Capitolo 1

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La sveglia suonò all'improvviso e mi svegliai di soprassalto, il lenzuolo come ogni mattina era fradicio e non me ne badai più di tanto, mi accadeva sempre quando mi capitava di sognare quei strani capelli azzurri. Mi trascinai fuori dalla stanza diretta verso il bagno per farmi una doccia veloce prima di andare a scuola, fin da quando ero una bambina l'acqua mi ha sempre dato una certa marcia in più. Restai sotto il getto dell'acqua calda fino a quando non sentii una voce che mi diceva che era tardi, uscì controvoglia e tornai in camera ancora gocciolante, tamponai i capelli alla bell'e meglio fino a quando rimasero umidi. Presi dalla sedia un paio di jeans e una maglietta nera, riempii la tracolla con un quaderno a caso e con il blocco dei disegni con le varie matite e andai al piano di sotto dove ad aspettarmi c'era colei che aveva urlato poco prima: mia madre si trovava in cucina con indosso un pigiama e con tutti i capelli fuori posto, era una donna tuttofare e mi capiva...o per lo meno ci tentava. Gli diedi un bacio sulla fronte e lei mi sorrise facendomi cenno di sedermi di fronte a lei, io ubbidì sapendo che se non lo avessi fatto sarei stata costretta a sorbirmi lezioni sulle buone maniere e frasi del tipo "io almeno ci provo a parlarti!"
"Buongiorno Arya, hai dormito bene?"
"Si mamma, grazie e tu?"
"Si" fece una pausa e poi tiro fuori una busta e me la porse, continuava a spostare lo sguardo. La aprii e dentro c'era un bigliettino da visita giallo rosso e nero, era di uno studio di tatuaggi, la guardai in modo interrogativo e lei si mise a urlare:
"Buon compleanno! Per i tuoi 18 anni ti do il permesso di fare un tatuaggio piccolo e in un posto che non si vede, ecco le mie condizioni, affare fatto ?"
Mi alzai gettando per terra la sedia e la abbracciai, sapeva quale era il progetto del tatuaggio, sapeva che non era piccolo e sapeva anche che non era in un posto non visibile, ma era proprio questo che la faceva diventare la madre migliore del mondo! Controllai l'orologio e sobbalzai, erano già le 6.18! Presi una mela, baciai di nuovo mia madre e la salutai, presi al volo il felpone-gubbino e me lo misi velocemente uscendo di casa; la fermata dell'autobus era a pochi minuti e dovevo correre. Arrivai per un pelo e saltai sul pullman prima che le porte si chiusero, Paul l'autista, mi guardò:
" Ancora in ritardo Arya? Un giorno partirò anche senza di te! "
"Ma se stavi già per chiudere le porte e quasi mi schiacciavi!"
" Era per non far entrare il freddo, Biancaneve dei poveri ! " Paul aveva letteralmente azzeccato, capelli neri pallida in volto e labbra rosse, l'unica cosa che differiva tra me e la bella principessa Disney era che lei, i capelli, li aveva sempre acconciati benissimo. Notai di averli ancora umidi allora tenendomi in equilibrio mi feci una treccia molle a destra e tirai su il cappuccio ripresi la mela dalla tracolla e gli diedi un morso, salutai Paul e cercai posto per sedermi. Stranamente c'era moltissima gente e dovetti sedermi in parte ad una ragazza che dormiva.
Ero pronta per la solita giornata noiosa di scuola e misi le cuffiette, accessi la musica in riproduzione casuale e chiusi gli occhi.
Arrivammo in orario, augurai buona giornata a Paul e mi incamminai verso la scuola con malavoglia sempre con la musica accesa. Quando arrivai davanti al cancello incontrai il solito gruppo delle ragazze popolari e snob, le sorpassai senza degnarle di uno sguardo mentre Marilin Manson intonava 'Killing Strangers' nelle mie orecchie. Arrivai nella mia aula e contro voglia spensi la musica, mi sistemai al mio banco in parte alla finestra e cominciai a guardare fuori in soprappensiero, fino a quando non vidi uno strano tizio, vestito tutto di nero, giurerei che mi stava fissando, sconcertata tirai fuori il blocco e cominciai a disegnare quella figura che sembrava essere così interessata alla scuola.
I miei pensieri si fermarono quando la mia amica Sam mi salutò, e notai che la figura che prima era in strada ora era sul mio blocco.
"Hey Arya! Che combini? Wow, sembra Dracula" disse ridendo, era la mia unica amica per mia scelta, era l'unica che mi stava almeno un po' simpatica in tutta quella marmaglia di persone.
"Hey Sam! Indovina? Mia madre mi ha regalato il tatuaggio per il compleanno!" Lei si mise a urlare e mi propose di andare il giorno stesso, chiamai subito mia madre e lei acconsentì, ma solo se ad accompagnarci fosse stata lei.
La mattina scolastica passò in fretta, e non appena la campanella suonò piombammo fuori in un secondo.
Mamma era lì che ci aspettava, come promesso, e ci accompagnò prima a mangiare da Stanly, la nostra panineria di fiducia, e poi da Rose's per il tatuaggio.
Appena entrammo Taylor, il tatuatore, mi chiese cosa volevo fare e dove, io gli porsi un foglio, c'era una stella dei venti antica con una piuma che si incastrava nel mezzo, era semplicemente perfetta per me anche perché l'avevo disegnata io. Gli mostrai la nuca, propio poco sotto a dove lo volevo fare, sembrava soddisfatto della mia scelta e anche abbastanza trepidante di cominciare. Dopo due ore aveva finito, sentivo un pizzicore al collo e mi tirava la pelle,
"Avanti guarda! Non è la cosa più bella che tu abbia mai visto? Si, si, ringraziami pure non mi offendo!"
Il tatuatore continuava a riempire il suo ego, ma devo dire che aveva proprio fatto un bel lavoro! Era semplicemente perfetta proprio come l'avevo immaginata. Mia madre pagò mentre io e Sam confulabavamo sul fatto che era stupendo e che ne voleva uno anche lei, fino a quando il tipo con il soprabito nero di quella mattina non fece capitolino nel negozio.
"Signorina Arya Demvire, sono lieto di informarla che alla Mystics high school c'è un posto per lei, prego, faccia le valigie e mi segua". Rimasi interdetta, io alla Mystichs high school? No, c'era stato uno sbaglio, io non sono una mutante, non ho poteri strani, non può essere !
Mia madre chiese a Sam di chiamare sua madre e di farsi venire a prendere, poi mi prese per un braccio e mi portò alla macchina, sempre con il tipo con il cappotto dietro che ci seguiva.
"Mamma perché non me l'hai detto?! Sono una mutante? No c'è uno sbaglio vero? "
"Arya mi dispiace, mi dispiace tantissimo, non c'è nessuno sbaglio, i tuoi genitori mi avevano detto che sarebbe arrivato questo momento, ma non pensavo così presto! "
"Aspetta, cosa? Miei genitori? Ma mamma, io..."
"Arya io non sono la tua vera madre, ero la migliore amica di tua madre, ti affidò a me prima di morire. Mi dispiace di avertelo tenuto nascosto ! Volevo dirtelo stasera a cena! " Rimasi scioccata. Lei continuò a scusarsi, a parlare, ma io non la ascoltavo, non più. Era tutta una bugia. Tutta la mia vita una farsa. Volevo solo andarmene.
Preparai le mie cose, i miei disegni i miei libri, i miei vestiti. Quella che pensavo fosse mia madre mi accompagnò a questa scuola per mutanti, per cominciare a vivere davvero.
Appena arrivammo sul cancello c'era una scritta, NOI SIAMO CIÒ CHE SIAMO.

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