Capitolo 10

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Un dlin ripetuto mi fece risvegliare dal torpore del sonno, andai alla scrivania e con mia grande sorpresa notai di avere la casella dei messaggi quasi piena, i più erano di Athen che non faceva altro se non dire di andare a fare shopping nel pomeriggio per una festa, altri erano di Life che mi avvisava che ci sarebbe stata anche lei e uno, l'ultimo, era quello di Steph che mi informava che sarebbero arrivati da me per le 10.30; controllai l'orologio e, a mio malgrado, erano già le 10.25.
Sbuffando mi trascinai in bagno e mi diedi una sistemata, dopo qualche minuto un ciclone fece irruzione dalla porta:
"Io non ne capisco il motivo! É domenica e noi dove lo passeremo? In giro per il centro! Ma chi me lo fa fare?!!"
"Oh suvvia Steph! Te l'ha chiesto Athen dopotutto!"
"E brava Life! Difendi la tua migliore amica!"
Uscii dal bagno con il dentifricio in mano a vedere la scena esilarante dei miei tre amici che discutevano. Una volta che avevano ripetuto per l'ennesima volta i pro e i contro si decisero a salutarmi:
"Ben svegliata bella addormentata! Ma tu i messaggi non li leggi mai?!"
"Chiedo venia Athen, ma ero occupata a dormire"
"O a sognare il suo vicino di stanza" Life aveva già gli occhi a cuoricino e Stephan la fulminò con lo sguardo:
"Sbrigati a vestirti tu, lo shopping ci aspetta!" Mentre ascoltavo che parlavano di vestiti presi dall'armadio un jeans e una maglietta e mi diressi di nuovo verso il bagno, li cominciai a parlare, urlando un pochino per farmi sentire:
"Ma esattamente, perché fare shopping?"
"Ma come? Non lo sai? Stasera c'è la festa del solstizio d'estate! Prima ci sarà una specie di riunione con tutti gli studenti e i professori e la residenza, e poi ci sarà una pista da ballo pronta ad ospitare i nostri bei culetti spumeggianti! No tranquillo Steph tu puoi stare al bancone bar, come ogni anno" uscii dal bagno prima che Steph riuscisse a risponderle per le rime, preparai una borsa con dentro portafogli e altre cose inutili, feci uscire i tre e chiusi la camera a chiave.
"E come raggiungiamo il centro?"
"In autobus non ci sarà nessuno! Vedrai sarà divertente! Io ti vedo bene con un abito nero, per spezzare con i capelli! Non vedo l'ora!"
Passammo il tragitto discutendo sull'importanza della scollatura, una volta arrivati alla pensilina notai che non eravamo gli unici ad aver avuto quell'idea e quando arrivò il pullman ci ritrovammo schiacciati da una massa di adolescenti.
Arrivammo in centro, dove poche settimane prima ero solita andare a scuola, ci avviammo subito verso la via dei negozi per cominciare a guardarci in giro, ma all'ora di pranzo non avevamo ancora trovato nulla per noi ragazze, Stephan invece, che era il più restio tra tutti, aveva le mani colme di sacchetti:
"Io ho fame"
"Tu hai sempre fame Life" Stephan sbuffava ma in realtà si stava divertendo
"Che ne dite di una pizza? Qui vicino c'è un locale in cui la fanno buona" mi guardarono storto
"Ma come tu ci sei già stata qui?"
"Venivo a scuola da queste parti, si"
"E allora perché mi hai lasciata parlare come se fossi una guida turistica?"
"Oh, Athen era troppo divertente" scoppiammo a ridere e ci incamminammo verso la pizzeria; una volta arrivati ci sedemmo e mangiammo con calma, dopo un oretta pagammo e uscimmo.
Stavo camminando a braccetto con Steph quando notai la vetrina di un negozio che vendeva cose per disegnare, rimasi imbambolata:
"Ragazze, io vorrei entrare qui, voi andate avanti vi raggiungo"
"Sei sicura di voler restare da sola?" Steph mi guardava con aria interrogativa, e dopo averlo rassicurato un paio di volte mi lasciò sola. Comprai due blocchi da disegno, delle matite e del carboncino, sognando la prima lezione del corso d'arte, stavo uscendo ringraziando la commessa quando, una volta per strada andai a sbattere contro qualcuno.
"Oh scusa non ti avevo visto...Kal? Che ci fai qui? Cioè, è ovvio perché sei qui...oh al diavolo" feci per prendere la borsa con gli acquisti ma mi precedette:
"Tranquilla, Arya, è una domanda lecita, faccio un giro, e tu? Shopping?"
"Si, anche se non sono una a cui piace" risposi distratta mentre controllavo che non si fossero rotti i carboncini, e a mio malgrado uno giaceva distrutto, sul fondo della borsa.
"È stata cola mia, mi dispiace. Te ne prendo subito uno nuovo" non feci in tempo a replicare e mi prese per un braccio e si fiondò dentro la negozio
"Salve, mi scusi per sbaglio le ho rotto un carboncino,potrebbe portarcene un'altro?" La commessa guardava me e poi Kal, lo guardava come se fosse un biscotto al cioccolato, quando tornò glielo porse in un sacchettino e uscimmo.
"Davvero non dovevi, era solo un carboncino"
"Beh, mio il danno, mia la risoluzione! Allora, con chi andrai alla festa stasera?" Mi chiese, mettendosi le mani nelle tasche dei jeans
"Vado con Steph, Life e Athen, in teoria siamo venuti qui per comprare qualche vestito, ma non ho ancora trovato nulla in realtà"
"Scelta ardua, è? Che ne dici di quello in vetrina?"
"Come scusa? Ma quello è un vestito da cerimonia...si insomma, è troppo per me"
"Io non direi proprio" mi afferrò di nuovo il braccio e mi trascinò nel negozio, una commessa ci piombò davanti:
"Salve, come posso esservi utile?" Chiese, sorridendo un po' troppo al ragazzo in parte a me
"Ci servirebbe quel vestito in vetrina, credo che la taglia sia quella giusta, no?" Parlò senza degnare uno sguardo alla commessa, e lei lo notò molto malvolentieri, guardò me, e poi l'abito:
"Si penso possa andare, ve lo porto subito" Kal mi guardò con un sorriso ebete stampato in faccia
"A che gioco stai giocando, Kal?"
"Io? Non posso fare un regalo alla mia nuova amica?"
"No aspetta, cosa intendi con regalo?"
"Prendilo come un regalo di benvenuto nella nostra scuola" mi sussurrò all'orecchio quelle parole poco prima che la commessa arrivò con il vestito tra le braccia, mi fece cenno di seguirla e io, con ancora i brividi, la seguì zitta zitta.
Entrai nel camerino, infilai le gambe nel vestito e tirai su la cerniera sulla schiena fino a dove arrivavo, era un vestito magnifico, partiva in alto a essere nero e infine, alle caviglie diventava grigio, il tessuto era morbido e accogliente; mi stavo ancora guardando allo specchio quando sentii una voce femminile:
"Beh, no lei non può entrare li è il camerino" sentii dei passi frettolosi e dopo qualche secondo qualcuno tirò la tendina, Kal mi guardava esterrefatto e compiaciuto, mi fece voltare in modo da essere faccia a faccia:
"Spero che stasera mi concederai un ballo, signorina Demvire"
"Forse, Kal Lazar, forse" lo lasciai così, richiudendo la tendina e cominciando a cambiarmi, una volta uscita dal camerino con il vestito tra le braccia mi accorsi che era già alla cassa a pagare, quando mi avvicinai non feci in tempo a chiedere quanto gli sarebbe costato che subito, con una velocità impressionante, strappò il cartellino dal vestito, senza rovinarlo ne nulla e senza farmelo leggere. La commessa imbustò per bene l'abito e mi porse il sacchetto, guardando male Kal lo presi e uscii:
"Non avresti dovuto, davvero!"
