Capitolo 5

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Mi svegliai su di una brandina, capì di essere in infermieria dall'odore e da Steph che creava un solco nel pavimento camminando avanti e indietro. Indossavo ancora i vestiti da allenamento, tentai di alzarmi ma mi venne un conato di vomito, Steph se ne accorse e mi porse velocemente un cestino. Finito l'atto, mi alzai ed andai in bagno per risciacquarmi il viso, il mio amico mi seguí e intanto mi parlò:
"Allora cosa ti ricordi esattamente?"
"Ricordo di essere entrata al decimo piano, che sentivo qualcosa di fresco avvolgermi, un senso di leggerezza e serenità. Che è successo ?" In quel momento entrò il coach:
"Allora la bella Biancaneve si è svegliata" mi disse lanciandomi una mela rossa che addentai
"Sapevo che c'era qualcosa di straordinario in te. Ecco guardati." Mi passò un piccolo tablet e Steph si sporse a guardare con me, all'inizio c'eravamo io e il coach Boom, mi aveva bendato e dopo poco era uscito, mi vidi respirare, mi vidi piangere e urlare, controllai i minuti, quelle che secondo me erano state ore erano solo pochi minuti, ad un certo punto vidi qualcosa di strano, uno zampillo d'acqua si alzò dalla pozza e si avvicinò alla mia mano che nel frattempo avevo alzato, lo zampillo divenne ben presto più grande fino a quando riuscì ad avvolgersi attorno a tutto io mio corpo e a farmi volteggiare in aria. Rimasi sbalordita, Stephan e il coach sorridevano, io ero senza parole; il coach notandolo parlò:
"Ora sappiamo quale potere hai, si chiama PRAVITEL'VODY, è russo, i nomi vengono dati ai poteri da coloro che li hanno avuti per primi, più comunemente viene detto dominatore dell'acqua, è un potere molto antico e raro, in pochi lo hanno."
Non riuscivo a crederci, il coach si congratulò di nuovo e Steph mi diede delle pacche sulla spalla:
" Ti devo accompagnare dalla preside, sa già tutto ma vuole vederti di persona"
"Va bene. Ma i miei vestiti? Dovrò venire così?"
"Si perché nel momento in cui tu metti i tuoi vestiti nella capsula dello spogliatoio vengono portati nella tua stanza"
"Ecco perché mi ha chiesto di dire il mio nome"
"Si è molto avanzata come tecnologia, in realtà l'ha creata uno studente ma non sappiamo chi".
Ci avviammo in presidenza, durante il tragitto avevo tutti gli occhi puntati addosso, mi guardai e ne capí il motivo, i leggins facevano risaltate il mio fisico snello, la canotta aveva una scollatura generosa e grazie alla coda di cavallo si vedeva perfettamente il tatuaggio. Lo toccai e mi ricordai che era solo il primo giorno in cui ero in questa scuola, non la consideravo più una prigione, o per lo meno quasi.
Sentivo parlare i gruppetti di ragazze mentre passavo, e avrei evitato volentieri di sentire i commenti dei ragazzi, di certo loro non si facevano problemi a parlare con un tono di voce alto.
Stephan si accorse del mio disagio e mi tranquillizzò:
"Tranquilla fanno così perché hanno visto il video. Alcuni ti temono e altri ti ammirano"
"Ma se neanche mi conoscono ?"
"Il mondo è fatto così. Siamo affascinati dalle cose che non conosciamo, ma al momento stesso le temiamo. È la mentalità umana. Non ti sei chiesta perché non mi saluta nessuno?"
"Perché ci sono io che sono la nuova etichettata ?"
"No. Loro mi temono. Dovresti farlo anche tu" disse incupendosi.
"Io non ho paura di te"
"Dovresti". Lasciò le parole sospese, gravava tra di noi un silenzio imbarazzato.
Arrivati davanti alla porta della presidenza mi fece cenno di bussare e si mise con le spalle al muro tirando fuori un cellulare, bussai alla porta ancora sospettosa delle sue parole di poco prima fino a quando la voce della preside disse -avanti-:
"Ah, Arya, sei tu, vieni entra pure"
"Salve..."lasciai sospesa la frase perché non sapevo come chiamarla e lei mi anticipò, senza tanti giri di parole:
"Credo proprio che abbia vinto io, hai scoperto i tuoi poteri e rimarrai qui, vedrai non è così brutto come sembra"
"Ha vinto? Non sapevo fosse una gara, o cose del genere. E si, ho scoperto ciò che sono, e ora?"
"Ora, Arya, imparerai a controllarlo, a dominarlo e a usarlo a tuo piacimento. Il tuo potere è molto antico e molto, molto raro, non ci sono studi approfonditi riguardo agli aspetti negativi o alle ripercussioni che esso avrà su di te, quindi..."
"Aspetti, ripercussioni? Che intende dire?"
"Mi spiace di non avertelo detto prima. Ogni potere ha anche il suo lato negativo, molti possono essere invisibili o innocui e presentarsi solo quando si usa il suddetto potere, altri invece segnano per tutta la vita; il mio è uno di questi, essendo una curatrice, non posso avere figli e non posso guarire me stessa. Gli scritti riguardo al PRAVITEL'VODY sono antichi e incompleti, ti chiedo se posso darti, come dire, un'occhiata più da vicino, per riscontrare qualche stranezza. È per il tuo bene"
"Faccia pure, ma si ricordi una cosa: io non sono una cavia" sorridendomi annuii, schiacciò un pulsante su di un telecomando e dal muro uscì un lettino. Mi fece segno di sedermi con la mano e io, di malavoglia, lo feci: cominciò a guardarmi gli occhi, poi le mani, si allontanò un po' e, penso con una vista supersonica, mi controllò, come li definii lei, i parametri organici. Dopo di che mi fece sdraiare e ripete la stessa cosa di prima, evidentemente senza successo guardando il suo volto:
