Capitolo 04 - Contro tutto e tutti

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Non riesco a capire.

La mia mente è un disastro.

Stava cercando di rapirmi?

Certo, non sapeva che fossi io, ma avrebbe davvero rapito una ragazza?

Senza nemmeno sapere chi fosse, solo perché glielo avevano ordinato?

Questo non era il Justin che conoscevo.

Il mio migliore amico non sarebbe mai potuto diventare Jason McCann.

Una volta separati, Justin si guarda un po' intorno per poi sedersi sul mio divano in pelle.

«Bello qui...» Dice.

«È carino.» Faccio spallucce.

«Da quando sei ricca?» Chiede. Come se fosse lui quello che deve fare le domande.

«Mia madre è morta, mio padre si è fatto vivo e ho scoperto che è ricco da fare schifo.» Apre la bocca per dire 'mi dispiace', ma io lo interrompo. «Non c'è bisogno che tu me lo dica, da quando te ne sei andato sono diventata più forte.»

«Sei diventata tutto quello che volevi: ricca, forte, studentessa modello. Sei davvero impres-» Lo interrompo nuovamente.

«So chi sono io Justin, voglio sapere chi sei tu.» Lo guardo dritto negli occhi. «Il mio Justin non andava in giro a rapire le persone e sognava di diventare un cantante, non un criminale!»

«Ti ho già detto che non sapevo di dover rapire te!» Risponde a denti stretti.

«Ma perché avresti dovuto rapire una ragazza? Non è una fottuta cosa normale, Justin!» Urlo di rimando.

Voglio sapere. Ne ho bisogno. Ne ho il diritto.
Lui se n'è andato, mi ha lasciata sola, ma per cosa? "Per seguire il suo destino"
Ma era questo il suo destito?

«So che non è una cosa normale, che il mio lavoro non è normale, che la mia vita non è normale, ma ci sono dentro.» Mi prende la mano destra e la stringe tra le sue.

«Dentro che cosa?» Sussurro e sento le lacrime affiorare nuovamente.

«Mio padre è l'ex capo dei The Kings.» Accarezza la mia mano.

«T-the K-k-kings?!» Balbetto. «No, non è vero! Tuo padre è Jeremy, io lo conosco, io lo conosco!»

«Piccola, io-» Prova a dire.

«I The Kings sono una banda di assassini, Justin!» Alzo il volto e lo guardo dritto negli occhi, ormai diventati glaciali. «Dimmi che non ne fai parte, ti prego, dimmi che non è così.» Esclamo debolmente.

«Vorrei poterti dire che non è vero...» Risponde e vedo un bagliore di luce nei suoi occhi.

«Justin esci.» Dico seria.

«Alyssa...» Una lacrima cade dal suo occhio destro e lui prontamente la asciuga. «Devi venire con me.» Lo guardo interrogativamente. «Mi hanno ordinato si rapirti, ti devo portare con me.»

«Adesso vuoi rapirmi sul serio? Tu sei uno psicopatico!» Per un attimo ho paura di lui.

«No, Ally non voglio rapirti, farò solo finta, okay? Poi ti spiegherò le cose con calma.» Cerca di calmarmi e di avvicinarsi ma nota che sto tremando. «Non puoi credere che possa farti del male. Sono io, Ally.»

«Non sei più tu, Justin. Non so più a cosa credere.» Cerco di non riniziare a piangere.

«Alyssa, non ti farei mai del male e non permetterei mai a nessuno anche solo di sfiorarti, anche a costo di morire.» Sussurra duramente.

Lo stringo forte a me nuovamente.
Non so cosa fare, ma non posso evitare di abbracciarlo.

«Non mi lascerai di nuovo, vero? Promettimi che non mi lascerai ancora, non sopporterei perderti un'altra volta.» Sussurro e sento le sue labbra calde poggiassi sulla mia fronte.

«Io e te per sempre, contro tutto e tutti, piccola.»

Il destino (Slow updates)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora