Al mio risveglio Justin non è accanto a me ed è una cosa comprensibile, considerato che è il mio 'rapitore'.
Mi alzo dal letto con indosso la sua maglia e mi dirigo verso il bagno. Frugo un po' tra i vari armadietti, finché non trovo l'occorrente per farmi la doccia e uno spazzolino.
Una volta pulita, indosso dei pantaloncini neri di Justin e una sua maglia bianca. È mai possibile che nel suo armadio ci siano solo magliette nere o bianche?Mi guardo intorno. La stanza è enorme e vuota ed io mi sento tremendamente sola.
Sento dei passi e mi avvicino alla porta. Qualcuno gira la chiave nella serratura ed entra in camera.«Jason ha detto che puoi scendere a prendere qualcosa da mangiare.» È quel tale, Christian, a parlare.
Annuisco e lo seguo giù per le scale.
Lo fisso per bene, non è niente male. In più, ha un'aria pulita. E no, non nel senso che è profumato, bensì che ha uno sguardo dolce e sincero.«Jason ti ha permesso di usare i suoi vestiti?» Domanda guardandomi da capo a piedi.
«Ehm, sì. Lui me li ha dati ieri sera.» Fisso il pavimento. «Posso chiederti una cosa?»
«Se proprio devi.» Fa un mezzo sorriso, prendendo dal frigo una bottiglia di latte.
«Perché sono qui?» Lo guardo negli occhi. Sembra sorpreso dalla mia domanda.
«Perché il capo lo ha voluto.» Risponde semplicemente ed io mi mordo il labbro. «Sei una ragazza strana e Jason ti tratta in maniera strana, non so come comportarmi con te.»
Gli rivolgo uno sguardo confuso mentre mando giù il bicchiere di latte che gentilmente, mi ha versato. «Perché?»
«Sembri quasi a tuo agio qui e lui ti fa persino indossare i suoi vestiti» Ridacchia scuotendo il capo ed io sorrido. «Tieni, hai il viso sporco.» Mi porge un tovagliolo ed io arrossisco.
«Christian?» Mi prendo a schiaffi mentalmente per averlo chiamato per nome. Sono veramente un'attrice di merda. «E tu perché sei qui?» Chiedo, ma lui non risponde.
Mi dedica uno sguardo triste e beve il suo latte. «Magari, un giorno, ti racconterò la mia storia.» Sussurra guardando un punto fisso davanti a lui, per poi voltarsi e guardarmi.
«Magari.» Sorrido.
All'improvviso sento delle braccia avvolgermi la vita. «Cosa ci fai qui, zuccherino?» Il suo fiato caldo sul mio collo mi fa sussultare e cerco di liberarmi dalla sua presa.
«Lasciala stare, Tyson. Jason ha detto che deve mangiare.» Christian mi guarda negli occhi in segno di scuse e Tyson si sposta.
«Hai visto Jason?» Domanda il ragazzo di colore, Tyson.
«È uscito con Ryan e Chaz qualche ora fa per occuparsi della faccenda.» Gli risponde semplicemente e Tyson annuisce. La faccenda. Interessante.
«Tu, ragazzina.» Si rivolge a me. «Tra poco sarà ora di pranzo: cucinaci qualcosa.» Dichiara con fare autoritario.
«L'unica cosa che so 'cucinare' sono i sandwich, altrimenti posso bollirvi dell'acqua.» Faccio spallucce e li sento ridere.
«Allora toccherà di nuovo a te, Tyson.» Christin gli da qualche pacca sulla spalla ed esce dalla stanza, per sedersi sull'enorme divano del salotto. Tyson sbuffa e mentre prepara l'occorrente per il pranzo, si gira a guardarmi.
«Ti va di aiutarmi?» Sto per rispondere di sì ma lui scuote la testa. «Riformulo: aiutami, ragazzina.» Mi trattengo dal ridere. Sono tutti così buffi e carini. Come possono far parte della gang più pericolosa di New York?
Tyson mi chiede di bollire l'acqua mentre prepara il condimento per gli spaghetti e mi dice di stare attenta ai suoi movimenti perché sarei stata io a dover cucinare nei giorni successivi. In realtà, sono abbastanza brava a cucinare ma non ho nessuna intenzione di farlo per loro.
Sta facendo rosolare l'aglio in padella quando si schizza con l'olio e inizia a imprecare. Riempio un bicchiere d'acqua fredda e glielo porgo.
Lui mi guarda stranito. «Cosa dovrei farci con il bicchiere?» Dice scocciato alzando un sopracciglio.
«Ci immergi dentro il dito bruciato e ti calmi per un po'.» Faccio spallucce e lui mi guarda dubbioso per qualche secondo finché non immerge il dito nel bicchiere. «Meglio?» Chiedo dolcemente e lui annuisce.
«Un po'.» Risponde. «Dovrei metterci qualcosa sopra?» Mi chiede ed io ridacchio. Gli prendo la mano e guardo l'indice dolente.
«Una semplice pomata per le bruciature andrà bene.» Gli sorrido.
«Grazie, ragazzina.» Ricambia il sorriso.
[•••]
Io, Tyson e Christian siamo seduti sul divano del salotto a guardare un film horror che non fa per niente paura. Sono seduta tra di loro e li prendo in giro per la scelta mediocre, quando la porta del soggiorno si spalanca rivelando Justin, Chaz e Ryan.
Justin è incazzato, riesco a percepirlo, mentre Chaz e Ryan sono abbastanza nervosi. Entrano sbattendo la porta alle loro spalle e camminano uno dietro l'altro. Ryan e Chaz si buttano sulle poltrone mentre Justin continua a fare avanti e indietro davanti alla TV. Christian si sporge in avanti per spegnerla e si volta verso di me, a guardarmi.
«Siamo nella merda.» Justin rompe il silenzio da un momento all'altro e tutti gli sguardi si posano su di lui, compreso il mio. «Marshall ci ha fotutto il carico.»
«Cosa?» Esclamano Christian e Tyson all'unisono.
«Lui e la sua banda sono arrivati prima di noi e hanno concluso l'affare.» Spiega contraendo la mascella e si volta a guardarmi. «Che cazzo ci fai qua?» Mi urla quasi contro ed io abbasso lo sguardo. Si avvicina a me e mi prende per un polso, costringendomi ad alzarmi dal divano.
«Jason, lasciala stare, le abbiamo chiesto noi di vedere il film.» Tyson viene in mio soccorso e Christian guarda Justin, mordendosi l'interno della guancia.
«Le avete chiesto di guardare un film con voi?» Ringhia Justin contraendo la mascella. «Avete giocato anche con le bambole insieme a lei?» Aumenta la presa sui miei polsi facendomi gemere e mi guarda dritta negli occhi. Non sta recitando. È come se stesse riflettendo tutta la sua frustrazione su di me.
«Mi stai facendo male, Jason.» Sussurro.
«Abbiamo cose più importanti a cui pensare, amico.» Ryan gli posa una mano sulla spalla. «Lasciala.»
Justin sembra alterarsi ancora di più e mi spinge vicino a se', facendomi scontrare con il suo corpo. «Perché mi chiedete tutti di lasciarla, non avete capito che è fottutamente mia?» Urla con tono autoritario e mi rivolge uno sguardo di fuoco.
«Ah sì, e chi l'ha deciso?» Christian lo sta sfidando e per quanto conosco Justin, so che non glielo permetterà.
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Il destino (Slow updates)
Teen FictionJustin Drew Bieber, figlio del capo della più importante banda di New York, all'età di diciotto anni è costretto a lasciare famiglia e amici per prendere il posto di suo padre. Alyssa Smith, migliore amica di Justin, è costretta a lasciare il suo am...