2

14 0 0
                                    

Solite facce. Stesse persone. Stesse abitudini.

Quest'estate mi sono promessa che non avrei dovuto vedere nessun deficiente prima del suono della campanella.

Ma ultime parole famose... spunta quel coglione di Luke, si crede Dio sceso in terra. Ci uscivo insieme al mio ex gruppo di amici, ma ho capito che era troppo CRINGE e quindi mi sono allontanata da lui e poi da tutti dopo quello che è successo nella mia vita.

"hey ciao Rebecca!"dice lui super entusiasta di vedermi, a differenza mia che vorrei solo ucciderlo. Non lo sopporto.

"Cià"rispondo seccata. Inizia con i suoi discorsi accollosi. So che non la finirà mai, quindi decido di liquidarlo andando dall'altra parte della scuola.

"Ma dove vai? Perchè cerchi sempre di evitarmi? Cosa ho fatto?"urla venendomi incontro.

"Vaffanculo Luke.."

"Ma perchè? Cosa succede?"chiede disperato.

"Succede che hai rotto le palle!" dico andandomene. Nel retro della scuola vedo Adam che appena mi vede nervosa interrompe la conversazione con i suoi amici e mi viene incontro abbracciandomi. "Che cosa è successo?"domanda icurioaito. Non rispondo, non voglio parlare, dovrebbe saperlo..quando mi sarò calmata gli dirò tutto, anche se non so cosa mi stia accadendo.

"Andiamocene ti prego." lo supplico manco fossi una bambina di quattro anni che vuole un gelato. Fa come gli dico, mi prende per mano e mi porta sulla sua moto andando verso mete a me sconosciute.

**

Non so da quanto tempo stiamo su questo aggeggio ma sicuramente non da poco, spero di arrivare il più presto possibile a destinazione perché non mi sto letteralmente sopportando.

Finalmente la moto si ferma. Ci troviamo in una distesa di prato con tanto di fiori rossi e arancioni, è semplicemente bellissimo. "Cosa ci facciamo qui?" Chiedo incuriosita al mio amico.

"Seguimi." Dice senza darmi una spiegazione. Faccio come dice.

Arriviamo in una specie di bosco(?) e ci inoltriamo. "Ehi, inizio ad avere paura." ammetto io.

"Non devi preoccuparti, ci sono io." Afferma come se fosse mio padre.

"Allora c'è da preoccuparsi..di te non ci si può fidare parecchio." Dico con un sorriso sul viso. "Stronza." Ribadisce lui facendo l'offeso.

"Ma dai, stavo scherzando." Detto ciò inizia a correre e a me risulta complicato raggiungerlo data la mia scarsa atleticitá. Inizio a gridare il suo nome ma lui invece di fermarsi da buon amico, scoppia a ridere.

Sbadata come sono non vedo un ramo e inciampo cadendo per faccia a terra e siccome la fortuna è con me, la mia faccia capita proprio in una pozza di fango. "Porca troia." Impreco a bassa voce. "ADAAAAAAAAM." Grido. "SONO CADUTA"

"HAHAHAHAHAHHA " lo sento ridere più forte.

"Invece di ridere vieni ad aiutarmi, brutto stronzo." Sbotto seccata dalla situazione. Fa come dico e mi viene ad aiutare. Appena vede le mie condizioni e soprattutto la mia faccia, scoppia a ridere di nuovo. Ora lo uccido. "Sono a conoscenza di essere al quanto ridicola ma potresti smetterla di ridere? Mi stai facendo saltare i nervi."

"Ok ok. La smetto." Finisce di ridere. "Prendi la mia mano." Mi ordina.

Cerco in tutti i modi di alzarmi senza sembrare goffa ma non ci riesco infatti ricado nel fango e lui inizia a ridere e io con lui. "Sei un disastro, lo sai?" Dice ridendo.

A quel punto ci riprovo, ma fallendo per la seconda volta, mi prende in braccio. "Grazie." Dico io nelle sue braccia. "Per cosa?" Chiede lui. "Ma non mi vedi? Qualche minuto, ora, non so quanto tempo fa, ero super agitata e adesso sto ridendo e sono serena solo grazie a te."

"Farei di tutto per te, lo sai. Ti voglio bene". Dice, é troppo carino.

"Anche io, Adam, ricordatelo. Tornando a noi, che ci facciamo qui?" Chiedo. "Ti devo portare in un posto e per evitare che tu faccia altri casini, rimani in braccio a me."

"Ok papà." Dico io imitando la voce di una bimba piccola.

Una Storia Che Non Ho Scritto Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora