Capitolo 03 - Sei davvero tu?

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«Benvenuta all'inferno, piccola.» Una voce roca sussurra al mio orecchio facendomi rabbrividire.

Quella voce così roca e dura, mi sembra quasi di conoscerla. Mi dimeno sotto la presa dell'uomo e cerco di voltarmi.

«Sta' ferma, non puoi scappare, sai?» Ridacchia.

Quella risata. Trasalisco. Non può essere lui.
Gli mordo la mano, provocando che lui stringa ancor di più la sua presa sulle mie braccia ormai strette da entrambe le sue mani.

«J-Justin.» Sussurro.

Nel giro di un nano secondo mi fa girare, posizionandomi di fronte a lui.
Dio, è lui. È Justin.
Mi guarda sbigottito. Sembra quasi che le pupille gli stiano per uscire dalla orbite e la sua stretta sulla mie braccia diminuisce.

«Alyssa, sei tu.» Sussurra incredulo.
Inizia a sfiorarmi il viso e le braccia come per accertarsi che io sia veramente lì.

«Sì Justin, sono io. Ma tu cosa cazzo stai facendo? Mi hai fatto prendere un colpo.»  Mi avvicino per abbracciarlo ma lui si allontana.

«Sono venuto per rapirti.» Scoppio in una fragorosa risata, ma mi accorgo che lui non sta affatto ridendo.

«Cosa stai dicendo?» Lo guardo seria aggrottando le sopracciglia.

«Alyssa, hai sentito parlare di Jason McCann?»       
Chiede, stringendo la mandibola.

«Sì, ma cosa stai-» Mi zittisce e mi strappa le chiavi dalle mani. Apre la porta e mi spinge dentro. «Ma sei impazzito per caso?» Urlo.

«Abbassa la voce. La mia gang vorrà notizie a minuti.» Si porta le mani sul viso.

«La tua gang? Justin, tu, cos-» Guardo la sua espressione impenetrabile e mi rendo conto che forse non sta scherzando. «Io non ci credo. Tu non sei Jason McCann! Tu non sei qui per rapirmi!» Sussurro con voce rotta.

«No Alyssa, io non avevo idea che la ragazza da rapire fossi tu.» Risponde velocemente.

«Ti rendi conto di come parli? Come se fosse una cosa normale rapire una ragazza! Tu non sei Jason McCann.» I miei occhi si riempiono di lacrime quando esce una catenina con scritto il suo 'nome d'arte'. «No, no, no!» Inizio a piangere e a tirargli pugni sul petto.
Lui mi prende le mani e mi ferma.

«Giuro che ti spiego tutto ma non piangere, ti prego.» Mi accarezza la guancia e mi guarda negli occhi. Lo stesso sguardo che mi ha fatto tremare le gambe per anni. «Abbracciami ti prego, piccola, non hai idea di quanto tu mi sia mancata.»

Mi fiondo tra le sue braccia, sommersa tra mille lacrime e annegando nel suo profumo.
Dopo tre lunghissimi anni sono di nuovo tra le sue braccia.

Il destino (Slow updates)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora