Capitolo 6 - Attenta alle scale

90 10 0
                                    

"...cazzo, se avessi saputo che sarebbe arrivata la polizia, sarei rimasto a godermi la scena!" esclamò Eric, stupito da ciò che Lyla gli aveva appena raccontato al telefono.
"È stato pazzesco! Quel poliziotto è entrato e ha arrestato Selena ed Emma! Io e Jane eravamo tipo oh mio dio cosa sta succedendo?!, pazzesco!" continuò la fidanzata.
"Comunque ora ti devo lasciare, sono quasi arrivato al campo, e se arrivo in ritardo Jim mi uccide!" si giustificò lui.
"Certo, ti amo tanto. A dopo!" lo salutò Lyla, prima di terminare la telefonata.
Eric ripose il suo cellulare sul comodino accanto al letto, alla sua destra; alla sua sinistra, invece, vi era stesa Hilly Lapton, studentessa di psicologia del terzo anno. Come Eric, la ragazza era completamente nuda, parzialmente coperta solo da un lenzuolo rosso.
"Eric... pensi sia il caso di dirglielo?" gli domandò Hilly.
"Non se ne parla." rispose lui, in tono freddo.
"Ma Lyla è una stronza, e devi anche ammettere che io sono più sexy. Perché non la lasci?" continuò lei.
"Non si tratta più di amore, e nemmeno di sesso. Si tratta di soldi, Hilly. Nelle ultime partite ho fatto pena, e anche i miei voti nelle materie teoriche si sono abbassati. Sono sicuro che non mi rinnoveranno la borsa di studio, e la mia famiglia non si può permettere di pagarmi la retta. I genitori di Lyla sono ricchi, mi basterà dirgli che la sposerò appena ci saremo laureati e mi pagheranno l'anno." gli spiegò.
"E poi pensi di sposarla?" gli chiese.
"Certo che no. Il mio cuore appartiene a te, amore." le rispose lui.
La ragazza gli si avvicinò per dargli un lungo e passionale bacio. Al termine di esso, Eric si alzò dal letto: "Vado a farmi una doccia veloce, devo vedere Lyla dopo."
"Non devi fare tanta strada, la camera da letto di Lyla è alla fine del corridoio! Comunque io scendo in cucina a prepararmi qualcosa da mangiare, se ti sbrighi possiamo fare qualcosina anche dopo la doccia..." sussurrò Hilly e, detto ciò, si alzò dal letto e iniziò a vestirsi. Come Lyla e Jane, anche lei faceva parte della Omega Beta Zeta. Appena si mise addosso i primi capi che le capitarono sottomano uscì dalla stanza, lasciando Eric solo. Mentre scendeva le scale per raggiungere il piano terreno, poteva udire lo scroscio delle goccioline d'acqua che cominciavano a scendere dal getto della doccia.
Appena giunta in cucina, non fece in tempo ad accendere la macchina del caffè che il cordless situato sull'isola di marmo della stanza iniziò a squillare.
"Omega Beta Zeta, sono Hilly."
"Vai a letto con giocatori di football impegnati, per di più impegnati con persone che agli occhi del mondo definisci amiche. A quanto pare stai seguendo il tuo ruolo da manuale, Hilly." esordì la voce del killer.
"Ruolo? Ma che cazzo stai dicendo? Chi sei?" domandò compulsivamente la ragazza, terrorizzata dal fatto che uno sconosciuto avesse scoperto di lei ed Eric.
"È chiaro, il ruolo della bionda stupida e stronza con le tette grosse. Sei così perfetta per il mio piano che non sto più nella pelle."
"Smettila, sei solo uno sfigato a cui piace rovinare la vita degli altri perché la sua l'ha già rovinata. Le tue minacce non mi spaventano, non mi fai paura!" esclamò convinta, ma con un leggero tremore nella sua voce.
Con il cordless in mano, Hilly iniziò a camminare freneticamente da una parte all'altra della stanza mentre scrutava l'ambiente esterno dalle ampie finestre, in cerca di un ipotetico soggetto intento a minacciarla.
Ad un tratto, un rumore che la fece sobbalzare provenì dal salotto: era un cinguettio, il suono di una notifica di messaggio ricevuto. La ragazza corse nella spaziosa stanza per controllare di cosa si trattasse.
Appena vi entrò si guardò intorno, e in pochi secondi notò un laptop viola situato sul tavolino al centro della stanza. Lo riconobbe: era il computer di Jane, e stava iniziando a cinguettare ripetutamente. Esso riportava sul desktop un grande pulsante play, che aspettava solo di essere premuto. Hilly si diresse verso il dispositivo elettronico, si inginocchiò all'altezza del tavolino e premette il pulsante: quello che iniziò a riprodursi era un video, ritraente due persone impegnate in un rapporto sessuale.
