Capitolo 15

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Siamo al sesto piano dell'ospedale.
Vanessa ci corre incontro, mi da un abbraccio talmente forte quasi come se volesse strapparmi l'anima di dosso.
"Sono così felice che sei quì". Piange. "Dov'è Matteo?" Le domando, parlo a malapena.
" Ha avuto un incidende circa due ore fà, un camion è finito fuori corsia e gli è andato addosso. I medici stanno cercando di fare tutto il possibile..."
Siamo qui tutti insieme, io, Marta, Vanessa, Marco, Antonio e Domenico, ma non vedo Federico.
"Federico dov'è?". "È con i suoi genitori, stanno parlando col responsabile del reparto. Ormai è da un bel po' che sta lì... e noi invece siamo qua fuori e non sappiamo più cosa pensare!" Esclama Marco. Sembra quasi sia arrabbiato col mondo intero. Lo sono anche io.
I minuti non passano mai, sembrano durare in eterno.
Finalmente vediamo uscire Federico dalla stanza del primario, per poi dirigersi verso l'equipe medica in fondo al corridoio.
"Fede!" Grido, senza ottenere risposta; Federico continua a camminare pesantemente sui suoi passi, non mi degna di uno sguardo, ed io vorrei solo che questo incubo finisca presto. Avrei tanto voluto correre da lui e abbracciarlo, ma la situazione è troppo tesa e un mio abbraccio non basterebbe ad alleggerire tutto questo, ne sono certa.
Siamo da tre ore e mezzo fermi in una sala d'aspetto, senza nessuno che ci aggiorni sulle condizioni di salute di Matteo.
"Tutta questa attesa mi sta lacerando dentro!" Anche a me Marta, anche a me.
Ecco che però, quando meno te lo aspetti, vedi passarti tutta la speranza davanti e ti chiedi se quel poco di forza che ti ritrovi ancora ad avere ti aiuterà ad ascoltare  con lucidità quello che avrà da dirci il medico che sta venendo a parlarci.
"Siete voi gli amici di Matteo, giusto? Suo fratello voleva che fossi stato io a dirvelo al suo posto... è molto stanco e arrabbiato, non se la sente, com'è giusto che sia..."
Ma dirci cosa? Non sarà mica...? Non può.
"Purtroppo Matteo non..."
"No, dottore, la smetta! Che diamine sta dicendo?! Non è vero! No!".
Vi prego, ditemi che è solo un brutto sogno e che fra poco mi sveglierò.
Vanessa abbraccia Marco, è disperato, il dolore che prova è come un'onda sonica, lo percepiamo anche noi e si aggiunge anche al nostro.
"Mi dispiace molto ragazzi..." ci rivolge un ultimo sguardo e se ne va.
In momenti come questi capisci quanto tutto sia imprevedibile, come la vita possa scorrerti davanti in pochi secondi, come possa fare male perdere qualcuno che non ti stava poi così tanto simpatico ma che ritenevi comunque un buon amico.
Mister UomoPerfetto, Matteo Pascuzzo, mi dispiace. Mi sento così in colpa, sono stata cosí esagerata con te. Ma avrei dovuto capirlo prima, avrei dovuto capirlo qualche settimana fà che siamo ragazzi, e fin quando non si tratta di violenza e offese pesanti nella vita tutto è lecito e passabile. Non avrei mai voluto darti quell'ultima impressione, avevo capito troppo tardi che la tua vita è tutta un sorridere e se si scherza si vive meglio. Ma il caso ha voluto che la tua vita fosse stata strappata a te troppo presto, e anche il tuo sorriso e la tua voglia di vivere la vita nella felicità.

Una giornata da dimenticare, una serata insonna, una famiglia distrutta, un cuore come quello di Federico da riuscire a ricomporre. Niente da domani in poi sarebbe stato facile. Lo sarebbe stato solo una risata come quelle che Matteo sapeva farci scoppiare in viso, ma domani non ci sarebbero state nemmeno quelle, mai più.

La notte è buia e triste, hai lasciato, chi in più, chi in meno, un vuoto incolmabile.
Ti ricorderemo sempre, è una promessa.
Ciao Matteo.

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