La nottata era stata stranamente tranquilla, infatti ero persino riuscito a dormire per sette ore di fila, probabilmente un nuovo record. Al contrario la mattinata si era rivelata una come tante altre. Mi ero alzato presto e avevo raggiunto la biblioteca per la consueta riunione d'inizio giornata. Il problema si rivelò una volta sciolta l'assemblea, perché per una volta in vita mia non avevo nulla da fare. Decisi perciò di recarmi nel luogo che più amavo, ovvero i tetti della città. Da lì si poteva vedere tutto quello che accadeva ai suoi abitanti, ogni movimento ed ogni reazione. In un certo senso mi sarebbe piaciuto molto essere, solo per un momento, uguale a tutti gli altri, non essere un ultraevoluto, ma un qualsiasi umano, solo per poter vivere come loro quelle emozioni. Mi piaceva la mia vita, il mio essere speciale, però a volte non potevate capire cosa avrei dato per un giorno di normalità. Senza venir inseguito o discriminato da qualcuno per la presenza di un singolo gene in più. Un'idea si fece così strada nella mia mente, forse un po' folle, anzi sicuramente folle, ovvero quella di fare una passeggiata sotto copertura. Sarebbe stato molto difficile. Tutte le strade erano tappezzate di manifesti con il mio volto. L'El Dorado aveva piazzato una taglia sulla mia testa e non faceva nulla per nasconderlo. Se qualcuno mi avesse riconosciuto, avrei dovuto dileguarmi alla svelta. Eppure, in quel momento non mi interessava, avevo bisogno di cambiare aria e niente e nessuno mi avrebbe fermato. Ciò di cui avevo bisogno, però, era certamente un buon travestimento. Rientrai immediatamente nella parte della residenza adibita agli alloggi della Lagoon. Nella mia stanza avrei certamente trovato qualcosa di adatto al mio piano. Frugai un po' nell'armadio, poi tirai fuori dei pantaloni larghi neri, abbinati a delle scarpe da ginnastica e una felpa a mezze maniche per metà scura e dall'altra arancione. Li indossai in fretta, lasciando sul letto persino i miei occhialini d'aviatore e optando invece per un modello semplice con le lenti coordinate alla giacca. Uscii cercando di non farmi vedere da nessuno. Non potevo rischiare che qualcuno mi vedesse girare in maniera così furtiva. Per mia fortuna a quell'ora i corridoi erano deserti, i ragazzi infatti avevano gli allenamenti e la mia squadra difficilmente lasciava la nostra zona. Riuscii perciò a raggiungere le strade in un men che non si dica.
Tirai un sospiro di sollievo non appena mi allontanai dal palazzo di un isolato. Riflettei qualche istante prima di decidere dove andare, c'erano così tanti posti che avrei voluto vedere, in cui non ero mai potuto andare. Alla fine, come prima meta scelsi il museo del calcio. Mi soffermai molto sulle maglie delle famose squadre del passato, erano così diverse dalle nostre divise ufficiali. Le loro sembravano fatte con lo stampino, cambiavano nella fantasia, ma il formato era sempre lo stesso. Le nostre invece erano una diversa dall'altra, c'era chi prediligeva i pantaloni, mentre altri vi aggiungevano una gonna sopra. L'oggetto che però attirava più di tutti la mia attenzione, era il quaderno degli insegnamenti del maestro. Trovandosi lì presumevo che Fey e i suoi nuovi amici non lo avessero ancora rubato, era ad ogni modo solo questione di tempo. La mia destinazione successiva era stata la miglior gelateria della città, di cui avevo tanto sentito parlare. Erano mesi che volevo andarci, ma per ovvie ragioni non avevo potuto. Proprio mentre stavo gustando il mio cono nocciola e cioccolato, un uomo alle mie spalle mi ordinò:
-Ehi tu, sei pregato di identificarti!- Forse per qualche strana ragione karmica mi stavo godendo troppo quella giornata ed era arrivato il momento di tornare alla realtà. Gettai quello che restava del mio spuntino nel cestino vicino a me e cominciai a correre. Sapevo chi fosse quell'uomo, era un agente dell'El Dorado, non potevo permettere che riuscisse a fermarmi. Ovviamente lui sapeva già chi fossi, per questo iniziò ad inseguirmi. Chissà perché avevo un déjà-vu. Ah già, perché era il riassunto di circa dieci anni della mia esistenza.
-Simeon Ayp, fermati immediatamente sei in arresto!- Mi urlò dietro l'agente. Lo avevo fatto divertire abbastanza, era arrivato il momento di fare sul serio. Passai finalmente ad una velocità tale che quasi le persone intorno a me non riuscivano a vedermi. Quanto era bello essere un ultraevoluto e potersi spostare con un tale ritmo. Notai che sempre più distanti da me, aumentavano di numero gli agenti, che cominciavano ad essere così tanti da occupare tutte le strade nell'arco di qualche chilometro. Che bello essere il ricercato numero uno.
-FERMO!- Mi strillavano dietro tutti insieme come un perfetto coro. Avrebbero potuto pensare di cambiare lavoro, forse gli sarebbe andata meglio.
-Provate a prendermi se siete abbastanza veloci.- Gli risposi prendendomi gioco di loro. Alcuni inciampavano dopo delle curve, altri in secchi della spazzatura o in modo molto ridicolo cadevano sopra ai colleghi caduti prima di loro. Me la stavo cavando alla grande e in più mi stavo anche divertendo. Ridevo a crepapelle passando da un vicolo all'altro e saltando tra le ringhiere. La pacchia finì quando cominciarono a sparare e capii che la cosa migliore da fare era usare i miei poteri. Attivai lo scudo ed i colpi gli rimbalzarono addosso, per loro fortuna non stavano usando quelli letali e antiquati. Ne seguirono però numerose esplosioni a catena, che crearono il diversivo perfetto per teletrasportarmi di nuovo a casa. Apparsi nel salone principale, ancora vuoto, o per lo meno così credevo. Mentre salivo le scale la voce di Yuh mi colse di sorpresa.
-Eri uscito?
-Sì, sai com'è volevo divertirmi un po'.
-Credo che tu ed io abbiamo concezioni molto diverse di questo termine, perché nel mio, causare un'esplosione che si è sentita in tutta la città e farmi inseguire dalla polizia, non è contemplato.
-È uscito tra le news, vero?
-Già e Mehr non l'ha presa molto bene.
-Chissà per che la cosa non mi sorprende.- Quella ragazza ogni tanto sembrava quella che molti avrebbero definito una mamma. Si preoccupava di tutto e tutti e faceva le romanzine a chiunque. Ero l'unico che per fortuna era in grado di azzittirla quando necessario. Conoscendo la mia poca pazienza, altrimenti avrebbe rischiato la defenestrazione.
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Un amore fuori dal tempo
FanfictionLa Raimon Junior High ha appena vinto il torneo cammino imperiale, sono tutti euforici ma non sanno cosa sta per accadere, d'un tratto il calcio sparisce e toccherà alla Inazuma sistemare tutto. Due storie parallele, Alex una ragazza tutta calcio e...