*2* Zucchero filato rosa confetto

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Derek. Bene, ora Stiles poteva associare un nome -fantastico per quel che gli riguardava- al belloccio. Per tutta la serata i due non riuscirono a staccare gli occhi l'uno dall'altro, e quando uno notava che l'altro lo stava fissando, si sorridevano, sebbene Derek apparisse un poco freddo. Tanto meglio, a Stiles piacevano i ragazzi freddi. E il ghiaccio. E i cubetti di ghiaccio che accarezzano eroticamente le natiche... Ok basta. Stiles si stava divertendo un mondo ad ammirare Derek, anche dopo che Lydia era sparita per flirtare con il barista biondo. Notò i polpacci e i bicipiti scolpiti, i pettorali marmorei cosparsi da una lieve peluria scura e persino gli addominali definiti, che intravide quando Derek afferrò una bottiglia di vodka alla pesca posta in alto. E Derek stava facendo la stessa cosa con lui. Aveva già rotto due bicchieri per la distrazione, a forza di fissare Stiles. Quest'ultimo se la rideva, sapendo che Derek era distratto a causa sua. Derek ammirò il viso perfetto di Stiles, con quel bellissimo naso all'insù, i piccoli nei sparsi qua e là e quel sorriso perfetto. Fece pensieri un po meno casti, invece, riguardo al corpo. Avrebbe voluto...... Ruppe un altro bicchiere e Stiles si alzò, sorridendo, dirigendosi al bancone da lui. Un paio di ragazze di al massimo quindici anni -ma che ne dimostravano venticinque per come erano conciate- gli tagliarono la strada e si piazzarono direttamente di fronte a Derek.
Le due cinguettarono all'unisono:
"Ciao!"
Derek guardò velocemente Stiles, che rimase fermo, ad osservare la scena.
"Ciao..."
La bionda, con la minigonna rossa e le calze a rete, disse:
"Sei interessato a una cosa a tre?"
Stiles sbarrò gli occhi e Derek le guardò basito.
"Sto lavorando, non vedete?"
La mora rispose:
"Mica adesso, sciocchino. Quando finisci di lavorare..."
"Sono fidanzato."
Stiles arricciò il naso. Le due ridacchiarono:
"La tua ragazza non lo verrà mai a sapere."
Derek guardò di nuovo verso Stiles, che assisteva alla scena a braccia conserte, a metà tra il divertito e lo sconcertato.
"A dire il vero, è un ragazzo."
Le due arrossirono e risposero a disagio:
"Oh... beh... ok... dimentica tutto. Ci daresti allora due vodka e soda?"
"Li avete i documenti?"
"Ecco... no, però..."
"Allora non vi darò niente. Non li avete diciotto anni. Volete due lattine di coca cola alla ciliegia?"
Le due sbuffarono e risposero:
"No, fa niente. Ce ne andiamo."
Sì girarono e sculettando uscirono dal bar. Stiles si avvicinò lentamente al bancone, Derek sembrava molto interessato all'etichetta di una bottiglia di whisky.
"Ciao..."
Derek sollevò il volto e finalmente guardò Stiles negli occhi. E il dolce caramello degli occhi di Stiles si tuffò nel verde oceano di quelli di Derek.
"Ciao... Mi dispiace che tu abbia assistito alla scena di poco fa..."
"Non fa niente. Te la sei cavata bene."
Stiles sorrise e Derek ricambiò.
"Sono Stiles, comunque."
"Mi piace il tuo nome. Sei venuto per ordinare, Stiles?"
Stiles appoggiò i gomiti sul bancone, inclinandosi in avanti.
Cristo... Non può avvicinarsi a me così!
Derek arrossì lievemente ma Stiles sembrò non notare la sua agitazione.
"A dire il vero volevo chiederti se potessi staccare un po prima. Tipo, adesso."
Derek esultò interiormente, ma fece ricorso al proprio -al momento scarso- autocontrollo, cercando di rispondere il più sensatamente possibile.
"Sto lavorando, Stiles. Prendo seriamente il mio lav... Oh, hai una ciglia sulla guancia."
Stiles sorrise e si strofinò la guancia con la mano:
"L'ho tolta?"
Derek si avvicinò, si piegò in avanti e sfiorò leggermente lo zigomo del ragazzo più giovane, levandogli il piccolo intruso. Stava ritirandosi, quando Stiles afferrò il colletto larghissimo della sua maglietta, scoprendone i pettorali.
"Avanti, Derek. Sei sicuro di non potere smettere ora? Sono già le undici, mi hai detto che finisci a mezzanotte... Non c'è qualcuno che può coprire la tua assenza?"
Stiles fece scorrere lo sguardo sul corpo di Derek, senza riguardo. La maglietta era talmente tesa che riusciva a vedere persino l'ombelico del barista, dal quale partiva una folta striscia di peli, giù, fino al....... Derek sbuffò:
"Sei sempre così insistente?"
"Solo con le cose che mi interessano."
Derek posò la bottiglia di whisky.
"Volendo potrei far finire il mio turno a Isaac; sai, mi deve un favore."
"Direi che è perfetto! E questo Isaac è...?"
"È nel retro con la tua amica dai capelli rossi. Ha appena finito, lui."
"Oh! Isaac è il barista biondo..."
"...Che ci stava provando spudoratamente con la tua amica, già."
Stiles rise:
"Lydia. Si chiama Lydia."
Derek annuì. Stiles riprese:
"Come è? Come ragazzo intendo."
"Perché, sei interessato?"
Stiles scosse la testa:
"Ma no, scemo. Voglio solo sapere se è ok. Sai, per Lydia."
Derek mise a posto una bottiglia di tequila e fece segno a Stiles di seguirlo.
"Non devi preoccuparti, Isaac è apposto. È tipo il mio migliore amico, o qualcosa del genere."
Stiles gli osservò il sedere.
"Non sembri convinto."
Derek sbuffò:
"Lo sono. C'è sempre quando ho bisogno di lui."
"Quando devi svignartela coi bei ragazzi?"
Derek si girò a guardarlo, corrugò la fronte e Stiles arrossì.
"...O... Con le ragazze?"
Derek si rigirò e sorrise malizioso. Stava confondendo Stiles e gli piaceva. Il ragazzo era davvero bello quando veniva intimidito.
"Vieni, te lo presento."
Stiles sentì una sorta di piccola fitta allo stomaco in seguito alla risposta dell'altro. Tentò di ignorarla. Derek lo condusse in uno stretto corridoio illuminato da piccolissime lucine natalizie. Raggiunsero una porta di legno verniciata di nero e la attraversarono.
"Lydia!"
Stiles rimase stupito dalla scena che gli si parò davanti. Si aspettava di trovare Lydia contro un muro, con Isaac che la accarezzava in luoghi poco consoni, e invece i due erano seduti su una pila di ceste di frutta, intenti a tagliare angurie, mele e frutti della passione.
"Ciao, Stiles! Isaac mi ha promesso di insegnarmi a preparare questo cocktail che mi sembrava delizioso; si chiama Venere, l'hai mai assaggiato?"
Stiles non poté fare a meno di sorridere. Così era Lydia. Imprevedibile, sempre. Stiles si avvicinò e le rispose:
"No, mai provato -e, tendendo una mano al ragazzo seduto accanto a Lydia- Piacere, Stiles."
Il biondo sorrise e disse:
"Piacere, Isaac. Mi scuserai se non ti stringo la mano, ma sono sporco di anguria."
Stiles contraccambiò il sorriso e replicò:
"Figurati, non c'è problema. Comunque ora sarai tu a dover scusare noi."
Stiles guardò Isaac timidamente. Derek intervenne.
"Amico, ho avuto un contrattempo. Cora è rimasta a piedi un'altra volta e mi ha chiesto di andare a prenderla. Finiresti il turno per me?"
Isaac si accigliò un secondo ma rispose subito:
"Certo Der! Lydia può venire di là e terminare la ricetta sul bancone. Alla fine vedremo se è uscita bene e potremmo persino vendere quella che avanza."
Lydia sorrise e Isaac le fece l'occhiolino. Isaac abbracciò Derek, che disse:
"Sei un grande. Ci vediamo domani."
Stiles baciò Lydia sulla guancia e le bisbigliò in un orecchio:
"Spero non ti dispiaccia se vado con lui. Vuoi le chiavi della jeep?"
Lydia gli diede una piccola gomitata:
"No, tranquillo. Mi faccio portare a casa da Isaac. Ci vediamo domani."
"Ciao, divertiti."
Lydia sorrise sornione e ammiccò:
"Anche tu."
Stiles voltò gli occhi al cielo ma non poté fare a meno di ridacchiare.

- - - - - - -

"Hai detto una bugia al tuo migliore amico! Come puoi dormire la notte??"
Derek alzò gli occhi al cielo e rispose:
"Lo so, non riesco a guardarmi allo specchio."
Stiles ridacchiò:
"Allora sai scherzare!"
Derek sbuffò e sbloccò le portiere della propria auto.
"Allora, Derek. Dove andiamo? Visto che presumo che nessuna fantomatica Cora sia rimasta a piedi e abbia bisogno di un tassista."
"Cora è mia sorella, ed è già successo che dovessi andare a prenderla senza preavviso. Comunque, sei stato tu a farmi staccare in anticipo. Dovresti dirmi tu dove andare."
Stiles si sedette sul sedile del passeggero ed esclamò:
"Che ne dici del Luna Park? Sarà divertente, e possiamo prendere i pop corn, che ne dici? A proposito, bella macchina!"
Derek mise in moto la Camaro nera, lucidata quello stesso pomeriggio.
"Ti ringrazio. Vada per il Luna Park, allora. Nel frattempo, guarderesti sul sedile posteriore? Dovrebbe esserci una borsa con i vestiti di ricambio. Non posso andare in giro così, di certo."
Non mi dispiacerebbe affatto se andasse sempre in giro vestito così. Ha un gran bel...
"Trovata."
"Grazie."
Il tragitto fu davvero breve; talmente breve che i due riuscirono a scambiarsi solo un paio di battute sui rispettivi cibi e colori preferiti. Fu così che Stiles scoprì che il colore preferito di Derek era il blu e Derek scoprì che Stiles adorava la pizza. Ma cosa più importante, Derek scoprì che il ragazzo più giovane non chiudeva la bocca un singolo secondo. Quando non gli poneva una domanda divagava da solo su argomenti del tutto casuali. Il clima? Il caffè? Persino le gomme da masticare.
"Oh! Siamo arrivati!"
"Tu scendi e vai pure a comprare i biglietti, se non ti dispiace. Io due minuti che mi cambio e ti raggiungo."
Stiles fece come gli era stato chiesto, e qualche minuto dopo passeggiava con un Derek in jeans e attillata maglietta nera (Ommioddio, quasi meglio di quella bianca. Posso vedere....) davanti alle attrazioni. Stiles mise casualmente una mano sulla spalla di Derek e gli chiese:
"Che ne dici dello zucchero filato? Possiamo condividerlo."
"Non volevi i pop corn?"
Stiles rise.
"Cambio idea ogni cinque secondi."
Derek arricciò il naso ma annuì.
"Lascia che paghi io. Sono stato un idiota prima. Non ti ho nemmeno dato i soldi per il biglietto."
Stiles sorrise e alzò le sopracciglia in modo buffo:
"E dove stava scritto che dovessi pagare tu?"
Derek si strinse nelle spalle e si diresse alla bancarella dei dolciumi. Qualche minuto dopo i due stavano strappando soffici pezzetti di zucchero filato rosa, gustandoli pigramente. Stiles prese Derek sottobraccio e lo trascinò verso la ruota panoramica. Derek si stupì di come il ragazzo avesse preso già totale confidenza con lui. Non poté fare a meno di sorridere. Solitamente Derek era solitario, o quanto meno stava nel suo ed era piuttosto diffidente. Ma con Stiles era diverso. Dopotutto era stato lui a chiedergli di uscire con quello stupido biglietto. Gli piaceva? Probabilmente. Si sarebbe lasciato andare almeno quella sera, per divertirsi con Stiles? Forse. Presero posto su un divanetto della ruota panoramica, abbassarono la barra di sicurezza e si ritrovarono in meno che non si dica in cima, a trenta metri da terra, con il panorama mozzafiato della New York notturna di fronte a loro. Stiles disse:
"Non ero così felice da tanto tempo. Ti conosco da neanche tre ore eppure mi sembra di averti sempre conosciuto."
Derek gli sorrise.
"Come mai non eri felice? Sembri così... Euforico. Pensavo lo fossi sempre."
Stiles rise e rispose:
"Solitamente lo sono. È stato solo un brutto periodo. Pensavo di essere sempre di troppo, non volevo più uscire di casa. È stato un miracolo che Lydia sia riuscita a farmi uscire, stasera."
Derek annuì. Guardò in alto e osservò le stelle, in silenzio. Poi:
"Posso farti una domanda, Stiles?"
"Certo!"
I due si guardarono negli occhi.
"Stiles non è il tuo vero nome, vero?"
Derek pensava che Stiles si sarebbe arrabbiato, invece il ragazzo scoppiò a ridere.
"No, haha. Ma il mio vero nome è terribile, davvero. Non riusciresti nemmeno a pronunciarlo. Per tutti io sono Stiles."
Derek aprì la bocca per parlare ma la richiuse. Poi si decide a chiedere:
"Me lo dirai mai? Il tuo vero nome, intendo."
Stiles rise ancora.
"Forse."
La ruota panoramica, che fino ad allora era rimasta ferma e li aveva lasciati in cima, riprese a girare. I due sussultarono, si sorrisero e raggiunsero la terra, per poi riprendere a vagabondare a braccetto.

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