9. The first time

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"Mi fate venire le carie". Le parole che oramai escono dalla bocca di Niall erano solo queste.

Quando sono tutti e tre insieme, Harry e Louis stavano vicini, le mani che si sfiorano e ogni tanto uno dei due si gira verso l'altro e gli dice: "Ti amo".

E a Niall la situazione comincia a stancare, santo cielo, non davanti a lui.

Quel giorno sono seduti alla mensa e Louis sembra abbastanza agitato. Sono passati mesi dalla discussione a scuola con il professor Dumbles e sua madre. Da qualche settimana dopo Jay ha deciso di portare Louis da uno psicologo, per cercare di capire meglio la situazione.

Niall attira l'attenzione del liscio con un colpetto sotto il tavolo. Louis sta solo guardando Harry e il suo cibo ogni tanto. "C'è qualcosa che non va?".

Harry smette di parlare con un suo compagno di classe e si gira verso di loro. "Cosa?".

Louis gli prende la mano sul tavolo e sorride verso di lui. Niall li guarda per un secondo prima che lo sguardo azzurro torni nel suo identico.

"Secondo lo psicologo posso iniziare la cura con gli ormoni e quando sarò pronto..." si ferma facendo un gesto verso se stesso.

"Potrai operarti?" domandano in coro i due.

"Si". Versi di sorpresa e congratulazioni e domande coprono quello che continua a dire, ma sono cose futili, del tipo "se mamma vuole" o "prima un'operazione poi l'altra".

Harry lo bacia subito dopo quello, stringendolo in un abbraccio spacca ossa e Niall gli da dei calci leggeri sugli stinchi.

♧♧♧

"Sei felice?" chiede Harry, sistemandogli i capelli troppo lunghi dietro un orecchio.

"Si, ci vorrà del tempo, ma poi-" "Poi sarai tu".

Annuisce sorridendogli. "C'è una cosa però".

Sono in un autobus affollato, schiacciati l'uno contro l'altro e qualcuno potrebbe starli ascoltando, quindi Louis abbassa la voce, sollevandosi sulle punte per parlare dritto nel suo orecchio. "Vorrei fare l'amore con te prima di tutto".

Harry sente le guance scaldarsi, ma non è un problema quanto quello che potrebbe crearsi nei suoi pantaloni.

Louis ha la testa bassa e lo sta guardando da dietro le ciglia. Le guance rosse non solo per il caldo dell'autobus.

"Oggi siamo a casa da soli fino alle otto" borbotta, insicuro Harry.

Il liscio preme il naso contro il suo collo, baciandolo dolcemente e respirando direttamente sulla sua pelle. "Sarebbe okay".

"Deve essere perfetto" ribatte Harry.

Per un momento rischiano di cadere quando l'autobus si ferma di colpo, ma grazie a quello trovano un posto a sedere.

Louis si siede sulle cosce del riccio e gli dice: "Allora è perfetto".

"Lo sarà" annuisce quasi cercando di convincere se stesso "te lo prometto".

Restano con i nasi vicini e le labbra che si sfiorano ad ogni parola.

"Posso avere un po' di paura?" domanda ad un certo punto Louis.

"Amore". E la parola esce con così tanto transporto, un affetto così incondizionato per lui. "Certo, ma ci penso io a te, okay?".

Louis annuisce. "Si, okay".

Quando arrivano a casa, Louis si sdraia sul divano, lanciando le scarpe sul tappeto.

"Harry?". I suoi azzurri brillano e sembra così felice e libero.

"Dimmi, amore".

Harry si siede accanto a lui e preme il naso freddo contro il suo collo, baciandolo piano subito dopo.

"Tu hai fame?".

I denti premono dolcemente nella pelle profumata e morbida, mentre un sospiro lascia le labbra sottili di Louis.

"Nope" borbotta il riccio "Tu?".

"Un po'". Harry si stacca per guardarlo negli occhi. Anche Louis lo fissa. "Ma posso aspettare".

Presto i vestiti ricoprono il pavimento e Louis è per la prima volta totalmente nudo contro di lui.

Harry lo guarda dalla testa ai piedi e Louis stringe le cosce, sentendosi a disagio.

"No, amore" borbotta Harry "fidati di me".

Lo fa stendere su di sè, baciandolo dolcemente. Louis si tira più avanti e sussulta quando sente l'erezione di Harry contro di sè.

"Sei tu" borbotta "sei tu, Lou, non mi importa del tuo corpo".

Fanno l'amore e Louis non si é mai sentito così bene.

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