"No, infatti ho voluto" mentre parlava guardava avanti, vidi i miei amici che ci raggiungevano e, di sorpresa, Kal si avvicinò a me, e sussurrò:
"Goditi il tuo regalo di benvenuto, Arya" fece un occhiolino e si allontanò. Rimasi imbambolata fino a quando Life e Athen non mi raggiunsero, seguito da uno Steph stremato:
"Oh mio Dio! Era Kal quello?"
"Si, Life, era lui e..."
"Oh diamine l'hai incontrato per caso? O ti ha seguita? No perché se è così è da maniaco"
"No Athen, non è come pensi..."
"Lasciatela parlare, allora cosa è successo? Ti ha fatto del male?"
"No! Steph! Anzi! Ci siamo incontrati qualche via più in là, mi ha fatto cadere la borsa, si è rotto un carboncino e me lo ha ricomprato, poi stavamo camminando ha visto un vestito in vetrina e me lo ha comprato..."
"Ti ha comprato un vestito!?!?"
"Oh cavolo, è una cosa seria allora"
"Ti ha invitata alla festa?" Chiese Steph
"No, insomma mi ha chiesto con chi ci andavo e che ci saremmo visti la...niente di più"
"E niente di meno direi! Avanti torniamo alla scuola. Dobbiamo renderti indimenticabile per il tuo principe azzurro" disse Life mandando un occhiata complice con Athen, sbuffai, quando viene in mente una cosa a quelle due è difficile farle cambiare idea! Steph rimase in silenzio, forse stava rivalutando Kal, o forse stava pensando a come farlo fuori in modo da far pensare a tutti che sia stato un incidente.
Una volta arrivati al dormitorio portammo tutto in camera mia, visto che era la più ordinata, Steph andò nella sua, la sua preparazione era ben diversa dalla nostra; le ragazze vollero subito vedere il vestito e rimasero scioccate dalla sua bellezza, anche i loro erano eleganti e molto belli, ma mai quanto il mio!
Impiegammo ben 2 ore e 20 minuti per renderci fantastiche, io, che avevo la mano più ferma di tutte, mi occupavo del trucco, Life dei capelli e Athen provava a farmi ricordare almeno parte dell'inno della scuola:
"Siamo ciò che siamo, è la nostra natura, siamo i guardiani della fiamma eterna...Arya ascoltami! Devi imparare!"
"Farò finta di dirla, lo giuro ora non mi entra in testa!"
"Ohhhn sei agitata per il tuo cavaliere è così?" Le tirai un cuscino e lei urlò, una volta finito di ridere uscimmo, eravamo pronte e bellissime; i corridoi erano deserti, andammo verso l'ala consigliare ed entrammo nella sala conferenze, non c'erano posti a sedere, erano tutti in piedi divisi per quadranti a seconda dell'anno che frequentavano, ci posizionammo vicino a Steph e poco dopo la preside cominciò a parlare:
"Benvenuti nella festa del solstizio, prima di cominciare alzate le voci e cantate con me, l'inno della nostra scuola"
Un coro di voci cominciò a parlare, io mimavo il movimento della bocca, concentrandomi sulle parole che sentivo fino a quando una mano non mi toccò la schiena:
"Sei bellissima, Arya" mi girai e vidi Kal prendendomi la mano e avvicinarla alla bocca
"Anche tu non sei male, Kal" lo guardia e si, stava davvero bene! Aveva un completo antracite che gli fasciava ogni muscolo e una cravatta che spiccava sopra la camicia bianca inamidata
"Grazie molte, di sicuro ci ho messo di meno di te a prepararmi" Risi, aveva ragione.
L'inno era finito, la preside parlava ma io non la sentivo, l'unica cosa che percepivo era la mano di Kal che ancora stava sulla mia schiena. Il discorso era quasi finito quando mi disse che ci saremmo rivisti più tardi, io annuì, ma lui non aveva ancora finito:
"Ho una cosa molto importante da dirti, Arya, stai con i tuoi amici. Non rimanere mai sola, ti raggiungerò io...siamo in pericolo qui...lo siamo tutti" le ultime parole erano un sussurro quasi impercettibile.
Rimasi sconvolta ma feci di tutto per non darlo a vedere.
Eravamo in pericolo, persone con poteri fuori dal comune, tutti, tutti in pericolo.

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