Capitolo nove

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Oggi è domenica e non so cosa fare.
Decido di andare a fare un giro, giusto per aumentare le possibilità che Rapitore mi rapisca.
Esco di casa, l'aria è freddissima, il sole brilla in cielo, piove a dirotto e fa molto caldo. Insomma, un clima perfetto per andare a fare un giro.
Mentre cammino incontro Olino Trump e Martina della Penombra
-Ciao Tesla- mi saluta Olino Trump
-Sta sera do una festa, ci sarà cibo messicano, vieni?- chiede.
-Ok ci sarò-
Continuo a camminare per la mia strada, ad un certo punto vedo una donna seduta ad un tavolo con delle carte in mano ed un uomo seduto davanti a lei.
Appoggiato al tavolo c'è un cartello con su scritto: "Tarocchi".
Mi avvicino al tavolo
-Ma siete cinesi?- chiedo.
I due mi guardano confusi
-No perché c'è scritto "tarocchi"- dico.
Ora mi stanno guardando malissimo.
Non capisco.
La mia era solo una domanda.
-Per tarocchi si intendono le carte...- spiega la donna
-...ora io sto leggendo il futuro di quest'uomo, quindi se non le dispiace, vorrei continuare.- dice.
-Quindi lei legge nel futuro?- chiedo
-Beh più o meno nel senso...-
Basta e avanza come risposta.
Butto via l'uomo e mi siedo al suo posto.
Non starò qui a dirvi come è possibile che una ragazzetta gracile senza un muscolo riesca a sollevare un uomo massiccio quattro volte il suo peso e lanciarlo via scaraventandolo lontano, ma dai, non frega a nessuno in fondo.
-Su fammi le carte- dico.
-Cosa vuoi sapere precisamente?- chiede la donna mescolando le carte.
Devo sapere come sarà con Codhardin.
Voglio sapere se ci baceremo appassionatamente, oppure no.
Voglio sapere se faremo zig zag, in una fantastica notte sotto le stelle gialle, oppure no.
Voglio sapere se ci fidanzeremo e passeremo tutto il tempo insieme, oppure no.
Voglio sapere se ci sposeremo e avremo figli, oppure no.
Troppe domande mi ballano in testa, troppe domande per una sola domanda.
-Che giorno sarà il domani di ieri di oggi dell'altro ieri di domani?- Chiedo infine.
La donna mi fa scegliere cinque carte, io le scelgo e poi lei le gira.
Noto che uno di queste carte, somiglia a Codhardin. Il problema è che la persona raffigurata sulla carta è una donna.
-La risposta è nelle stelle.- conclude la donna.
Mi alzo dalla sedia e me ne vado, senza pagare la donna perché sono una birbona.
Mi chiedo cosa volesse dire con quella risposta, non lo so, so solo che Codhardin è fottutamente perfetto.
All'improvviso sento una mano tapparmi la bocca.
-Non provare a gridare perché tanto hai una mano sulla bocca.- dice Rapitore.
Ma io sono una giovane ribelle, così urlo lo stesso.
Peccato che però, non si senta nulla.
-Ora ti porto in un bel posticino, questa volta non ti troverà nessuno-
dice lui con voce malefica.
Mi conduce in una casa antica e mezza distrutta, poi mi indica una botola.
-Starai qui dentro.- dice.
-E nessuno potrà sentirti MUAHUAHUAHAUAHAUAHUAH- aggiunge.
Apre la botola e mi lancia dentro, volo per qualche secondo prima di cadere su un pavimento umido e sassoso. All'improvviso è tutto buio.
-Ciao ciao, divertiti con i ragnetti.- dice Rapitore chiudendo la botola.
Ragnetti???
Dove???
Non mi interessa un cazzo se potrei rimanere qui per sempre e morire di fame o di sete o tutte le altre morti, a me interessa solo se ci sono ragni.
Decido di avanzare per il corridoio, poi sento un rumorino dietro di me.
Spero con tutto il cuore che non sia un ragno.
Lo sento più vicino, me la sto facendo sotto.
-Cosa sei?!- grido impaurita più che mai.
Speriamo che non sia un ragno, speriamo che non sia un ragno, speriamo che non sia un ragno.
-Tranquilla sono solo uno zombie affamato di cervelli-
Tiro un sospiro di sollievo.
-Grazie al cielo, temevo fossi un ragno.- dico.
-Ehm ok, potrei mangiarti il cervello?-
-Fa pure- dico io.
Lo sento avvicinarsi e tastarmi la testa.
-Ma che? Il mio rivelatore di cervelli non rileva nessun cervello in questa testa.- dice lui.
-Oh. Mi spiace- dico
-Ehm ok, ciao- dice lo zombie.
Lo sento allontanarsi a passi lenti.
Bah, ad ogni modo non era il
mio tipo, era troppo freddo, preferisco i ragazzi pieni di vita *eheheh XD*.
Proseguo per la mia strada tastando i muri intorno a me.
Se ci fosse qui il Mio Cuore, seguirei lui, sa sempre dove andare.
Ad un certo punto sento una parete davanti a me e capisco che il percorso è finito.
Oddio ma quindi sono intrappolata qui dentro? Non credo. Dai non è possibile.
Dai mica può finire così in fretta una fanfiction.
Dai cazzooooo.
Fatemi uscireeee.
Ad un certo punto mi ricordo che ho il cellulare.
Così lo tiro fuori dalla tasca e chiamo mia madr... no! Che mia madre! Chiamo Codhardin che così è più bello.
Ci vogliono ben due squilli prima che risponda.
Ma ohhhhh!
-Sì chi parla?- risponde Codhardin
-Sono Tesla-
-Una testa?-
-No! Sono io, Tesla!-
-Po*** dio la festa?-
-Non bestemmiare!-
-Mi piace abbaiare?-
-No! Non sono una cagna!-
-Ho vinto una castagna?-
-Ho detto che sono Tesla!-
-Il suono nella testa?-
-Sono TESLA!-
-E chi è Tesla?-
-Io!-
-Ahhh ma potevi dirlo subito che eri Tesla! Ciao Tesla come stai?!-
Gli spiego velocemente la situazione.
-Vieni a prendermi!-
-Ok!-
Mi accovaccio per terra in attesa di Codhardin.
Chiudo gli occhi e approvo pensando a lui, lui mentre sta fermo (cioè quasi sempre), lui mentre sta seduto, lui mentre "corre", lui mentre si annusa i piedi, lui mentre sbava come un cane mentre guarda una bistecca.
Lui, solo lui (chi altro se no?).
Lui, è semplicemente fottutamente perfetto.
Sento dei passi sopra di me, poi sento un urlo da cavernicolo e un terremmo to improvviso.
Sarà forse un ragno???
Mi metto ad urlare.
Ma i ragni possono causare i terremoti?
Non importa, io urlo lo stesso.
Poi sento la botola aprirsi.
-Sono io Tesla, ero solo caduto.- dice Codhardin.
La sua voce mi tranquillizza all'istante.

Sotto le stelle gialleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora