Il coraggio

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Soul era arrabbiato perché non possedeva un’equipaggiamento decente. Com’è che lui, che aveva combattuto e s’era fatto valere, era l’unico a restare con le mani vuote? Amber per consolarlo, gli disse che potevano pur sempre rubare qualcosa. Ma Soul non era d’accordo: lui doveva essere un eroe e in quanto eroe il suo equipaggiamento doveva essere il risultato di battaglie gloriose ed epiche. I due si separarono, un po’ per la furia della discussione, un po’ per la diversità dei personaggi. Ognuno di loro doveva dimostrare all’altro che il proprio metodo era il migliore, quello che portava più guadagno.

Il destino voleva che, proprio in quel momento un’oscura strega, avesse pietrificato un villaggio intero. Soul trovò gli sciagurati abitanti immobili, intenti nel procedere con le loro azioni quotidiane, dedite a proseguire la loro beneamata e pacifica vita. 

Il nostro eroe non poteva ignorare questa sciagura e, una volta accumulato le informazioni necessarie, partì verso la torre dell’incantatrice maledetta. Ma quando vi entrò, un’occulta paura lo pervase. La curiosa idea di non essere abbastanza forte per scontrarsi contro una strega capace di pietrificare un villaggio intero fiorì proprio in quel momento. Ma a nulla servì il suo pentimento: i cancelli della torre erano già chiusi, l’oscura sapeva che era giunto lì per affrontarla. Evitò quegli scheletri irrequieti che vagavano per i corridoi, nascondendosi per bene. Neanche provò a trovare la soluzione all’enigma che preservava lo scrigno sacro. 

Quando dovette affrontare la prova delle pozioni dai mille serpenti, preferì girare i tacchi e cambiare strada. 

In quell’esatto momento, Amber era riuscita a profanare un’antica torre maledetta, proprietà di chissà quale entità oscura. Le ossa degli scheletrici nemici si piegarono e si spaccarono incontrando la sua lama. Le pozioni capaci di ricucire qualsiasi ferita le vennero donate grazie alla sua brillante risposta al quesito posto da uno spirito custode di uno scrigno. I serpenti sibilarono e si inchinarono al suo cospetto, e il possente cancello scolpito nella pietra le si aprì dopo una dura prova psicologica. Continuò audacemente fino a scorgere, dopo aver attraversato un passaggio segreto, un’oscura figura ammantata. Si trattava della strega che, grazie ai suoi malefici, era riuscita a portare a sé l’impavido eroe dalle gambe tremanti, che non aveva assolutamente intenzione di affrontarla.

Amber si nascose nell’ombra e serpeggiò tra i nascondigli, fino a giungere alle spalle della malefica avversaria. Era pronta a sventrarla con la sua feroce lama quando, all’ultimo secondo, la strega la intrappolò in innumerevoli e oscuri rovi. Soul si accorse della sua fragile amica, in preda all’infido attacco dell’oscura. Capì che se sarebbe stata questione di secondi: se non avesse salvato la fanciulla sotto attacco, avrebbe fallito come eroe e come compagno. Approfittò per quei pochi attimi di distrazione per distruggere la strega con un solo affondo. L’oscura urlò di sofferenza avvolgendosi in una spirale di nubi e pipistrelli per poi sparire dall’esistenza, così come fece la torre, come fecero gli abitanti del villaggio pietrificati, come fecero i ballanti scheletri e le serpeggianti vipere.

I due eroi si trovarono nell’esatto punto in cui si erano separati, quella minuscola radura nascondeva uno spirito ben più grande di quanto potessero mai concepire. Era un’entità dedita all’insegnamento e al coraggio, alla crescita personale. Soul solo per un attimo intuì il significato di essere un vero eroe, ma gli sfuggì tra le mani come sabbia al vento. L’unica cosa che rimase, in quell’illusione, era lo stretto abbraccio tra i due compagni.

Dopo un attimo di imbarazzo, si staccarono.

Le stereotipate avventure nel mondo di EsperiaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora