Il primo viaggio nel tempo [Revisionato]

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Finalmente quella strana partita, a cui eravamo stati costretti, era finita. Mi stava esplodendo la testa per tutte le cose assurde che erano successe in quel breve lasso di tempo. Avevo bisogno di una bella spiegazione e anche esauriente, che avrebbe dovuto comprendere da chi era quel tizio che ci aveva attaccati, a come faceva il verde fosforescente a far apparire quei doppioni. Sfortunatamente dalle mie aspettative le sue parole non furono di nessun aiuto, anzi ci confusero esclusivamente di più.

-Tu vieni dal futuro? Ma com'è possibile?- Domandò il capitano. Non era possibile, quel ragazzino ci stava prendendo in giro. Come poteva venire da un altro secolo se non era possibile viaggiare nel tempo? Insomma, non ci voleva tanto a capirlo. Era solo fisica. Il moto di rotazione della ter... ok scusate stavo divagando un po' troppo. Era meglio tornare a noi.

-Vi sto dicendo la verità. Io vengo da 200 anni più avanti rispetto al vostro presente e lì abbiamo la possibilità di spostarci da un'epoca all'altra. Io, per esempio, sono venuto insieme a Clark Von Wunderbar, che in collaborazione con il professor Criptics, ha inventato la prima macchina del tempo.- Rispose il diretto interessato. Guardando il suo viso sembrava che fosse sincero, anche se non ero certa se potessi già confidare in lui. Le persone mentivano e quelle più brave erano quasi impossibili da essere sgamate. Non mi fidavo mai facilmente delle persone. Ero stata ferita troppe volte durante l'infanzia ed ora arrivavo a dubitare di chiunque all'inizio della conoscenza. Sfortunatamente il capitano non era del mio medesimo avviso.

-Io sento che sta dicendo la verità e se vuole difendere il calcio noi lo aiuteremo, vero Alex?- Disse con quel suo solito tono ottimista che a volte dava un po' sui nervi. Quel ragazzo si faceva davvero abbindolare troppo in fretta. Speravo per lui che questo, un giorno, non gli si sarebbe ritorto contro, mentre se fosse accaduto che avesse almeno una persona a parargli le spalle. A quel punto non restava altro da fare che tentare.

-Sì, Arion hai ragione. Se vuole proteggerlo può contare su di noi.- Non so come facesse, ma mi aveva convinta anche questa volta. Bastava nominare il nostro sport e qualunque membro della Raimon lo avrebbe seguito senza farsi troppe domande, soprattutto dopo gli eventi degli ultimi mesi.

Tornammo a scuola qualche minuto più tardi, dopo aver elaborato un piano degno di questo nome. Sapevo che per il mio amico era una cosa normale andare alla cieca, ma io preferivo pianificare con certezza quando si trattava di questioni importanti. La prossima mossa era semplice, ovvero andare dall'allenatore nel momento in cui la storia era stata modificata e far sì che tutto filasse nel modo giusto. Setacciammo da cima a fondo la vecchia sede del club di calcio alla ricerca di un cimelio. Superate un quintale di ragnatele e altrettanti scatoloni alla fine riuscimmo a trovare la targa che di norma era attaccata al portone d'ingresso. Immediatamente ci precipitammo sulla macchina del tempo. Non appena mettemmo un piede a bordo, il capitano ed io diventammo bianchi come cadaveri, l'ansia per il primo viaggio era molto più forte dell'eccitazione per l'idea stessa. Speravo con tutto il cuore di non sentirmi male, quando mi veniva la nausea era davvero la fine.

-Siete tutti pronti! Allora tre, due, uno... salto temporale!- Disse l'orso di peluche, ok Wonderbot, non ditegli che l'avevo chiamato così altrimenti mi avrebbe strozzata. Quando finalmente partimmo, scoprimmo che le nostre paure erano per fortuna infondate, infatti l'unica cosa che accadde fu che venimmo catapultati in un meraviglioso tunnel arcobaleno.

-Che forza!- Esclamò il centrocampista. Era davvero incredibile, non riuscivo a pensare ad altro che a ciò che ci circondava. Non avrei mai immaginato che un giorno sarei riuscita a tornare nel passato. Avevo sempre amato la storia e quello era un sogno che si realizzava. Arrivati a destinazione trovammo un'entusiasta Mark Evans davanti al cancello dell'istituto del tutto euforico perché avrebbe cominciato le scuole medie. Mi ricordava tremendamente Arion in quel momento. Lo seguimmo a breve distanza, cercando di non farci scoprire, per quasi tutta la scuola. Cavolo se correva quel ragazzo. Ad ogni modo, alla fine decise di fermarsi davanti all'aula professori e di entrarvi. Finalmente avremmo potuto riprendere un po' di fiato.

-Vorrei iscrivermi al club di calcio della scuola!- Disse il ragazzo a Frank Wintercy.

-Mi dispiace, ma in questa scuola non esiste alcuna squadra di questo sport.- Rispose il professore. A quanto pare era già docente all'epoca e dava l'impressione che nemmeno prima fosse meno bisbetico rispetto al presente. Non credevo, in tutta la mia carriera scolastica, di aver mai incontrato un insegnante peggiore.

-Cosa?- Domandò il giovane. Sconsolato, l'allenatore Evans decise, insieme a Silvia Woods, di fondarlo lui stesso, iniziativa degna di nota per un tipo di tredici anni. Da lontano li osservammo sgomberare la vecchia sede, proprio come noi avevamo fatto poco prima dodici anni nel futuro. Riflettendoci bene, era strano, ma quella frase aveva davvero un senso logico. Più tardi mentre tornavano da scuola apparve Alpha insieme a tutta la Protocollo Omega, che lanciò un pallone da calcio contro Mark. Fortunatamente avevamo i riflessi pronti e corremmo nella loro direzione prima che scomparissero. Quando riaprimmo gli occhi ci trovammo in uno stadio, dove i nostri nemici sfidarono il futuro professionista ad una partita, che costrinse anche noi a scendere in campo per dare un minimo di equilibrio alla situazione. Tutto era stato davvero emozionante. Il portiere utilizzò la mano di luce per la prima volta e, come se non bastasse, evocò persino il suo spirito guerriero, Magico Gigante Grandius. Ad aiutarci a vincere l'incontro, arrivò inoltre anche un altro giocatore inaspettato, Vladimir Blade. Spesso mi era capitato di accompagnare Victor a trovare il fratello e di osservarlo fare fisioterapia, però non avrei mai immaginato di potermi confrontare con lui così presto. Scoprimmo, infatti, che si trattava di una sua versione proveniente da una dimensione parallela, dove non aveva mai avuto l'incidente. Concluso finalmente lo scontro, decidemmo di riunirci per parlare seduti in circolo. Cercammo di dare una spiegazione il più semplice possibile per evitare di lasciarli con maggiore confusione in testa. Fortunatamente il ragazzo parve cogliere tutto al volo, oppure, più semplicemente, come il nostro capitano, anche lui sentendo le parole cercare di distruggere e calcio si animò.

-Ragazzi verrò con voi a salvare il nostro sport, non posso starmene con le mani in mano.

-Mark tu devi rimanere qui e fondare il club così che quando torneremo a casa la squadra sarà di nuovo al completo.- Gli disse Fey.

-Va bene, ma promettetemi che riuscirete a salvarlo!

-Certo puoi contarci.- Rispose Arion.

Un amore fuori dal tempoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora