Capitolo 9

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Anna dormiva placida, stringeva convulsamente le lenzuola tra le dita, era tutta sudata e tremava, non faceva altro che scuotere la testa e gridare, con tutta se stessa.

Nella sua mente, interminabili immagini ritraevano sua madre stretta al padre, prima che venissero separati da delle guardie.

Vedeva i loro cadaveri riversi a terra, con gli occhi sbarrati che guardavano il soffitto, bianchi come un fantasma. Le loro espressioni denotavano il terrore sui loro volti.

Era presente Leah, che gridava verso di lei, le stava chiedendo aiuto disperatamente.

La sua povera mamma, veniva arpionata da due soldati che ridevano sadicamente tra di loro. Sghignazzavano e i loro volti erano trasfigurati dall'odio, dal male. Sembravano demoni direttamente vomitati dall'inferno.

Occhi malvagi e la goduria più estrema nel fare del male.

Poi lo vide. Le sue labbra che la sporcavano, le sue mani che l'arpionavano, lasciandole dei segni rossastri sui polsi, mentre la teneva stretta al letto. Le sussurrava parole lussuriose e gemeva forte, mentre lei piangeva e piangeva...

Si sentiva morire nel sogno. Singhiozzava disperatamente e le sue lacrime imbrattavano il suo viso. La sua voce continuava a sussurrarle atrocità e oscenità. La sua risata era perfida, mentre la prendeva, ancora e ancora...

Era consapevole che stava facendo tutto questo per salvare la sua famiglia, tuttavia, si sentiva sporca. Qualcosa di malato era entrato in lei e non riusciva a farlo uscire e pregava che fosse solo un brutto sogno. Ma non lo era...

Percepiva distintamente le sue mani sul collo, mentre continuava ad infierire pesantemente sul suo corpo. Si vedeva lei in trappola e lui che spingeva contro di lei come un forsennato, senza curarsi del suo stato d'animo e del suo dolore. Era all' inferno, questo era l'inferno...

<< Non toccarmi!!! Non toccarmi, no no no no no noooooooooo!!!! >> gridò la ragazza a squarciagola. Elzbieta continuava a scuoterla inutilmente, tentando di svegliarla.

<< Svegliati ragazza!! Shhhhh smettila che ti farai sentire così!! >> sussurrò spaventata la signora, tentando di farla calmare.

Anna si svegliò di soprassalto, guardandola confusa.

La donna continuava a blaterare in una lingua che non comprendeva affatto e per un attimo, non si rese neanche conto di dove si trovava né il motivo per cui si scopriva lì.

Appena ritornarono alla mente le terribili immagini che vedevano i suoi genitori portati via, tornò a piangere disperatamente.

<< No bambina, non piangere ti prego!! E' già brutto così, senza che ti disperi. Ti prego...così ci farai uccidere! Devi cercare di sopravvivere ti prego!! Sei così giovane... >> pianse la signora, vedendola disperarsi in quel modo.

<< Non ho più nulla per cui vivere, i miei genitori non ci sono più e non li rivedrò nemmeno! >> singhiozzò disperata, mettendosi le mani davanti il viso.

<< Ehi ehi... devi farlo per te stessa... lo so che è difficile, ma lo devi fare proprio perché i tuoi genitori desiderano che tu viva >> le rispose la signora, accarezzandole i capelli.

Anna capì che Elzbieta capiva l'italiano e la cosa la lasciò esterrefatta.

Che cosa ci faceva lì?

La guardò sorpresa, così la donna decise di chiarirle la domanda che le aveva letto negli occhi. << Sono per metà italiana si. Mio padre era italiano... >> le disse Elzbieta.

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