Le ci volle poco più di un secondo per riconoscere perfettamente la scena: quelle persone erano lei ed Eric, e il rapporto sessuale lo stavano consumando sul suo letto, nella sua stanza.
Si mise una mano sulla bocca, incredula, prima di alzarsi furiosamente mentre riportava il cordless vicino all'orecchio: "Testa di cazzo! Dimmi chi sei o ti denuncio!"
Ghostface sghignazzò: "Allora, adesso hai paura, eh? Lascia che ti tranquillizzi, ragazzina: in questo momento, questo video a luci rosse è l'ultimo dei tuoi problemi. Credo piuttosto che sia ora che tu inizi a scappare per la tua sopravvivenza."
Ci fu un'interruzione seguita da una serie di tuu, che lasciavano intendere che la chiamata era terminata.
"Eric!" esclamò più volte Hilly, terrorizzata, mentre raggiungeva l'atrio della confraternita. L'unica cosa che proveniva dalla rampa di scale che portava al piano superiore, però, era il brano Everybody dei Backstreet Boys, riprodotto a tutto volume dall'MP4 di Eric situato in bagno.
Hilly si ricordò che ogni volta che Eric si docciava nel suo bagno dopo aver fatto sesso con lei, gli piaceva ascoltare a tutto volume le sue canzoni preferite.
Dopo qualche richiamo, la ragazza ci rinunciò: aveva ormai capito che la sua voce era completamente silenziata dalla musica. Decise così di iniziare a percorrere l'elegante rampa di scale di legno, su cui si estendeva un vistoso tappeto rosso per tutta la sua lunghezza. Era ormai arrivata a metà, quando lo vide: in cima alla rampa, ad aspettarla, non c'era Eric, ma bensì l'assassino incappucciato. Ghostface la squadrò dalla testa ai piedi, attraverso ai fori neri che risaltavano sulla sua maschera bianca.
Hilly lo guardò, immobile, per qualche secondo, incapace di muovere alcun muscolo da quanta paura aveva.
Subito dopo si voltò, pronta a correre il più velocemente possibile perché il killer non la raggiungesse ma, prima che riuscisse a percorrere un singolo scalino, Ghostface si chinò, afferrò il tappeto rosso e lo strattonò verso di sé.
La ragazza cadde rovinosamente dalle scale, atterrando sul braccio destro e continuando poi a rotolare, fino al raggiungimento del termine della rampa.
Hilly provava un dolore lancinante in svariate parti del corpo, prima su tutte il braccio su cui era atterrata, che man mano stava assumendo un colorito sempre più scuro all'altezza del gomito; anche la testa, che aveva urtato un numero notevole di spigoli, non era da meno in quanto a dolore. La ragazza iniziò a piangere, sia per il male che stava provando, che per il fatto che un serial killer la stesse raggiungendo.
Ghostface iniziò a scendere le scale molto lentamente, consapevole che la sua vittima non poteva andare molto lontano. Intanto, faceva scorrere la lama affilata del suo coltello sulla balaustra di legno.
In mezzo alle lacrime e con un braccio probabilmente rotto, Hilly cominciò a gattonare faticosamente, tentando di sfuggire invano alla morsa del killer: Dopo una manciata di secondi, infatti, era riuscita a percorrere soltanto un paio di metri, mentre Ghostface l'aveva ormai raggiunta.
L'assassino la afferrò saldamente per le spalle e la capovolse a pancia in su.
"Ti prego... non ho fatto niente... smetterò di vedere Eric, ma lasciami stare!" lo supplicò lei, singhiozzante.
Noncurante delle sue ultime parole, Ghosface strinse il suo coltello in un pugno e si chinò sulla ragazza. Lasciò che la lama le aprisse un ampio taglio orizzontale da una parte all'altra della gola, da cui sgorgò una gran quantità di sangue.
Incapace di emanere altri suoni, Hilly rimase in silenzio a osservare la spaventosa maschera dell'assassino. Man mano che la pozza di sangue intorno al suo capo si stava allargando, lei stava definitivamente perdendo i sensi. Il dolore stava scomparendo e, nei suoi ultimi secondi di coscienza, gli ultimi suoni che udì furono le note finali della canzone dei Backstreet Boys che, nonostante i tragici eventi che avevano preso luogo nell'atrio, ancora non si era fermata.

Scream - L'Assassino Ti Siede AccantoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora