19. Non c'e niente di meglio dei biscotti al cioccolato

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Deimos osservò con sguardo perso il dio delle farfalle e chiese:

" Perché? Io ho detto delle parole molto più dure e cattive a Flerio, eppure lui mi ha perdonato "

" Non si tratta delle parole che mi ha detto...ho capito che erano dettate dalla rabbia e dal dolore.
Si tratta dell' atteggiamento che ha avuto e di come ha affrontato la morte dei vostri genitori.
Come posso sposare un uomo che reagisce in quel modo di fronte alle difficoltà e che sa solamente piangersi addosso?" rispose Clario.

" Io lo so che abbiamo sbagliato e so che ci siamo comportati in modo terribile con le persone che ci vogliono bene e che cercavano solo di aiutarci, ma avremmo reagito, lo sai anche tu, avremmo lottato come siamo stati educati a fare " ribadì Deimos.

" Io non sono sicuro che l'avreste fatto " insistette Clario.

" Allora non conosci nè me nè mio fratello. Noi abbiamo la capacità di lottare, solo che il dolore per la morte dei nostri genitori ci ha sopraffatto.
Avremmo reagito e l'avremmo fatto per i nostri fratelli e anche per voi.
Se tu non pensi che questo sia vero, vuol dire che non ami davvero Fobos, perché quando ami una persona sei disposta a perdonare.
Tuo fratello lo ha fatto con me e mi riferisco alla storia di Argo, a una storia che per lui è stata terribile.
Comunque, Clario, sei tu che devi decidere...ora vado da Fobos " disse Deimos, baciando Flerio sulle labbra e incamminandosi fuori dal giardino della loro casa.

Il dio delle farfalle, colpito dalle parole di Deimos, attese solo pochi secondi, poi si alzò e si precipitò dietro a lui.

" Fobos !" urlò, non appena vide che il suo ragazzo aveva aspettato il fratello seduto sul muretto di recinzione della propria casa.

Il dio della paura sollevò gli occhi e Clario mormorò:

" Mi sposi ancora se ti chiedo scusa per come mi sono comportato?"

Fobos sorrise e annuì.

" Non hai nessuna colpa, eri solo arrabbiato e deluso...comunque ti sposerei anche subito!"

I due si abbracciarono e si baciarono sotto gli occhi felici di Deimos e di Flerio.

" Me io e mio cavallino e mio agnellino e mio animaletto di legno e Larry di me io ritenere che gimelli essere retini e causa di ciò essere porcherie e amore. Me io no sposare, no volere diventare retino" borbottò Cupido spiando i fratelli da dietro la siepe.

" Me io e bambola di me io sposerebbi solo Rione perché con sua inorme saggezza no diventerebbi retina " aggiunse seria Iris.

" Io credo che sia molto meglio andare a mangiare dei biscotti al cioccolato " disse Saturno.

I due demoni annuirono entusiasti e trotterellarono dietro al fratello che si era avviato in casa.

Tempus ( Saga di Cupido libro 13 )Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora