*3* Wannabe

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"Allora, Derek. Raccontami qualcosa di te. Cosa ti piace fare? E la tua famiglia? Hai fratelli?"
Derek si incupì. Stiles lo notò e strinse lievemente il bicipite di Derek con la mano.
"Scusami. In fin dei conti ci conosciamo da troppo poco. Non volevo essere scor..."
"Stiles, va tutto bene. Non è colpa tua. È solo che..."
Derek fece una piccola pausa e Stiles attese, pazientemente.
"Preferirei non parlarne ora."
"Va bene, nessuna pressione. Quando sarai pronto, ci sarò."
"Ti ringrazio. Ora dimmi qualcosa di te, ti va?"
Stiles si sedette su una panchina laccata di rosso e oro e Derek si sedette in parte a lui.
"Mia madre è morta quando ero ancora un bambino. Mio padre è lo sceriffo di una piccola cittadina, in California. Non ho fratelli né sorelle ma il mio migliore amico Scott è come se lo fosse; lo stesso vale per Lydia. Tra una settimana noi tre iniziamo l'università; nel tempo libero mi piace dipingere -adoro l'arte in generale, a dire il vero- e tirare con l'arco con Allison, la ragazza di Scott. Amo alla follia le rose, il loro profumo, il loro sapore, tutto. E niente, odio il pesce."
Derek si accigliò ma rispose:
"Sei un treno!"
Stiles rise e fece una smorfia buffa. Derek riprese:
"E mi dispiace per tua mamma. Davvero."
"Non devi dispiacerti. So che ora è in un posto migliore di questo."
Derek scompigliò i capelli di Stiles, che sorrise riconoscente. Il barista si alzò:
"È già l'una e mezza. Ti riaccompagno a casa?"
"No, tranquillo. Va bene al Pineapple."
"E da lì come tornerai a casa? Hai un'auto?"
Si diressero all'uscita.
"Sì; una fantastica jeep che ha l'età di mio padre."
Rise. Derek non poté fare a meno di inclinare le labbra verso l'alto, in un sincero sorriso. Stiles era una vera bomba, un esplosione di fresca aria pulita. Entrarono nell'auto di Derek, quando il telefono di Stiles squillò, e una notifica di messaggio apparve sullo schermo.
"È Lydia che chiede se può venire a casa con me. Dice che Isaac ha avuto un contrattempo e non può accompagnarla."
Sulla via del ritorno la radio stava trasmettendo Wannabe delle Spice Girl e Stiles la cantò per tutto il tragitto. Una volta arrivati, Derek spense il motore ma non accennò a scendere dalla macchina.
"Sei davvero bravo."
Stiles arrossì per il complimento inaspettato:
"Non è vero. Avresti dovuto cantare tu al posto mio."
"No, dico sul serio. Sei bravo."
Stiles sorrise:
"Canterai per me, una volta?"
Derek si pizzicò il ponte del naso e rispose:
"Vedremo."
"Significa che ci rivedremo?"
Stiles era euforico. E chi era, Derek, per poter distruggere la felicità del ragazzo?
"Venerdì prossimo, ancora qua?"
"Sì! È perfetto!"
Stiles fece passare leggermente le dita tra i capelli corvini di Derek.
"Sai, a partire da settimana prossima non sarò più un barista a tempo pieno."
"Ah no? E che lavoro farai?"
"Inizierò a insegnare. Sai, come un vero professore universitario."
Stiles sollevò le sopracciglia, sinceramente stupito.
"Non mi sarei mai immaginato che potessi essere un insegnante. Come mai hai lavorato qui al Pineapple Twist, fino ad oggi?"
"Beh, ho bisogno di soldi per poter pagare l'affitto. Mio zio Peter è un riccone che fa la bella vita, ma io preferisco guadagnarmi le cose con i miei sforzi. Lui vive a Chicago, con Laura, mentre io e Cora siamo qui, in due appartamenti separati, è ovvio."
Stiles sorrise.
"Chi è Laura?"
"È mia sorella maggiore. Lei e Peter gestiscono un'impresa milionaria, con la quale preferirei non avere niente a che fare."
Stiles rimase in silenzio un minuto, poi si illuminò:
"E cosa insegnerai?"
"Beh, mi sono laureato in..."
I due vennero interrotti da Lydia, che cominciò a picchiettare sul vetro del finestrino di Stiles. Derek premette il pulsante e lo abbassò.
"Ciao ragazzi! Spero di non aver interrotto niente! Stiles dovremmo andare; mia madre mi ha dato il coprifuoco alle due, siamo in ritardo."
Stiles si stropicciò gli occhi con i polpastrelli.
"Va bene... andiamo."
Lydia si voltò e si diresse alla jeep di Stiles. Stiles aprì la portiera dell'auto di Derek e scese. Si affacciò al lato del guidatore e fece abbassare il finestrino a Derek.
"Sono stato davvero bene stasera. A venerdì, allora?"
"Sì, a venerdì."
Stiles si sporse e un bacio sulla guancia a Derek.
"Perfetto. Ciao, Derek."
"Buonanotte, Stiles."
Mentre guardava il ragazzo allontanarsi, Derek non poté fare a meno di sfiorare la guancia sulla quale Stiles aveva posato le proprie labbra. Si rese conto di stare sorridendo come un idiota circa dieci minuti dopo. Soltanto più tardi, quella sera, crogiolandosi nei ricordi della serata, i due si resero conto di non essersi scambiati i numeri di telefono. Si auto-insultarono mentalmente.

- - - - - -

"Stiles non sei agitato?"
Era il due settembre, il primo lunedì del mese, e Stiles, Lydia e Scott stavano camminando nel campus dell'università.
"A dire il vero ci sono altre cose per cui sono agitato al momento, Scott."
Erano passati soltanto tre giorni dalla fatidica notte passata con Derek, eppure Stiles non poteva smettere di pensarci e non riusciva a smettere di pensare a quanto gli mancasse Derek. Lydia gli diede una piccola spinta e gli fece l'occhiolino, per poi entrare nell'aula della loro prima lezione. I tre ragazzi presero posto in fondo alla gradinata e Lydia disse:
"Adoro la Letteratura."
Scott fece una smorfia e Stiles invece rise, estraendo dalla borsa il proprio pc. Dieci minuti dopo gli studenti erano tutti seduti e il professore fece ingresso in aula. Lydia arricciò il naso e mise a fuoco la visuale.
"Oh. Mio. Dio."
Stiles la guardò sorpreso e poi volse lo sguardo al docente. Capelli neri rivolti verso l'alto, occhi verdi e penetranti, sopracciglia nere come la pece e ben designate, muscolatura da capogiro...
"Buongiorno ragazzi. Io sarò il vostro professore di Letteratura Inglese e Americana per i prossimi tre anni. Sono il Signor Hale."
Stiles fece cadere il portatile a terra, con grande casino. Fu allora che Derek lo vide e spalancò gli occhi. Stiles raccolse il computer e deglutì a fatica. Biascicò un impacciato "mi scusi" e si appoggiò allo schienale della propria sedia. Derek non aveva smesso un secondo di guardarlo. E insieme pensarono:
Merda.

STEREK || RosesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora