*5* Pantaloncini verde acqua

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Stiles passò i quattro giorni successivi a dare il tormento a Derek. Gli mandava messaggi di continuo, persino durante le lezioni, sebbene si vedessero ogni giorno alla lezione di Letteratura. Derek rimproverava Stiles, imponendogli di prestare attenzione. Ma Stiles non ascoltava. Non poteva. Derek era diventato una droga, ormai. E forse Derek ancora non lo sapeva, ma anche Stiles era diventato una droga per lui. Senza accorgersene, iniziò a sorridere ogni qual volta il cellulare gli vibrava, preannunciando un nuovo messaggio da parte di Stiles. Le giornate trascorrevano tranquille: Stiles aveva lezione con Derek dalle 9 alle 10 tutte le mattine, e i due non vedevano l'ora di passare quella breve ora insieme. O quasi insieme. Be', lanciarsi qualche sguardo ogni tanto gli andava più che bene.
Venerdì, nella pausa pranzo, Derek sedeva in aula mensa, al tavolo dedicato ai docenti. Stava parlando con Donna -o meglio, la professoressa Thomas-, l'insegnante di Giurisprudenza, quando Stiles gli si avvicinò.
"Buongiorno, professor Hale."
Derek corrugò la fronte. Stiles sorrise e poggiò sul tavolo una pila di fogli.
"Le ho portato i saggi brevi su Edgar Allan Poe che..."
Il cellulare della professoressa Thomas squillò.
"Oh! Scusa Derek. È una chiamata urgente che attendo da tutta la settimana. Continuiamo il nostro discorso domani."
"Figurati, a domani."
Donna si alzò e si allontanò. Stiles fu più veloce di un fulmine e mise qualcosa nella tasca della giacca di Derek.
"Ci vediamo stasera, Der."
Derek sollevò un sopracciglio ma lo salutò. Mise la mano in tasca, afferrò l'oggetto misterioso saldamente e questi gli si frantumò tra le dita. Lo estrasse e vide di aver distrutto un biscotto della fortuna. Sbuffò divertito ed estrasse il famoso biglietto, pulendolo dalle briciole.
Tύχη είναι με το μέρος σας! Θα περάσετε το βράδυ με ένα από τα πιο τρομερή αγόρια της Γης!
Stiles, che cazzo!
Derek si affrettò a scaricare un dizionario gratuito di greco antico sull'iPhone. Ci impiegò circa dieci minuti per tradurre parola per parola e comprendere infine il senso della frase.
La fortuna ti è vicina! Passerai la serata con uno dei ragazzi più formidabili della Terra!
Derek sollevò gli occhi al cielo, ma non poté far altro che sorridere.

- - - - -

Quella sera Stiles arrivò al Pineapple Twist giusto in orario per l'apertura del locale, alle sette.
"Ehi."
Derek si voltò, sorpreso.
"Ehi! Non pensavo venissi qua così presto."
"Non avevo niente di meglio da fare."
"Non c'è problema. Isaac arriva tra dieci minuti, e gli altri ragazzi invece arrivano per le nove."
Stiles lo seguì all'interno del locale. Derek accese l'interruttore e le luci al neon illuminarono la stanza.
"Niente maglia e pantaloncini sexy, stasera?"
"Purtroppo sì, vado a cambiarmi. Mi faresti un favore? Tireresti giù le sedie dai tavoli?"
"Certo! Nessun problema."
Derek si diresse alla toilette e vi entrò. Stiles era già a metà del lavoro quando lo sguardo gli cadde sulla porta semi-chiusa del bagno. Attraverso lo spiraglio vide Derek senza maglietta; gli venne voglia di correre a leccargli i pettorali scoperti.
Okay, datti una regolata, Stiles. Non hai quindici anni.
Stiles deglutì rumorosamente quando Derek levò anche i jeans scuri, rimanendo soltanto in boxer.
Oddio.
Spalancò gli occhi quando Derek afferrò l'elastico delle mutande e iniziò a farle scivolare verso il basso. Stiles fece cadere una sedia. Derek si sporse per vedere cosa fosse successo, le mutande ancora al loro posto.
"Tutto ok?"
"Io... Tu... Le mutande... Eh?? La sedia? Ommioddio sto zitto."
Derek sorrise vedendolo in imbarazzo, per poi chiudersi nuovamente in bagno, questa volta con la porta chiusa.
Senza ulteriori intoppi, i ragazzi sistemarono il pub e si sedettero a un tavolino, in attesa dell'arrivo di Isaac. Il telefono di Derek vibrò.
"È Isaac."
Lesse il messaggio e Stiles fece fatica a decifrare le emozioni che apparvero sul suo volto. Rabbia? Forse. Ne ebbe la conferma quando Derek si alzò e lanciò la sedia a terra. Stiles sbarrò gli occhi.
"Che ti prende?"
Derek si morse con forza un pugno, per poi ringhiare:
"Mi prende che ho dei colleghi rincoglioniti. Isaac ha scritto dicendo che ha l'influenza e non riesce a venire. Ha avvertito Alex e Jason ed entrambi gli hanno detto che ho dato loro la serata libera, quando invece avevamo pattuito per settimana prossima. Mi spieghi come faccio a stare dietro a tutti i clienti, da solo??"
Stiles si morse il labbro inferiore, poi disse:
"Posso aiutarti io, se vuoi. E anche Scott. Lo chiamo e gli dico di venire, tanto Allison usciva con Lydia stasera."
"Non c'è bisogno di disturbare Scott. E nemmeno tu devi aiutarmi."
"Ma io voglio! D'accordo, non chiamerò Scott, ma lascia che io ti aiuti!"
Derek sembrava avere una lotta interna, ma alla fine disse.
"Ok. E... Dovresti indossare la maglietta e i pantaloncini, se non ti fa niente."
Stiles arrossì.
"Uhm, okay. Quelli azzurro-acqua, però. Non ci penso nemmeno a mettere quelli fucsia."
Derek rise e gli porse la maglietta scollata e i pantaloncini, presi da sotto il bancone.
"Ti va di prendere gli ordini? Io starò al bancone a preparare i drink."
"Perfetto."
Stiles si chiuse -a chiave- in bagno e ne uscì praticamente nudo.
"Derek ma che cazzo! Mi coprono appena l'inguine questi pantaloni! Per non parlare della maglietta, che ha uno scollo talmente largo che mi si vede l'ombelico."
Derek gli lasciò uno sguardo d'ammirazione:
"Secondo me stai benissimo."
Graduazione rosso-pomodoro non descriverebbe appieno la colorazione che assunse il volto di Stiles.
"Oh be'... grazie."
La porta del locale si aprì ed entrò una comitiva di sette ragazzi. Stiles volse gli occhi al cielo e borbottò:
"Pronti a fare infinite figure di merda."
Sì stampò in faccia un sorriso a trentadue denti e accolse il gruppo, mentre Derek andava dietro il bancone, divertito.

- - - - -

"Giuro che se un'altra ragazza o ragazzo mi chiede se sono single mi metto a urlare."
Stiles picchiò due bottiglie di birra vuote sul bancone. Derek rise.
"Stiles, sei stato grandioso, ma è già quasi l'una. Puoi smettere adesso."
"No, Der. Come puoi continuare da solo?"
"Non c'è problema. Guarda, sono gli ultimi venti clienti. Mezz'ora e se ne andranno. Ci vediamo lunedì a scuola, ok?"
Non voleva che se ne andasse, ma lo aveva trattenuto fin troppo. La serata doveva andare diversamente. Avrebbe finito il turno alle undici e avrebbe portato Stiles a fare un giro in macchina. E lo avrebbe riaccompagnato a casa. E lo avrebbe baciato sulla soglia di casa. Ormai i programmi erano rovinati e comunque Stiles era arrivato in macchina.
"Derek, sei sicuro?"
"Sono sicuro. La prossima volta andrà tutto secondo i piani. Avremo un'uscita fantastica."
Stiles rispose:
"Derek, a me è piaciuto stasera. Sono stato comunque con te, e questo vale molto per me."
Derek sorrise. Poi Stiles lo abbracciò. Inizialmente ristette un attimo, poi strinse a sé il ragazzo.
"A lunedì."
"A lunedì."
Derek riuscì a sentire una leggera nota di tristezza e delusione nella voce di Stiles.

- - - - -

"Laura e Peter mi hanno invitato a passare il fine settimana a Chicago, tra due settimane."
Era lunedì mattina e la lezione di Letteratura era appena finita. Il docente di Arte di Stiles era assente, quindi il ragazzo si trovava da solo con Derek, nella sua aula.
"C'è una festa alla quale vogliono che io partecipi. Una specie di inaugurazione o qualcosa del genere per l'impresa di famiglia. Mi chiedevo... Dio, è così stupido."
"Dimmi, Derek."
"No, sono un idiota. Ci conosciamo da neanche due settimane e già ti trascino nei casini della mia famiglia."
"Derek..."
Stiles baciò Derek sulla punta del naso.
"...Dimmi tutto."
Derek inspirò e prese coraggio.
"Mi chiedevo se ti andasse di venire con me. È un party lavorativo, una cosa tranquilla. Ci sarà un po' di musica classica e qualche flûte di champagne. E dovremo indossare delle maschere, quindi non devi temere nulla."
Stiles sollevò un sopraccigliò e Derek si mise le mani in faccia.
"Te l'ho detto, era un'idiozia. Dimentica tutto."
Stiles prese le mani tra le sue e le accarezzò.
"No! Der, è fantastico! Ci andremo insieme!"
Derek pensò di aver capito male.
"Dici sul serio?"
"Certo! Sarà fantastico! E poi ci sarà lo champagne, quindi..."
Derek sorrise:
"Ti impedirò certamente di ubriacarti."
Stiles lo guardò offeso.
"Non ho mai detto di volermi ubriacare."
"Dai, sto scherzando. Se hai tempo, oggi pomeriggio possiamo andare in un negozio, comprare una maschera veneziana e uno smoking... Ti va?"
"Penso sia un'ottima idea."

STEREK || RosesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora