Harry gli passa l'ennesima tazza di thè. E Louis la prende senza dire una parola.
Non va a scuola da quasi due settimane e ora la sua pancia spinge appena contro la maglietta. É impercettibile, ma Harry ama accarezzarlo in quel punto mentre dorme.
Sussurra sempre cose dolci al suo bambino, perché è tanto orgoglioso di quello. Anche se ancora non ha detto nulla a sua madre e anche se ancora Louis non ha accettato a tenere il bambino.
Lascia un bacio sulla fronte di Louis e poi torna di sotto, in cucina. In mano la tazza mezza piena di Louis.
"Hai chiamato tua madre?" gli chiede Jay, la mamma di Louis.
Harty annuisce. "Si, ancora non sa perchè sto qua, ma capisce che ci sono dei- uhm, problemi? Comunque voglio dirglielo".
"Ovviamente, devi". La donna gli prende la tazza e la svuota nel lavello. "Senza di te, avrebbe già fatto qualcosa di stupido. Quindi, beh, grazie."
Harry sorride dalla porta. "Vado da lui."
"Certo."
Sale piano le scale e poi bussa piano alla porta. Nessuno risponde, quindi entra senza fare alcun rumore. Louis è steso su un fianco, potrebbe star dormendo, ma se che non è così per il modo in cui si tiene coperta la pancia con le coperte.
Si infila nel letto accanto al suo ragazzo e gli accarezza la spalla. Gli manca, gli manca tanto, ma sa che per Louis è più difficile che per qualsiasi altro adolescente che aspetta un bambino.
Louis cambia posizione, finendo a pancia in sù. Harry porta la mano ad accarezzargli la pancia. Sposta il piumone e la maglietta del liscio, lasciando un bacio sulla pelle. Il ragazzo sospira, il riccio lo ignora. "Ciao, bambino" borbotta contro la pancia "tutto bene lì dentro?".
Mormora delle cose stupide, sapendo che è troppo presto per sperare in un calcio. Accarezza la pelle e solleva lo sguardo sul viso di Louis, incontrando gli occhi blu e spalancati del liscio. Fa finta di nulla. "Sai, il tuo papà è un po' diverso" tiene fermi i suoi fianchi, quando Louis prova ad allontanarsi "ma questo non vuol dire che non sia libero di essere se stesso".
"Nessuno dei due è stato attento, penso che il tuo papà fosse troppo preso da me" ridacchiano entrambi, il sorriso di Harry contro la pelle di Louis. "Ma io, in quel momento, non ci ho nemmeno pensato che il tuo papà fosse diverso e così abbiamo fatto un errore. Ma mi sta rendendo davvero felice".
Il riccio lascia dei dolci baci attorno al suo ombelico e poi borbotta una buonanotte al suo bambino.
"Vuoi diventare papà?" gli chiede Louis.
Harry gli accarezza una guancia. "Ti stavo immaginado mentre baci la nostra bambina e lei che si lamenta per il fastidio della barba."
Gli occhi di Louis si illuminano a quell'immagine e si passa una mano sulla guancia, sperando di sentire qualcosa che non c'è.
"Quindi lo vuoi davvero?".
"Avevi paura che non volessi? Che ti lasciassi solo in tutto questo?"
"Vorresti una femmina?"
"Beh" Harry nascose il viso nel suo collo "so che è brutto da dire, forse, ma vorrei una bimba da agghindare come un principessa. Ma se mi dovesse dire di essere una qualsiadi altra cosa lo accetterei."
Louis lo guarda negli occhi e riconosce la sincerità. "Avevo paura che... la smettessi di vedermi come un uomo."
"Non lo sei?"
"No" borbotta "Lo sono".
"Allora sei il mio ragazzo incinto e io sono felice."
Il ragazzo dagli occhi azzurri si stringe a lui, gli bacia una guancia e rimane fermo lì. "Non volevo ucciderlo davvero."
Harry gli gratta la schiena, tenendolo contro di sé. Vuole fargli capire che lo sta ascoltando a che sta cercando di capirlo. "Non mi sento a mio agio, sapendo che sono in grado di fare quello che non dovrei essere in grado di fare."
"Ma non puoi neanche ucciderlo".
"No, lui, o lei, o qualsiasi cosa sarà, non se lo merita. É solo un niente, non lo consideriamo nemmeno un bambino a questo punto. Non posso impedirgli di vivere."
"Vuoi darlo in adozione?" gli chiede Harry, una mano gli sta sistemando i capelli, gesti leggeri come un battito di farfalla.
"Ci sto ancora pensando". Harry sente il cuore perdere un battito. "A parte la questione me, ci siamo noi. Noi come coppia e noi come singoli."
"Un bambino unisce le coppie." sussurra Harry. Non vuole darlo via, non se lo perdonerebbe mai.
"Ma ne sfascia moltissime giovani e non abbiamo finito la scuola, la nostra vita dovrà girare attorno alla sua e- a me sarebbe piaciuto andare all'università."
"Ma a me no. Io potrei lavorare e tu alternare la scuola con il lavoro."
"Harry". Louis lo guarda negli occhi. "Non stai tenendo conto del fatto che vorremmo passare del tempo insieme, e il bambino? Non potremo sempre lasciarlo a mia madre o alla tua."
Harry rimane in silenzio. Sa che Louis ha ragione, ma quello è suo figlio e non crede che il suo ragazzo debba decidere da solo in quello. Ama già quel bambino e il pensiero di darlo a qualcun'altro gli spacca il cuore.
Sospira. "Però non vuoi ucciderlo".
"No, non voglio".
Harry tira un sospiro di sollievo. Sa che ci sono tantissimoi motivi per cui Louis non voglia tenere il bambino, ma intanto l'ha convinto a non abortire.
Per il resto ha 9 mesi davanti.
Come regalo per la vittoria ai Brits vi do questo capitolo, vi voglio bene e amo il mondo. (Solo per sta sera, ciao)
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It's me
FanfictionA volte l'anatomia del nostro corpo è sbagliata. Ci guardiamo allo specchio e non vediamo chi in realtà vorremmo vedere, chi ci aspestiamo di vedere. Questo è quello che succede a Louis, un diciasettenne londinese che, quando si guarda allo specch...