È già sera e Justin non è ancora salito a portarmi qualcosa da mangiare.
Continuo a camminare avanti e indietro per la camera in cui sono rinchiusa.
Frugo tra i cassetti in cerca di un telefono, o magari, il telecomando della televisione.
Apro l'armadio e lancio fuori qualche vestito.Che c'è? È solo l'armadio di Justin.
Sbuffo, ripiego i vestiti e mi siedo sullo spiazzale davanti alla finestra.
Focalizzo lo sguardo su una macchina rossa parcheggiata davanti all'abitazione. Accanto ad essa c'è una ragazza mora e alta, vestita anche lei di rosso. Un ragazzo cammina verso di lei, porgendole una scatola argentata, che lei ripone all'interno del veicolo.
I due si avvicinano e iniziano a baciarsi spudoratamente. Sto per voltarmi per evitare di guardare quello 'spettacolino' quando il ragazzo si separa, si volta e inizia a camminare verso la porta.
Spalanco gli occhi. È Justin.Mi volto immediatamente dall'altra parte e chiudo gli occhi per qualche secondo. Ispiro ed espiro cercando di calmarmi. Non so perché ma sento una strana sensazione alla pancia.
Sento una moltitudine di lacrime accumularsi pronte a scorrere sulle mie guance, ma cerco di contenermi. La mia testa comincia a pulsare e inizio a metabolizzare tutte le informazioni recentemente captate.
Sono stata rapita da colui che una volta era il mio migliore amico, il quale ora si fa chiamare Jason McCann ed è un criminale. Inoltre, come se non bastasse, ho appena scoperto che si fa una mora. Informazione, che ora come ora, mi fa incazzare più delle altre.
Porto le ginocchia al petto e appoggio il viso su di esse.
Voglio tornare a casa.
Voglio tornare alla mia vita.
Voglio dimenticare Justin e lasciarmi tutto ciò alle spalle.
Non so perché lui necessiti della mia presenza qui; mio padre non è sicuramente il più ricco impresario del paese. Ad ogni modo sono certa che pagherà presto il riscatto.
Sento il rumore della serratura e cerco velocemente di ricompormi.
Ricordo quando da piccoli mi diceva sempre che non dovevo piangere o essere triste, perché le principesse sono sempre felici.Entra in camera con un'espressione seria ed io rimango in silenzio dedicandogli uno sguardo perso. Si volta e si avvicina lentamente. Si accovaccia di fronte a me e posa una mano sul mio ginocchio destro. Chiudo gli occhi e sospiro. Justin si sposta posizionandosi vicino a me e io mi allontano di qualche centimetro. Si avvicina e stringe leggermente la presa sul mio ginocchio.
«Ti ho portato da mangiare.» Mormora. «Non mi rivolgerò a te come questo pomeriggio.» Continua accarezzandomi lentamente la gamba. «Dimmi...» Dice, alzandomi il viso con due vita.
«Cosa devo dirti?» Sussurro evitando il suo sguardo.
«Perché stavi piangendo?» Chiede accarezzandomi la guancia sinistra.
«Non stavo piangendo.» Mento.
«Sì, invece!» Il suo tono di voce dolce, lascia spazio ad uno aggressivo. «I tuoi occhi sono rossi ed eri tutta accovacciata. Pensi che non ti conosca più?» Dice più rilassato, avvolgendomi con le sue braccia.
«Lasciami per favore...» Sospiro profondamente.
Non sono il genere di ragazza che piange per ogni minima cosa, anzi, non piango quasi mai.
Non ho idea del motivo per cui nelle ultime 12 ore abbia voglia di piangere per tutto.
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Il destino (Slow updates)
Teen FictionJustin Drew Bieber, figlio del capo della più importante banda di New York, all'età di diciotto anni è costretto a lasciare famiglia e amici per prendere il posto di suo padre. Alyssa Smith, migliore amica di Justin, è costretta a lasciare il suo am...