Il vero prologo

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Un pallido sole sorge sull'orizzonte, mentre centinaia di gabbiani ululano tristemente e creature enormi divorano navi da commercio. Soul era lì, seduto sul bordo di un dirupo, senza dire una parola. Il promontorio di quel paesotto era triste e vuoto, l'unica cosa visibile oltre il protagonista era una semplice tomba e una spada conficcata nel terreno. Sembra che lì fosse nata e finita una storia, ma a lui non importava.

“Ho sentito che hai bisogno di aiuto, eroe.” Una voce femminile proviene dalle sue spalle.

“Una persona che sembra conoscermi bene arriva di sorpresa e sembra volermi aiutare. Mi rifiuto di parlare con chiunque si basi su un cliché tanto classico.”

A Soul avrebbe fatto davvero molto piacere dimenticarsi di quella persona. E una ragazza mora, abbronzata e decisamente svestita gli si siede vicino.

“Ti ho visto quella sera alla locanda. Eri l'unico a non guardarmi. Sguardo tipico di un innamorato.”

“E se anche fosse? Amber se n'è andata senza dire nulla.”

Il protagonista si volta e la guarda. È la danzatrice dalle gambe nude e perfette.

“L'hai cercata?”

“Sì.”

“Quanto l'hai cercata? Fammi un paragone, da uno a dieci quanto ti sei impegnato? Non sei forse rimasto seduto a guardare il vuoto per troppo tempo? Ti sembra di esserti davvero impegnato? Non lo so, Soul, ti sei limitato a chiederti in giro dove fosse quella ragazza.”

Il protagonista la guardò di nuovo, senza mostrare alcuna espressione in particolare.

“È dura trovare una persona che non ti dice quello che vuoi quando hai le gambe avvolte al suo collo.”

“Ma che stai dicendo?”

“Dico che solo ora hai finalmente il tuo motivo per viaggiare. Lo sai che per essere un eroe devi avere una motivazione? Non devi semplicemente volerlo, è una cosa che deve accadere tramite tutto un processo. L'amore, la devozione, la vendetta, sono tutte ragioni valide. E ora ne hai una anche tu. Sei destinato a essere un eroe, Soul.”

“E tu che diamine ne sai?”

Lei portò alla luce un ciondolo color viola opaco, priva di luce e di gioia di splendere.

“Ce l'hai anche tu, vero?”

“Sì.”

“È da quando sono nata che provo un senso di nostalgia così forte da farmi attorcigliare l'intestino e quando ti ho visto ho sentito le farfalle nello stomaco. Io sono destinata a stare al tuo fianco, Soul. Voglio essere compagna tua e della tua amica. La sera stessa in cui ti ho visto ho cercato dappertutto tue informazioni. Non hai un passato, proprio come me. E lo sai perché? La nostra avventura deve cominciare, è come se prima di adesso non fossimo mai veramente esistiti. A partire da oggi, io resterò al tuo fianco finché la nostra avventura non finirà.”

“Ma deve ancora cominciare.”

“Andiamocene da questo posto di merda allora.”

Le stereotipate avventure nel mondo di EsperiaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora