destinati a stare insieme, ero certa che io e il sangue avessimo chimica".
STAI LEGGENDO
Cicatrice di una vita
General FictionQuesto libro è un flusso continuo di opinioni, emozioni e sensazioni. Si potrebbe definire un libro introspettivo, ma io non amo le definizioni. Semplicemente parla di temi che non sempre si ha il coraggio di affrontare da soli. Si potrebbe anch...