Louis si sveglia nel mezzo della notte per una strana sensazione allo
stomaco. Si mette seduto e porta le mani allo stomaco, implorando che suo figlio (o figlia, non lo sa ancora) non abbia intenzione di uscire in quel momento. Sente come delle piccole fitte e non sono così terribili, danno
solo fastidio.Harry dorme accanto a lui e quando la sensazione passa, si sdraia di nuovo premendo il viso contro la sua schiena nuda.
Passa le dita sulla sua pelle e, ovviamente, a causa del suo sonno leggero il riccio si sveglia. “C’è qualcosa che non va?”
“Non voglio partorire adesso, Haz” ribatte Louis.
Sente il respiro di Harry bloccarsi nella sua gola. “Sei in travaglio?”.
“No, no”. Si ferma un attimo. “Non credo”.
“Sto per avere un infarto, amore, mi dici che succede?”
Si mettono seduti e proprio in quel momento la sensazione che aveva
percepito prima, si ripete. Ma con più intensità. Stringe la mano di Harry
con forza e lo guarda con il panico negli occhi. Non può partorire adesso.“Harry, tuo figlio ha deciso che adesso è un buon momento per nascere, ma io non lo voglio adesso!"
Il riccio rimane immobile, le palpebre che sbattono lentamente prima che la realizzazione lo colpisca. "Diventeremo papà".
Le fitte in quel momento sono scomparse, perciò Louis allunga la mano per accarezzargli la guancia. Presto saranno una famiglia e sarà meraviglioso; lo sa che ci saranno dei momenti difficili, ma si amano e non c'è nulla che importa più di quello.
"Dobbiamo andare in ospedale, ora"
Harry annuisce e si alza. "Tu vai a svegliare tua mamma, io mi vesto e prendo le tue cose".
Louis concorda e fa per alzarsi, ma una sensazione di bagnato lungo le cosce lo lascia paralizzato. "Oh, santo cielo" borbotta "Harry dobbiamo muoverci".
"Che succede?" gli domanda con la maglia solo per metà infilata.
"Credo-" un gemito di dolore lo interrompe "mi si sono rotte le acque."
Si risiede sul letto e borbotta contro la pancia con rabbia, ha la vaga sensazione di urlare un vaffanculo a suo figlio, ma non è che gli importa più di tanto. Non dovrebbe nemmeno essere lì quindi può urlargli contro quanto vuole.
Il riccio rimane interdetto, mentre Louis si piega su se stesso dal dolore e gli grida contro qualcosa di incomprensibile.
La luce del corridoio si accende all'improvviso, i passi della famiglia di Louis si fanno più vicini e la madre del ragazzo entra in camera. "Harry, non stare lì impalato, devi portarlo in ospedale!"
Il riccio si risveglia e recupera Louis dal letto per portarlo verso la macchina con Lottie al suo fianco che prova a rassicurare suo fratello, dicendogli che presto sarà tutto finito.
Il viaggio in auto è un inferno. Louis riversa su di lui tutta la sua rabbia e il suo dolore, mentre Lottie lo sgrida perchè sta rispettando i semafori. È così che le porte del Pronto Soccorso sembrano quelle del paradiso, ma accade tutto comunque troppo in fretta.
Harry non sa bene come sia successo, ma si trova a tenere stretta la mano sudaticcia ed incredibilmente forte di un Louis urlante.
"Harry Styles" urla Louis contro la sua faccia, incurante dell'equipe di medici lì per lui e il bambini "giuro che quando esco da qua ti taglio la palle!"
Il riccio annuisce, pallido e sul punto di svenire. C'è un medico tra le gambe di Louis che lo sprona a spingere e riesce a vedere una testa di bambino tra le cosce del suo ragazzo.
Gli bacia la mano con dolcezza, sperando di portar via un po' di quel dolore, ma il liscio non sembra neanche accorgersene. Però, continua ad accarezzarlo per cercare di rassicurarlo e fargli sentire che è vicino a lui.
All'improvviso, un pianto squarcia l'aria e Louis poggia la testa sul lettino, stringendo la mano di Harry per poi guardarlo con un sorriso. "È uscito".
"Uscita" borbotta Harry, gli occhi puntati sulla figurina di una persona in mignatura sporca e rossa dalle urla "È una femmina".
Louis sorride e chiude gli occhi stanco. "La nostra bambina".
"La nostra famiglia" ribatte Harry.
È il giorno più bello della loro vita.
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It's me
FanfictionA volte l'anatomia del nostro corpo è sbagliata. Ci guardiamo allo specchio e non vediamo chi in realtà vorremmo vedere, chi ci aspestiamo di vedere. Questo è quello che succede a Louis, un diciasettenne londinese che, quando si guarda allo specch...