Capitolo 9

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Non mi ritraggo, non so il perché, ma non lo faccio. Ripeto a me stessa che è stato solo un bacio, nulla di più; guardando negli occhi Fede, capisco però che per lui non è stato un bacio da nulla, ma qualcosa che voleva fare da tanto tempo, forse nemmeno io posso immaginarmi da quanto.
"Scusami. Sono uno scemo."-dice mortificato.
Non so come rispondere, non so nemmeno come mi sento: mi è piaciuto, questo sì, ma perché non appena ci siamo staccati mi è ritornato in mentre il litigio con Ben?
"Non devi scusarti; io stessa ti avevo detto di fare ciò che sentivi, anche se non immaginavo proprio questo."
"Scusami ancora, non so che mi è preso. Di solito ci penso prima di fare cazzate, ma stavolta è stato diverso. Tu sei così bella, non riesco a toglierti gli occhi di dosso e ora probabilmente ho rovinato anche la nostra amicizia."
"Fede non farneticate."-gli prendo la mano per consolarlo. Sono confusa come non mai, ma devo ammettere che quel bacio mi ha provocato un bello scompiglio nello stomaco. "Non hai rovinato la nostra amicizia, solo vorrei sapere da quanto tempo lo volevi?"-continuo.
"Da troppo tempo, probabilmente dalla prima volta che ti ho vista con Ben in pizzeria, solo che tu non sembravi minimamente interessata a me, così mi sono accontento di starti vicino anche solo come amico."
Quell'affermazione mi fa capire tutti gli strani, ma estremante dolci, comportamenti che aveva assunto ogni tanto: farmi continue domande la sera stessa del mio arrivo, accompagnarmi a casa da solo e darmi un bacio sulla guancia, che non aveva proprio nessuna caratteristica di un semplice bacio fra amici, chiamarmi con vezzeggiativi che di solito si usano fra morosi.
Il punto è che mi torna tutto di lui, ma niente di me. Mi frullano in mente mille domande al secondo e non so da dove partire; perché non mi sono ritratta? Perché, anche se non voglio ammetterlo, quel bacio mi ha fatto provare delle bellissime sensazioni? Perché? Perché? Perché?
"Allora?"-mi risveglia Fede da tutti i miei pensieri.
"Scusa, pensavo."
"A cosa?"-si affretta a domandare.
"A tutto, alla situazione in generale, a Benji, a te, al bacio...non so come comportarmi."-sbotto infine.
"Partiamo da questo presupposto: cosa hai provato?"
"Mi è piaciuto, e non posso negare che mi sia piaciuto tanto, ma devo anche ammettere che con Ben ho provato tante emozioni e sensazioni magnifiche. Te l'ho detto: sono nel limbo."-tiro un sospiro e poi proseguo:" in te ho sempre e solo visto un grande amico, forse perché non pensavo di poterti interessare. Il punto è che ora la situazione si è completamente ribaltata. Non riesco a non pensare a te come qualcosa di più di un amico. Vero anche che per Benjamin provo qualcosa, qualunque cosa sia."
"Ho capito. L'unico consiglio che ti posso dare è segui il tuo cuore, io sarò sempre qui ad aspettarti. Ma mi devi promettere una cosa: non farti abbindolare da Ben, okay? È il mio migliore amico, ma so come è fatto: ottiene sempre ciò che vuole."-proferisce quelle parole con un pizzico di amarezza, avvertimento e tanta dolcezza. Se non fosse per la sfacciataggine di Benji, Fede sarebbe l'esemplare perfetto di ragazzo, quello che ogni ragazza desidera avere al proprio fianco.
"Ci presterò attenzione, nel frattempo cerco di chiarirmi un po' le idee, o per lo meno ci provo. Ora vado, si è fatto tardi."
"Non vuoi restare a mangiare qualcosa?"
"No, grazie Fede. Voglio stare per un po' da sola."-detto questo gli do un bacio sulla guancia ed esco.
Mi incammino verso la fermata dell'autobus e aspetto che il mezzo si faccia vivo. Penso e ripenso, continuamente. Non appena l'autobus arriva, mi fiondo a prendere un posto vicino al finestrino, ritrovando una coppia che si bacia qualche sedile più avanti del mio. Automaticamente penso a Fede, a quanto sia stato dolce il suo tocco, a quanto lui mi faccia sentire bene. A quell'affermazione però mi viene in mente Benji, con la sua presunzione e il suo voler sempre primeggiare. Ho come l'impressione di essere in quei film dove il protagonista si ritrova il diavoletto su una spalla e l'angelo sull'altra, costretto a decidere fra bene e male. L'unica mia fortuna è che non devo per forza scegliere, posso decidere di lasciar perdere con entrambi. Evidentemente se ho provato qualcosa sia con Benji che con Fede è perché, probabilmente, non tengo abbastanza a nessuno dei due.

Arrivata in casa, fortunatamente ancora vuota, provo a chiamare Lisa.
"Ciao Bonnie! Allora come è andata?"-dice tutta emozionata.
"Un fiasco."-dico demoralizzata.
"Come?!"
"Hai sentito bene. Te la faccio breve."- e inizio col raccontare tutta la storia di oggi.
"Bonnie, aspetta perché devo ancora metabolizzare. Per quanto riguarda Benji, francamente non mi sorprende neanche un po'. Vuoi un consiglio? A questo punto lascialo perdere. Se veramente prova qualcosa per te, non dovrebbe affatto comportarsi così. Invece per Fede...cavolo non me l'aspettavo. Insomma, avevo il sospetto che lui avesse una certa ammirazione nei tuoi confronti, ma non ne ero sicura. Sai cosa ti dico? Vi ci vedo bene insieme, intendo tu e Federico ovviamente."
A questa risposta trasalisco, forse per il concetto espresso, o forse per la schiettezza con cui l'ha enunciato.
"Diciamo che per ora voglio prendermi una pausa da tutto questo trambusto: sicuramente, anche se sarà difficile, voglio concludere tutto con Benji. Con Fede, invece, voglio vedere se le cose si evolvono o se rimangono tali e quali a sempre."-ammetto a lei, ma soprattutto a me stessa.
"Penso che sia la scelta migliore: se ti senti così in bilico, fai passare un po' di tempo. Sarà meglio per tutti."
Proprio mentre Lisa finisce la frase, sento la porta aprirsi.
"Bonnie sei in casa?!"-Ben è tornato. E anche la mia rabbia.
"Scusami Lisa, ora devo andare. È tornato Ben."
"Tranquilla, ci vediamo domani a scuola."- e butta giù.
Scendo le scale con passi moderati, voglio fargli sentire che sono in casa senza per forza dovergli rispondere.
Mi affaccio al salotto dove lo sorprendo sul divano già a guardare la TV.
"Dove eri finita? Ho provato a chiamarti almeno una ventina di volte."
Non me ne ero nemmeno accorta, prendo il telefono e vedo ventun chiamate senza risposta da parte sua.
"Avevo il silenzioso."
"Dove sei stata?"-ripete.
"Non è affare tuo."
"Sì che lo è."
"Vuoi davvero sapere dove sono stata?"-rispondo acida. Annuisce, guardandomi negli occhi.
"Sono andata il più lontano possibile dalla tua arroganza."-giro i tacchi e me ne torno nella mia stanza. Non ho alcuna intenzione di stare lì a sorbirmi le sue insensate lezioni di vita.

<spazio autrice>
Buongiorno😘😘
Come sempre spero che anche questo capitolo vi sia piaciuto, fatemi sapere❤️️
Baci❤️️

Prendimi per mano e tutto avrà sensoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora