-Non vorrei contraddirla, ma Alex non è proprio la persona più fantasiosa del pianeta.- Disse Gabi.
-Ha ragione, per quanto mi dispiace ammetterlo, sono molto logica e razionale, e nel mio ragionamento la fantasia è pari a zero!
-È proprio per questo che sei la persona giusta, così sarai del tutto al centro tra i due mondi.- Concluse la pietra senza voler più sentire una replica. Preparati i bagagli, salimmo sulla macchina del tempo pronti per cominciare l'avventura nel mondo dell'Isola Che Non C'è. Nonostante il decollo tranquillo però, durante il viaggio, qualcosa andò storto, perché passati pochi istanti svenimmo tutti.
Quando riaprii gli occhi mi trovavo tra delle macerie con un cane che mi abbaiava in faccia per farmi riprendere, non capivo dove mi trovavo, ma una cosa era certa, non ero più con i miei amici. I miei pensieri però vennero interrotti da un enorme boato che fece svegliare la Chrono stone di David che disse:
-Ragazza mia mi sa che siamo finiti sotto un bombardamento della seconda guerra mondiale.
-Cosa? E ora cosa facciamo?
-Seguiamo la storia e mi raccomando fai esattamente quello che fa Jane nella storia.
-Io non ho nessuna intenzione di insultare quel bambino e di venire rapita dai pirati!
-Ma su forza! Pensa alla nostra causa e vedila come un passaggio verso il goal.
-Siamo seri, ha veramente usato una metafora del genere?
-Non perdiamo tempo in marcia! Ora chiama il cane e partiamo!- La metteva facile lui, era una pietra indistruttibile mica come me che ero lì in carne e ossa! Promemoria per me strozzare il signor Evans al più presto.
-Va bene, mi arrendo. Nana due andiamo!- Cominciammo a correre tra le rovine di quella che un tempo era la meravigliosa e unica Londra, mentre in questo momento era quasi solo un cumulo di macerie! Passata mezz'oretta avevamo incontrato Wendy e il mocciosetto di cui non ricordavo il nome, eravamo rientrati nel palazzo dove abitavamo, o meglio dove loro abitavano e avevo insultato il ragazzino come da copione. Volete sapere cosa stavo facendo subito dopo? Ma era facile, ero rinchiusa in uno stupido sacco sulla nave di quel deficiente di Capitan Uncino! Quando mille colori mi travolsero la mente, sembrava di essere entrati in uno stroboscopio, mi stava venendo mal di testa solo a guardarlo, mai in quel momento avrei desiderato di più di tornare a casa nel mio letto a riposare invece di essere in missione con la squadra. Venni, però, richiusa quasi subito dentro il sacchetto, togliendomi ogni possibilità di visuale su ciò che sarebbe accaduto intorno a me. Sentii il sacco essere sballottato da una parte all'altra, per poi essere sollevato in aria, se non fossi tornata giù al più presto avrei di sicuro dato di stomaco.
Quando finalmente riuscii a rimettere i piedi per terra, o meglio quando ci riuscì la tela qualcuno tentò di aprire la mia prigione. La mia risposta forse non era stata delle più femminili, infatti avevo mollato, a chiunque fosse, un gancio destro ben assestato sul viso.
-Ehi!- Quando finalmente riuscii a rivedere qualcosa, mi accorsi che la persona che avevo appena colpito era Peter pan in persona. Ops, be' se non ricordo male lo faceva anche la ragazzina che stavo impersonando.
-Ma tu non sei Wendy.
-Sono sua figlia Alexandra.- Non avevo intenzione di farmi chiamare Jane. Se devo essere bloccata all'inferno voglio farlo con il mio nome. Iniziò ad avvicinarsi pericolosamente al mio viso. Avvicinati ancora un po' e ti taglio le mani. Non dire che ti avevo avvisato.
-Vieni ti mostro l'Isola che non c'è.- Ciò che era accaduto nell'attimo seguente fu davvero rapido, così che in un men che non si dica mi ritrovai ad alta quota aggrappata alle sue spalle.
Il viaggetto durò una mezz'oretta, che si concluse con me che venivo sganciata a mezz'aria verso la cavità di un albero. Temevo che le mie urla si fossero sentite persino in Paraguay. Era possibile che fosse in grando di fare una cosa del genere senza dare il minimo preavviso. Per mia fortuna la mia caduta venne assorbita quasi completamente da uno scivolo presente all'interno dell'albero. Sembrava infinito, come se non esistesse una fine. D'un tratto però mi ritrovai a sbucare in una stanza completamente in legno, gli unici altri materiali presenti sembravano le pelli di animali. A causa della brusca caduta persi addirittura i sensi.
-Ragazzi secondo voi sta bene?
-Forse dovremmo darle qualcosa.
-Ma cosa vuoi farle prendere è solo svenuta.- Sentivo delle voci tutto intorno a me. Erano davvero molto familiari. Cercai di aprire piano piano gli occhi. Inizialmente vedevo sfocato, ma poi riuscii a distinguere perfettamente le figure sbiadite.
-Ahahah!- Scoppiai a ridere di gusto in circa tre secondi precisi. Ciò che vedevo erano i miei amici vestiti con le tute da animali da bimbi sperduti. Erano così ridicoli. Non né avete idea.
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Un amore fuori dal tempo
FanfictionLa Raimon Junior High ha appena vinto il torneo cammino imperiale, sono tutti euforici ma non sanno cosa sta per accadere, d'un tratto il calcio sparisce e toccherà alla Inazuma sistemare tutto. Due storie parallele, Alex una ragazza tutta calcio e...