Jimin camminava tra la sua casa, toccava le pareti con le mani, le strisciava contro quel muro freddo, il suo mondo era buio, era cieco.
Inciampò su un'oggetto e cadde a terra, iniziò a gattonare e a cercare di capire la grandezza del luogo, anche se era da parecchio tempo che ci viveva.
Aveva la sensazione di vivere nel vuoto, non aveva mai visto i colori, la luce, solo il buio.
Si ranicchiò in un'angolo, sentiva freddo e la disperazione lo stava pervadendo.
Lui voleva vedere i colori, voleva vedere il mondo.
Si alzò e sentì bussare alla porta <<Chi è?>> domandò <<Il medico>> rispose la voce di un uomo. <<Arrivo>> disse Jimin per poi avvicinarsi lentamente nella direzione da cui proveniva la voce <<Ti aiuto>> disse il medico e iniziò a bussare ripetutamente sulla porta.
Grazie al rumore il ragazzo capì la direzione e aprì la porta.
<<Buongiorno caro>> disse il medico per poi chiudere la porta <<Come stai?>> chiese l'uomo <<Non lo so>> disse Jimin. <<Perchè non lo sai?>> domandò l'uomo guidando Jimin verso qualcosa evidentemente presente nella stanza.
<<Non posso vederlo, non vedo nulla di me, nulla di tutto>> rispose Jimin con voce di disprezzo <<Non essere così>> rispose il dottore facendolo sedere su un qualcosa di morbido.
Jimin iniziò a toccare il posto in cui si era seduto, <<Divano..>> disse per poi spostare la testa nella direzione del dottore. <<Vedo che fai progressi>> disse, <<Senti, ho intenzione di affidarti una specie di "badante" sei d'accordo?>> domandò il medico <<Sei venuto qui per chiedermi questo? Non fa come le scorse volte? Sa.. Mi sono abituato a non essere avvisato>> rispose il ragazzo.
<<Rispondimi e non mi mancare di rispetto>> rispose con tono severo l'uomo <<Io ti porto rispetto se tu lo porti a me, e poi che ti credi.. Che non sappia vivere da solo? Sono cieco da quando sono nato, so badare a me stesso>> rispose Jimin <<Mi dia del lei.>> Il dottore disse solo questo, <<Domani verrà il tuo "badante">> disse per poi alzarsi e andarsene.
Jimin rimase lì fermo senza fare nulla, era arrabbiato, avrebbe voluto prendere a pugni quell'uomo, nessuno capiva i suoi problemi, nessuno capiva ciò che provava.
Chiuse gli occhi, e iniziò ad ascoltare i rumori di quel luogo.
Silenzio solo silenzio, il mondo lo aveva abbandonato in un'abisso senza luce.
Non aveva visto la luna, il sole, le stelle.
Si sentiva vuoto e privo di colore, privo della vita che avrebbe voluto vedere.
Jimin si vedeva come lui guardava il mondo, come lui lo percepiva, vuoto.
Il giorno dopo sentì bussare alla porta ripetutamente, la stessa tecnica che utilizzava il medico per fargli trovare la porta, non domandò neanche chi fosse che andò ad aprire la porta senza problemi.
<<Cosa vuole adesso?!>> disse e sentì che la persona era entrata nella stanza, <<Aiutarti>> la voce non era del medico, era una voce tranquilla e dolce.
<<Chi sei?>> domandò il ragazzo, <<Min Yoongi, il tuo "badante">> rispose la persona, al quanto pare era un maschio.
Jimin chiuse la porta, <<Io non voglio nessuno, esci da casa mia>> disse il cieco, <<No>> rispose Yoongi.
Jimin sbuffò e toccò la porta con le mani e si guidò fino al divano.
<<Ho portato un bastone per ciechi>> disse Yoongi, il cieco lo ignorò, e continuò a camminare.
<<Ti aiuterò a sensibilizzare i tuoi sensi, va bene?>> disse Yoongi, per poi avvicinarsi a Jimin che vagava per la stanza.
<<Io non volevo un badante, non volevo nessuno.>> disse con voce scocciata, <<Ti abituerai>> disse Yoongi.
<<Tu non vedi, quindi dovrei starti vicino>> disse il "badante" a quelle parole il cieco rise, una risata nervosa.
<<Solo perchè non ci vedo non vuol dire che non so vivere la vita>> rispose il ragazzo per poi sedersi a terra.
In quel momento ci fu un silenzio terribile, sembrava quasi che Yoongi non fosse nella stanza, ma Jimin ne percepiva la presenza.
<<Com'è essere ciechi?>> disse Yoongi a quelle parole il ragazzo si innervosì, voleva prenderlo a pugni, non lo sopportava più.
Decise di non rispondergli, e si allontanò fino ad arrivare all corridoio, poi giunse di fronte alla porta della sua stanza, la riconosceva perchè aveva delle sporgenze quadrate che formavano un cerchio.
Toccandola capiva subito che era il luogo in cui poteva riposare, aprì la porta e si chiuse dentro alla propria stanza.***Spazio autrice***
Salve, questa è una nuova fanfiction che ho creato, so che magari non è un granchè, ma mi garbava come idea, spero che vi piaccia, mi farebbe piacere se commentaste per sapere qualche opinione. Buona lettura :3
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Faded {Yoonmin}
FanfictionNon sempre ciò che si vede con i propri occhi è vero, non sempre ciò che si vede è reale.