Capitolo uno

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Ciao, io sono Tesla.
Mi sono appena trasferita in questa nuova scuola, su una strada in un posto lontano da casa mia.
Mi mancano i miei amici, ma tanto so che tra poco me li dimenticherò.
La prima cosa che devo fare è fare una lista delle prime cose che devo fare:
a) Diventare la più figa
b) Insultare le altre tizie, perché sono tutte delle bitches
c) Fare la bitch con il più figo
d) Andare a scuola
e) Tornare a casa
f) Bigiare la scuola
Bom, ho fatto la mia lista. Tutto ciò che c'è scritto sarà completato.
Appena arrivo in classe il prof dice:
-Ciao-
-Ciao, io sono Tesla la nuova arrivata-
Il prof si alza dalla sedia e mi porge la mano.
Mi siedo nell'ultimo banco e tiro fuori il mio berretto tattico.
È un cappellino fatto di carta con su scritto: asino.
E poi lo vedo, è davanti a me da due ore, ma io lo vedo adesso.
È stupendo.
Ha un grosso pancione, così perfetto, poi due occhi piccoli infossati e perfetti, sono di un azzurro verde marrone con sfumature gialle bianche e rosse, sono perfetti, poi un triplo mento che mi sta facendo impazzire, perfetto, ha un naso larghissimo e lunghissimo, perfetto e due labbra talmente perfette che sono perfette, poi ci sono i capelli... no non ci sono perché è pelato. Mi piacciono i pelati e poi lui ha una pelata perfetta.
Perfetto.
Mi odio per averlo notato, chino la testa sul banco ma poi lo riguardo.
Sento come il bisogno di abbracciarlo e stringerlo forte a me e baciargli tutti quei menti.
Perché lui è fottutamente fottuto e perfetto.
-Yooo bro, è un quarto d'ora che ti chiedo come ti chiami frate-
Dice lui.
Il suo alito è così bello, sa di pesce affumicato e andato a male, proprio come piace a me.
Mi odio per averlo notato.
-Yooo bro!!!-
Dice lui.
-Mi chiamo Tesla- sento le farfalle nello stomaco mentre pronuncio questo nome.
-Ah già che l'aveva detto anche prima il Prof! Uhuhuhuh!-
Ed è anche intelligente... è perfetto!
Quando ride, mi ricorda palesemente quella dello scimpanzé che ho visto ieri in televisione. Se non sbaglio stava morendo
-Tu come ti chiami, bello scimmiome?- chiedo mordendomi il labbro talmente forte che esce una valanga di sangue.
-Mi presento. Io sono Codhardin.-
Dice lui porgendomi la mano.
Mentre me la porge, tira un potente schiaffo alla mia compagna di banco di cui non mi ero accorta, che cade e boh niente si rompe qualcosa, la sedia penso.
-Hai un bellissimo nome, Codhardin-
-Quale?- chiede lui
-Codhardin- rispondo
-Dimmi cara-
Mentre parla riesco a vedere il suo grazioso spazio di otto centimetri tra i due canini in alto.
Riesco ad intravedere un dente nero.
Mi chiedo se gli sia successo qualcosa, un dramma familiare forse?
Chi gli ha ridotto il dente così?
Deglutisco, mi faccio coraggio e glielo chiedo.
Lui farfuglia qualcosa che non capisco, forse perché sta mangiando uno sterco di bue e parla a bocca piena, ma io non credo.
Io credo che abbia farfugliato, per non dire che ha quel dente nero a causa di un dramma, probabilmente accaduto nel passato.
Sento le farfalle nello stomaco mentre guardo il dente morto.
E capisco che mi sono innamorata persa di lui. Ma non posso dirglielo.
Mi perdo un attimo nella sua ciccia, la sua maglia è aderente e si vedono proprio i rotoli di lardo, vorrei toccarglieli per sentire bene tutti gli agnelli mangiati.
Vorrei sapere a cosa pensa, mentre finisce il suo sterco muovendo la spelonca con gesti lenti ma veloci. Mi piace come è sicuro di se, testardo, idiota, stronzo, bipolare, anche se non lo conosco so che sarà così.
Torno a casa distrutta da quella giornata.
Non riesco a smettere di pensare a lui, a Codhardin. Ti amo Codhardin.
Decido di scrivergli un messaggio, ma scopro di non avere il suo numero e qui inizia la tragedia.
Non ho il numero di Codhardin.
Decido di andare su Facebook e cercare il suo nome. Cerco e trovo un tizio, la foto profilo è di un maiale, eccolo dev'essere lui.
Gli scrivo su FaceBook.
"Ciao io sono Tesla, ti ricordi di me? Ci siamo conosciuti oggi a scuola"
Dico sperando che si ricordi di me.
Mentre aspetto, assisto alla scena del mio gatto che sbudella un topo senza pietà. Sento le farfalle nello stomaco a quella graziosa scena.
"Non ne sono sicuro ma credo di no più o meno" a quella risposta lo stomaco mi si capovolge e mi sento il cuore battere fortissimo. Si è ricordato di me più o meno!
"Sei bellissimo" inviato!
Mi odio per averlo inviato e lo cancello. Poi mi ricordo che anche se lo cancello lui lo riceve lo stesso e ho le farfalle nello stomaco.
"Anche tu credo" risponde lui.
Inutile dire che sto impazzendo di gioia, a questa sua frase fottutamente.
"Credo di amarti" glielo scrivo e glielo mando.
Codhardin deve sapere. Spero che non mi rifiuti, perché mi spezzerebbe il cuore così tanto forte, che mi si spezzerebbe. Ehi mi sa che non ha senso questa frase, ma nulla ha più un senso da quando c'è lui. Immergo la testa nel cuscino ripensando ai momenti di oggi.
Al suo sguardo perfetto, i suoi occhi perfetti e la sua voce perfetta.
Sono pazza di lui e credo di amarlo.
Lo amo.
Poi mi ricordo della mia lista da cosa da fare e la cerco nella tasche, ma trovo solo una bistecca.
Oh... la bistecca che mi ha regalato oggi Codhardin...
Mi ricordo alla perfezione quel momento, anche se è passata ormai più di un'ora.
Eravamo io e Codhardin e lui mi ha passato la sua bistecca che non aveva più voglia di finire. Il suo ultimo morso era potente, sicuro e perfetto.
Mi piacciono i ragazzi così.
Fanculo la lista di cose da fare, la trovo l'accartoccio e la butto via.
Mi arriva la notifica che ha risposto al mio messaggio.
"Ok"
Ok???
Quindi lui ricambia si o no???
Mi stendo sul letto ed inizio a singhiozzare.
Mi manca la mia vecchia scuola, mi mancano i miei amici.
Ma credo che il motivo principale del mio pianto sia lui, Codhardin.
Mi addormento tra le lacrime e la puzza di topo morto sbudellato.

Sotto le stelle gialleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora