1. I Giganti

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                                                                       Tartaro, Inferi, un anno dopo

Il buio era totale in quella zona del regno dell'oltretomba.

Nessuno parlava, nessuno piangeva, nessuno sembrava...vivo.

All'improvviso due oscure figure emersero dall'ombra e si diressero furtive verso il punto più nascosto dell'immensa landa desolata che costituiva il Tartaro.

Uno dei due aveva strane ali sulla testa, mentre l'altro era più alto e massiccio, ma senza alcun segno particolare addosso.

Si avvicinarono velocemente ad uno strano buco presente nel terreno e si affacciarono ad esso guardando in basso.

Sotto di loro crepitavano violente e alte fiamme e, fra esse, si distinguevano immensi piedi e gambe altrettanto enormi.

" Ce l'hai?" chiese una delle due figure immerse nell'ombra.

" Certo che ce l'ho, Ercole. Quando sono stato precipitato qui sotto, non hanno pensato di portarmi via il mio bastoncino bagnato nell'acqua del fiume Lete " rispose Ipnos con un ghigno malefico.

" Speriamo che funzioni. Non so se fidarmi di quel vecchio dannato che abbiamo incontrato tempo fa....." disse dubbioso Ercole.

" Dobbiamo solo provare e, se ci va bene, saremo liberi e potremo vendicarci di tutto l'Olimpo, se ci va male, invece, resteremo relegati qui per l'eternità !"  esclamò il dio del sonno.

Ipnos, allora, estrasse dalla tasca della sua tunica il bastoncino bagnato con l'acqua del fiume Lete, lo spezzò e lo gettò nel baratro infuocato che si apriva sotto di sè.

All'inizio non successe nulla, tanto che i due uomini credettero che la magia non avesse funzionato, poi, però, all'improvviso, il Tartaro cominciò a tremare e grossi massi precipitarono dall'alto.

Ercole ed Ipnos corsero a ripararsi in una grotta naturale che si apriva nella caverna e lì attesero lo sviluppo degli eventi.

Dopo alcuni istanti dal buco posto nel terreno cominciarono ad alzarsi minacciose le fiamme, finché l'apertura  non venne squarciata e buona parte del terreno non fu risucchiato al suo interno.

Mani enormi comparvero dall'altrettanto enorme baratro che si era creato e teste gigantesche spuntarono minacciose.

" Ce l'abbiamo fatta!" disse euforico Ipnos.

" Già, ora non ci resta che seguire i nostri enormi amici e fuggire da qui per raggiungere l'Olimpo e vendicarci " aggiunse Ercole.

I due, camminando rasenti al muro, uscirono dalla grotta e si avviarono verso l'ingresso del Tartaro, in attesa.

Dopo non molto tempo giganteschi mostri cominciarono a giungere, facendo rimbombare con i loro passi ogni cosa.

Con le loro mani squarciarono il soffitto sopra di loro ed iniziarono a risalire, subito seguiti da Ipnos e da Ercole.

I due avevano liberato i Giganti...

Tempus ( Saga di Cupido libro 13 )Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora