Capitolo 3- Casa mia

346 22 4
                                    

"Certo che quel letto stona molto con tutto il resto" commenta Lee sorridendo. Si guarda intorno come per vedere se tutto fosse ancora come se lo ricordava, anche se non capisco perché mai dovrebbe esser già stato nella casa di Artemide.
"Sei già stato qui?" chiedo sedendomi sul letto e distendendo la gamba.
La caviglia non mi pulsa quasi per niente a confronto delle mie guance: questo ragazzo mi fa sentire molto strana. Non è però un senso di disagio ma è più un qualcosa di intrigante e complesso che mi affascina. Ignorando completamente la mia domanda, siede a sua volta e prende delicatamente la mia gamba dolorante per appoggiarla sulla sua. Mi sfila la scarpa e arrotola i pantaloni. Poi afferra una piccola valigetta, che aveva preso dalla casa di Apollo prima, contente erbe curative e pozioni, e comincia a frugare al suo interno. Ha un'espressione rilassata ma attenta e lo sguardo, prima intento alla ricerca di una determinata cura, sposta la sua attenzione verso di me e appoggia l'indice sulla mia caviglia.
"È qui che ti fa male, giusto?" domanda spingendo in un punto preciso, quello che mi fa più male, e facendomi sussultare per il dolore. "Ho capito" si risponde da solo.

Senza levare il dito, ma alleggerendo la pressione, prende un barattolo con dentro un'essenza profumata per poi metterne un po' su quel punto e spingendo sul nervo per avvolgerci alla fine una fascia intorno. Io rimango in silenzio ad osservarlo durante tutta la procedura. È molto preciso e professionale, e questo mi rassicura ma mi lascia un lieve senso di soggezione. Chiude la fascia e rimette tutto a posto nella valigetta.

"Domani potrai camminarci, anzi addirittura correrci su. Sarà come nuova!" mi informa, come se fosse appena tornato alla realtà. "Grazie mille non so davvero come ringraziarti" rispondo garbatamente. La caviglia comincia già a farmi meno male. "E di che. Comunque sì sono stato molte volte qui: mi piace tantissimo è la più maestosa tra tutte le dodici case, secondo me, forse perché non ci ha mai abitato nessuno di fisso. Sai questa non era stata progettata per essere una casa ma per essere un tempio. A volte ci alloggiano le cacciatrici ma sono delle selvagge che non hanno bisogno di nessun comfort e perciò figurati se si siano messe ad arredarla! Una cosa davvero troppo femminile per loro" risponde lui, dopo più di mezz'ora dalla mia prima domanda.

Più sto in questo campo e più mi sento un'intrusa. Sto vivendo nel tempio di mia madre perché lei non ha una casa in questo campo, perché in teoria non avrebbe mai dovuto avere una progenie. Eppure, eccomi qua!

Comunque ripensandoci, Lee ha appena detto che qualcun'altro ha già abitato questo tempio in passato delle certe... "Chi sono le cacciatrici?" domando. "Sono delle seguaci di tua madre. La seguono nelle sue avventure per i boschi, promettendogli castità e fedeltà assoluta. Da quel momento smettono di crescere e possono morire solo se uccise. Sono molto forti, ogni volta che vengono ci battono a 'Caccia alla bandiera' umiliandoci miseramente. Sai tutti si aspettano che anche tu un giorno ne faccia parte" spiega gentilmente. "No non penso che faccia per me, e a quanto pare neanche per mia madre dato che lei per prima ha infranto il voto..." faccio notare incupendomi. Abbasso lo sguardo e scoppio in lacrime.

Piango per la pressione, piango per mio padre, piango perché mia madre non si è mai fatta viva, piango perché sono la sua vergogna e uno scandalo vivente, piango. Lee, che è ancora molto vicino a me, mette il mio viso tra le sue mani e si avvicina guardandomi negli occhi. I suoi occhi sono così grandi ed espressivi e il suo sguardo intenso ma sereno.

"Mi dispiace di aver dato uno spunto a questo discorso, non volevo questo. Ma hey, se tua madre non avesse fatto quell'errore tu non saresti mai nata
e il campo mezzosangue si sarebbe perso un gran bel pezzo di semidea, emh volevo dire una ragazza molto forte e potente. So che anche tuo padre è un mezzosangue perciò tu avrai dei poteri straordinari che saranno molto d'aiuto a tutti noi, soprattutto in questo periodo abbastanza critico" mi conforta teneramente. "Grazie e non ti preoccupare: avevo bisogno di sfogarmi perciò avrei fatto saltar fuori questo discorso da qualsiasi cosa avresti detto. E anche se tutti parlate di questi poteri, io non sono molto sicura di averne" ammetto onestamente. "I tuoi poteri sono dentro di te, non dubitarne mai Jane. Si sente a pelle quanto potenziale tu abbia e anche per questo saresti davvero un bell'acquisto per le cacciatrici. Ma adesso sei qui e ti posso assicurare che questo è il posto giusto per scoprire le proprie abilità e imparare a gestirle. Il tuo potenziale verrà fuori da sé, dagli tempo" mi incoraggia Lee. Annuisco e lui mi guarda.

MY BAD HERO {Luke Castellan}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora