Quando mi decido a togliere le mani dal viso, non c'è nessuno. Solo un James incazzato nero, una lampada per terra rotta e poi nient'altro. Eppure sono sicura di aver sentito la voce di Marco pronunciare il mio nome, che detto da lui sembrava spruzzare veleno dappertutto.
Perfetto mo ho anche le allucinazioni. Mi rivesto in fretta e me ne vado ,sapendo che se resto ancora peggiorerei solo la situazioni. Prima di chiudere la porta alle mie spalle do un'ultima occhiata alla stanza. James seduto per terra con le gambe piegate e le braccia appoggiate sopra, le mani nei capelli.
Non ha capito che non riesco a non tagliarmi. Ormai ci sono dentro completamente e non riesco a uscirne.
Lo faccio da quando mio padre se ne è andato. Avevo dodici anni, ero una ragazzina indifesa maltrattata da quel verme, tornava sempre a casa tardi dal bar, tornava ubriaco e si sfogava su me e mia madre, ci picchiava, ci urlava contro e io lo odio per questo.
«Mamma ti prego lascia a papà, ci fa solo del male, ci sta distruggendo, lentamente ma lo fa» abbraccio mia madre, sedute per terra, lei con le mani sul suo viso per coprirsi mentre piange.
«No Elisa, non posso e lo sai. Se io e quello stronzo divorziamo, noi due finiamo in grossi guai. E tu non vuoi che gli amici di papà ci vengano a prendere vero? Ora ti prego vai in camera tua» ogni sera la stessa storia.
«Mamma non ti lascio da sola» sento due mani prendermi per i fianchi per farmi alzare violentemente
«L'hai sentita mocciosa, vai in camera tua. Ti conviene.» il suo alito che puzza di alcool vicino alla mia faccia. Ma io non lascio mia madre da sola. Devo far vedere a questo essere spregevole che mi ritrovo come padre che non può maltrattarci sempre.
Approfitto del fatto che ,essendo ubriaco, è anche più debole. Quindi gli tiro una ginocchiata nella pancia da farlo piegare in due dal dolore. Lo spingo per farlo cadere a terra, prendo mia madre aiutandola a camminare, e la porto fuori casa portandola nella cantina. Torneremo a casa quando saremo certe che mio padre sia uscito per andare a cercarci «Oddio Elisa ma sei impazzita? Adesso quando ci cercherà sarà ancora più arrabbiato. Elisa se violentasse anche te io non mi perdonerei mai. Sei il mio tutto Elisa non ti deve succedere niente. Che farei senza di te?» Istintivamente la abbraccio forte a me accarezzandole con una mano i capelli e con l'altra la schiena.
«Hei calmati. Non verrà a cercarci qui. Ora chiamo la polizia e dico loro di intervenire ok?» qualche giorno fa ho di nascosto parlato con la polizia e mi hanno detto "tranquilla signorina, manderemo una squadra a sorvegliare la casa e quando lei ci chiamerà noi interverremo e arresteremo suo padre e i suoi amici".
Dopo una buona mezz'ora che siamo in cantina, torniamo su in casa e andiamo a dormire.
Dopo quel giorno io e mamma ci siamo trasferite non molto lontano.
Arrivo alla scogliera senza neanche accorgermene talmente ero immersa nei miei ricordi amari.
Stendo la tovaglia da mare sulla sabbia e mi ci siedo sopra incrociando le gambe, prendo dallo zaino in mio diario e inizio a scrivere. Scrivo quello che penso in questo momento, quello che mi è successo oggi, frasi di canzoni che in questo momento rispecchiano il mio stato d'animo. Scrivo anche : Solo tu decidi cosa fartene della tua vita.
Non so, ma quando ho una penna in mano non mi accorgo di ciò che scrivo. Succede tutto talmente tanto velocemente che non ci faccio nemmeno caso. Quando ho finito, rimetto il diario e la penna nello zaino e mi metto a fissare il mare.
A volte vorrei essere una goccia d'acqua, libera.
Libera di poter andare ovunque. Libera di poter fare molte più cose invece di un solo scopo. Libera di poter riprovare a fare una cosa non riuscita. Libera, senza la società che ti giudica. Libera. Come solo una goccia d'acqua può essere, libera.
Oppure vorrei essere come l'aria.
Puoi giudicarmi sul fatto che sono sporca, ma non puoi fare a meno di me. Essere ovunque. Girare il mondo. Essere trasportata dal vento, trasportando con me tutti i pensieri della gente.
Oppure vorrei essere un pezzo di vetro.
Se cado mi rompo, certo. Ma se mi calpesti, ti faccio male, ovvio.
O un sassolino.
Essere d'aiuto quando una persona è arrabbiata facendomi scagliare in aria.
Oppure potrei essere tutti e quattro insieme:
-sono il vetro e ti calpestano, faccio male.
-per non porconare per il dolore mi prendono, essendo un sassolino, e mi scagliano.
-sono l'aria che vengo attraversata da un sassolino.
-un sasso si avvicina a me e mi attraversa,sono una goccia d'acqua.
Rido da sola per pensieri così assurdi. Estraggo una sigaretta dal pacchetto azzurro e mi beo di questa sensazione di calma che mi sta attraversando a ogni tiro che faccio. Gioco facendo cerchi col fumo nell'aria per poi vederli dissolversi.
Sto seduta, a fumare, a pensare, a fissare il mare, a fissare il tramonto, per poi la luna, fino a quando non mi viene sonno. Prendo una coperta e una felpa, e mi addormento cullata dall'odore di mare e dal rumore delle onde.
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Aria
RomanceAvete presente quando siete indecisi su che gusto di gelato prendere ? È un attimo di confusione fra tante delizie e altre , invece , no..ecco com'è la mia vita . Un' unica grande incertezza.. Penso che posso paragonarmi all'aria..a volte di troppo...