Capitolo 3 - Nuove conoscenze

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Dopo una decina di minuti, Will trovò finalmente la sede del dormitorio maschile: era anch'essa gigantesca, anche se molto più piccola rispetto a quella principale. Appena vi entrò, si trovò dinnanzi a un grande caos: il piano terra era occupato da una elegante saletta, le cui pareti erano interamente ricoperte da assi di legno pregiato (come del resto tutti gli interni del college che aveva visitato fino a quel momento). La saletta era però colpa di studenti che, con i loro bagagli, si muovevano senza sosta da una parte all'altra. Fa paura perché è nuovo, pensò Will tra sé e sé, terrorizzato.
Ad un tratto, qualcuno gli toccò la spalla con un dito: "Hey! Per caso hai bisogno d'aiuto?"
Si girò e si trovò davanti una ragazza, di qualche anno più grande di lui: aveva i capelli rossi e gli occhi verdi. Era anche piuttosto snella, indossava una graziosa gonna di jeans e una camicetta rosa su cui, all'altezza del petto, era attaccato un cartellino che riportava la scritta "Hey, my name is Jane!". Will la trovava bellissima.
"Ehm... se non è un problema... sì, grazie!" rispose lui impacciatamente.
"No che non è un problema! Insomma, è il mio compito smistare le matricole... comunque mi chiamo Jane, piacere!" disse la ragazza appena conosciuta, stringendogli la mano.
"William Prescott, piacere mio! Comunque... avevo già letto il tuo nome sul cartellino!" ridacchiò Will.
"Perfetto! Vediamo... Prescott..." disse lei, mentre consultava una lista: "...eccoti! Sei proprio nel mio gruppo! La stanza è la numero 127, al secondo piano di questa sede. Seguimi!"
"Aspetta, siamo in stanza insieme?" domandò lui, eccitato.
Jane ridacchiò: "Purtroppo no! Insomma, mi piacerebbe, ma le regole sul sesso dei compagni di stanza sono ferree, qui al Windsor! E poi io non alloggio nei dormitori, faccio parte di una confraternita."
Detto ciò, Jane prese Will per mano e lo trascino con sé per due rampe di scale, finché non raggiunsero la porta della stanza numero 127.
"Eccoci qui! Ti lascio il mio numero, in caso avessi dei problemi con il tuo compagno di stanza, o in caso avessi semplicemente voglia di sentirmi!" gli disse Jane, porgendogli un foglietto che riportava il suo numero di cellulare.
"Grazie mille, ma che cosa intendi con l'ultima frase?" domandò Will, felicemente perplesso.
"Beh, se devo dirti la verità... è un po' patetico, ma non ho più amici qui al college: l'anno scorso uscivo con studenti di un anno in più di me, ora questo è il mio ultimo anno e loro si sono laureati... e poi tu mi sembri simpatico e... okay, sono una frana nel fare amicizia!" ridacchiò lei, imbarazzata.
"Certo, fantastico! Se ti va, tra un'ora e mezza devo vedermi con un'amica al bar del campus, sei la benvenuta...". Jane annuì con allegria.
"...ma non fai tutto questo solo per la mia... ecco... fama, vero?" concluse lui.
"Fama? Di che parli?" domandò la ragazza.
"Ah, nulla... te ne parlo dopo, okay?" disse Will. Detto ciò, la salutò ed entrò nella sua stanza.
Jane rimase ferma dov'era e, in pochi secondi, fu raggiunta da una sua amica: "Ho origliato tutto. Che cos'è questa storia di Jane Sola Soletta? Non vorrai fartela con un Prescott!"
"Lyla, finiscila! È solo che mi sembra un tipo interessante, e se non gli avessi raccontato qualcosa avrebbe sospettati che provo a socializzarci solo perché è famoso. Ma posso provarti che è un tipo a posto: ti va di incontrare lui e una sua amica con me al bar, dopo?"
Lyla si lasciò scappare un gridolino di gioia: "Oh mio Dio! La sua amica deve essere sicuramente Selena Spitz! Eric mi ha detto di averla vista nel cortile un'ora fa! Veniamo con te."
Jane annuì: "E va bene... ma non assillateli, anzi, fate finta di non conoscerli."

Will entrò nella sua stanza e, per prima cosa, si diede una breve occhiata intorno: essa era abbastanza spaziosa, di forma rettangolare, con due letti da una piazza situati alle due estremità. Di fronte a entrambi i letti vi erano due grandi finestre, che lasciavano entrare luce all'interno della stanza. Will notò anche che metà di quest'ultima era già arredata: in un angolo, infatti, un ragazzo della sua età stava rovistando in una valigia. Non si era nemmeno accorto della presenza di Will.
"Ciao! Io sono Will, a quanto pare siamo compagni di stanza." lo salutò Will.
Il ragazzo si girò, squadrando Will dall'alto al basso. Fatto ciò si alzò e si avvicinò a lui, porgendogli una mano: "Piacere. Mi chiamo James Tucker, primo anno, corso di teatro."
Will si sentiva sollevato: a primo impatto, il suo nuovo compagno di stanza non gli sembrava uno stronzo totale.
"Anche io, ottimo!", sorrise.
"Fammi indovinare, Will Prescott? Cugino di Sidney Prescott? Il sopravvissuto di Woodsboro, wow." chiese lui, con finta enfasi.
Will sbuffò: "Sfortunatamente sì."
"Stai tranquillo amico, so come ci si sente. Non pensare che farò l'amicone e mi accollerò a te solo perché sei famoso. Sono una persona sincera, e se ti frequenterò sarà solo perché mi sarai simpatico, in caso contrario saremo solo compagni di stanza. Ma tu mi sembri un tipo niente male, Will Prescott. Benvenuto al Windsor College." gli disse Justin, prima di dargli una pacca sulla spalla.
Will ricambiò e, senza farsi vedere da James, sorrise. Era il suo primo giorno di college e aveva già conosciuto un amico e una potenziale fidanzata. Era convinto che, finalmente, nella sua vita le cose stessero tornando a girare nel verso giusto.

Scream - L'Assassino Ti Siede AccantoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora