Apro casa con le chiavi che mi ha lasciato Fede e li trovo distesi nel divano, entrambi addormentati. Mi avvicino senza emettere suono e muovo delicatamente Fede. Apre gli occhi.
-ma se tu sei qua io devo essere al lavoro- si alza con cautela e si dirige verso il portone per prendere il cappotto e filare a lavorare -Fede, posso chiederti una cosa?- ma a quanto pare è già uscito. Sistemo Giulia nel divano e nel frattempo le sistemo anche la coperta che Fede le aveva messo di sopra.
Quando Giulia si è trasferita, avendo la stessa età, eravamo molto piccole e Fede si è sempre preso cura di noi dato che mamma ha sempre lavorato fuori e papà fa il ragioniere, quindi per la maggior parte del tempo è fuori casa, in studio.
-Fede, mi viene da rimettere- mugugna Giulia -non sono Fede, quindi fatti forza perché non posso prenderti in braccio- dico con voce strozzata mentre cerco di darle una mano per sollevarsi -Noemi, non ci arrivo in bagno- la lascio cadere sul divano, corro in cucina, prendo una bacinella e...appena in tempo: vomita dentro la bacinella. Cerco di tenerle i capelli con una mano e la bacinella con l'altra. Smette di rimettere e si distende tutta sudata. Corro in bagno e prendo un po' di asciugamani, ne inzuppo una di acqua fresca e la metto nella fronte del vulcano di cose schifose. Corro di sopra e mi vesto comoda: una vecchia tuta, scarpe da ginnastica, raccolgo i capelli con un mollettone a farfalla e scendo un elastico per Giulia. Le lego i capelli e vado a sciacquare la bacinella nel bagno con la pila, visto che è un po' più spazioso.
Ecco che sono le due. Oggi tocca a me preparare la pasta e date le condizioni di Giulia, oggi la condirò con un fili di olio. La porta si apre.
-eccomi!- urla la mamma dall'ingresso. Fa il suo ingresso in cucina -come va Giulia?- chiede -tutto apposto grazie- risponde la malata. Dopo due minuti fanno il suo ingresso anche papà e Federico.
Divido la pasta nei piatti e vado a prendere posto tra Fede e Giulia. Si parla del più e del meno.
-com'è andata oggi a scuola?- chiede papà -apposto, solo che quando stavo uscendo il professore di matematica mi ha bloccata e ha chiuso il discorso dicendo che voleva parlare con te o con mamma.- rispondo dopo aver bevuto un sorso d'acqua. Mi torna in mente Nicolas -Fede tu hai mai visto Nicolas, quello nuovo che hai detto che oggi non veniva, in faccia?- chiedo curiosa -si!- risponde -potresti descriverlo?- chiedo. Voglio capire se è il Nicolas che ho incontrato oggi a scuola. Per come lo descrive Federico, il Nicolas che conosce lui corrisponde a quello che conosco io -e poi ho saputo che va nel tuo stesso istituto. Perché hai voluto sapere di lui?- termina -siccome oggi nell'orario di ricreazione le oche mi hanno gonfiato la testa quanto un pallone e allora lui ha detto di lasciarmi stare. Ha detto che è nuovo e quindi pensavo potesse essere la stessa persona che lavora con te- spiego -hai pensato bene- sorridiamo.
-Noemi!- mi chiama la mia amica; intuisco e vado a prendere la bacinella e invito tutti a voltarsi dalla parte opposta. Le lego i capelli ed ecco fatto. Smette, le metto un'altra asciugamano bagnata in fronte e vado a sciacquare il recipiente e torno a tavola.
-ragazzi ho una notizia!- annuncia mamma -bella o brutta?- chiediamo io e Fede -per me bella, per voi non so- sorride sotto naso -sputa il rospo- dice scherzoso Fede mentre io bevo. Siamo tutti girati verso mamma tranne Giulia, di cui ho la faccia davanti la faccia. -ho trovato un posto di lavoro fisso...- comincia e io e Fede le facciamo cenno col capo di continuare. Io sto ancora bevendo -a Modena!- termina e a quel punto sputo l'acqua in faccia a Giulia. Lei mi guarda stranita -vabbè che volevi rinfrescarmi, ma non pensavo intendessi in questo modo- dice abbastanza irritata -scusa- le rispondo mentre le asciugo la guancia con un tovagliolo. Ditemi che sto sognando, perché se è così questo è un incubo. Io dovrei lasciare i miei parenti, il mio paese e i miei corsi scolastici, che diciamocelo, non hanno tanta importanza in questo momento, solo per uno stupido posto fisso? Cambiare vita, casa, amici, scuola, routine... non mi sento psicologicamente pronta.
-quando dovremmo partire?- domanda Fede freddo facendomi ritornare giù dalle nuvole
-prossima settimana- risponde mamma -ragazzi lo so che sarà difficile, ma...- comincia poi Fede la interrompe dicendo -niente ma, io salgo in camera- e senza proferire altra parola, sale al piano di sopra.
Tutti mi guardano. -devo andare da lui perché sono l'unica con cui si esprime, parla dei suoi problemi e bla bla bla...vero?- dico rivolgendomi a papà e lui, in tutta risposta annuisce. prima di imboccare le scale sporgo un po' la testa -papà, poi ti devo parlare- e poi salgo per dirigermi in camera di Fede.
#spazioautrice
Hello everybody. Ecco cosa stravolge non solo la vita dei ragazzi, ma anche di tutta la famiglia. Un bacio e al prossimo capitolo.
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Da quando ci sei Tu
FanfictionLe vite di due fratelli, Noemi e Federico, cambiano radicalmente con un posto di lavoro offerto alla madre nella città di Modena