"Non c'è nessuna anormalità, credo che sia ancora presto per definirne qualsiasi" mi porse la mano e io senza accogliere l'aiuto scesi dal lettino e mi avviai alla porta
"Arya aspetta, sulla cartella non c'era scritto di una ciocca bianca nei tuoi capelli"
"Come scusi? Cartella? Ciocca bianca?"
"Ogni studente ha una cartella ben fornita di informazioni riguardo alla sua vita, al suo aspetto fisico, a qualsiasi cosa. Sapevo del tuo tatuaggio ma di quella ciocca no"
"Non ho mai avuto ciocche bianche..." Si avvicinò a me rapidamente e mi portò davanti a uno specchio, mi sfilò la coda ed eccola li: un intera ciocca dei miei capelli neri corvini era diventata bianca; la guardai interrogatoria e lei senza scomporsi disse:
"L'anomalia. Vorrei che tenessi controllati i tuoi capelli. Se cambiano colore gradualmente ogni giorno o se solo quando usi i tuoi poteri. Spero tu capisca quanto sia importante che tu lo faccia e mi dica tutto"
"Certo, signora"
"Chiamami pure Margaret, dopotutto conoscevo tua madre" e senza dire nient'altro aprii la porta e mi cacciò letteralmente via. Avevo ancora più domande di quando ero entrata...fantastico! Stephan era ancora lì con il telefono e io mi lasciai letteralmente cadere a terra, per sedermi accanto ai suoi piedi e appoggiare la testa che ora girava per tutti i pensieri che avevo. Si sedette anche lui e io gli spiegai il tutto mostrandogli la ciocca colpevole:
"Beh, è carina"
"Di tutto quello che ho detto tu mi dici solo, che è carina?"
"Dai guarda il lato positivo" lo guardai con sguardo abbastanza irritato e interrogatorio e alzando le mani continuò:
"Non devi pagare il parrucchiere per un cambio di look" mi misi a ridere e nel mentre feci una treccia cercando di nascondere quella ciocca maledetta, cosa alquanto impossibile grazie alla differenza di tonalità tra tutti gli altri miei capelli, si poteva vedere anche lontano un miglio. Ci alzammo e andammo in mensa per la cena, presi delle patate al forno e nient'altro, la fame era completamente svanita. Mangiammo parlando del più e del meno, dei nostri gusti musicali, dei nostri cibi preferiti e di tante altre stronzate; tutti ci fissavano e mormoravano tranne Life e Athen che si erano sedute con noi. Una volta finito e dopo la millesima volta che Life diceva di volere anche lei i capelli bianchi perché -erano troppo fighi!!!- mi alzai e una volta salutate le due nuove amiche tentai di andare al mio dormitorio; Stephan si offrii di aiutarmi ma rifiutai, sarei stata bloccata li ancora per un bel po' di tempo e tanto valeva imparare la strada, o almeno provarci...mi persi circa tre volte fino a quando sconsolata cominciai a vagare a caso, buttai uno sguardo al numero delle stanze e con mia grande sorpresa, dovevo quasi essere arrivata, la mia era la 151 e quelle erano le 148, avanzai per qualche metro ed eccola finalmente la terra promessa! Presi la chiave che, per non perderla, aveva legato ad una catenina e l'avevo messa al collo, non feci in tempo a infilarla nella toppa che dalla porta davanti alla mia uscii il tipo strano seguito dal ricciolo, sulla soglia c'era il misterioso che ormai aveva un nome, Kal, in pantaloncini e maglietta. Spostai lo sguardo e tentando di fare più in fretta possibile feci scattare la chiave e mi richiusi la porta dietro, speravo che non mi avessero visto:
"Certo che sei proprio fortunata tu, è, Arya?" Parlai con me stessa e mi misi a ridere, in che diavolo di posto mi ero cacciata? Guardai sulla scrivania dove il mio portatile mi avvisava di alcune notifiche, Stephan mi aveva fatto il login nell'applicazione della scuola e c'era il profilo, prima di guardare le notifiche lo sistemai cambiando per prima cosa il nome, che il simpaticone aveva messo come "quella nuova, tanto il nome non lo vuole sapere nessuno", mi misi a ridere e guardai le notifiche, una era della preside con un calendario che dovevo rispettare per le lezioni settimanali e l'altro era Stephan che mi invitava a dolci sogni e una buona nottata, risposi ancora con il sorriso tra le labbra, -a domani simpaticone, ho novità da raccontare, novità brutte!!-
Fatto ciò, lo misi in stand by e con calma sistemai le mie cose, partendo dai pochi vestiti che sembravano ancora di meno nell'armadio gigante, riposi anche i vestiti che avevo prima della prova e che erano magicamente arrivati in un buco nel muro molto simile ai camerini del pomeriggio alla sala prove. Dopo qualche ora, stremata mi misi il pigiama, dei vecchi pantaloni di flanella e una maglietta consunta e mi buttai sul letto: era maledettamente comodo! Tempo di mettere la sveglia e già ero crollata in un sonno profondo ma inquieto.

Spazio autore
Chiedo umilmente scusa per il ritardo di questo capitolo, spero davvero che mi perdoniate, e per aiutarvi nel farlo, oggi farò uscire due capitoli invece di uno.
Se avete consigli, o semplicemente vi piace la storia, lasciate delle stelline ⭐️ e dei commenti, vi ringrazio di aver perso tempo a leggere il mio libro, buona giornata!

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