Vendetta

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Avrei potuto porre fine a quella situazione quando volevo. Invece si trascinò avanti inesorabile, e ogni giorno che passava mi poneva sempre più vicino a quell'ideale che mi ero prefissa di raggiungere.

Sexy, naughty, bitchy...

Sensuale, cattiva, troia.

Dopo quella sera a Villa Barbieri allentai un po' la presa su Alberto. Promisi a Christian che avrei trascorso l'intero week-end insieme avrei lui, convincendolo persino ad andare a fare un po' di shopping nella città vicina, dove ero sicura che non mi sarei imbattuta nel mio compagno di università.

Ricevetti una miriade di messaggi e chiamate da parte sua, finché non decisi di bloccarlo. Dovevo evitare che Christian scoprisse la verità.

In realtà, quando mi venne a prendere sotto casa sabato mattina, non avevo ancora deciso il da farsi. Volevo tradire Christian, ma Alberto non era la persona giusta. Avrei dovuto ripiegare su qualche altro stronzo, come Tommaso o Filippo. Sarebbe stato uno smacco terribile per il mio "ragazzo" scoprire che me la facevo con uno dei suoi amici. Peccato che fossero due mostri fotonici che non mi avrebbero arrapata neanche se avessi tenuto gli occhi chiusi per tutto il tempo...

Decisi intanto di continuare a recitare la parte della fidanzatina innamorata. «Cosa mi regali per Natale?» tubai tenendogli il braccio, mentre passeggiavamo sotto il sole invernale, nelle strade lastricate della zona pedonale.

«Perché, vuoi il regalo?» aggrottò la fronte Christian.

«Ovvio! Stiamo insieme o no?»

«Certo, ma pensavo...»

«Io a te l'ho già fatto, quindi devi comprarmi qualcosa anche tu.» Mentivo assolutamente. Il mio regalo sarebbe stato un bel calcio in culo.

«Cosa vuoi?»

«Stavo pensando a quelle collane che si dividono a metà, hai presente? Così una metà la puoi tenere tu e l'altra io.»

«Non ho intenzione di andare in giro con un cuore al collo» borbottò lui.

«Non deve essere per forza un cuore. Guarda questa.» Gli mostrai la vetrina di una gioielleria, che vendeva le collane di cui stavo parlando. Indicai una specie di sfera che si scomponeva in una parte blu zaffiro che si inseriva in quella bianca.

Christian la occhieggiò con diffidenza. «Ovviamente io terrei la parte col coso in fuori.»

Evitai di alzare gli occhi dinanzi a quella dimostrazione di stupidità maschile. «Ovviamente. Ti piace?»

Sbuffò, prima di aprire la porta della gioielleria. «Te la compro solo perché piace a te, che non ti fai strane idee» mi disse, mentre sorridevo da un orecchio all'altro.

«Figurati, non metterei mai in dubbio la tua virilità.» Mentre lui indicava alla commessa la collana che volevo, mi squillò il cellulare. «Ehi, Ale.»

«Allora com'è andata?»

«Cosa?»

«Come cosa?! Ieri sera! Con Alberto!»

Aveva strillato talmente forte che temetti che Christian avesse udito, ma vidi che era impegnato a discutere con la commessa. «Non posso parlare, ora» dissi a denti stretti. «Vediamoci domani pomeriggio in piazza dei Signori.»

«Alle cinque?»

«Va bene.»

«Spero che tu abbia delle novità stuzzicanti per farmi fare tutta quella strada.»

«Cavolo, cinque minuti a piedi da casa tua è veramente una maratona!»

Chiusi la comunicazione e presi il pacchetto che Christian mi tendeva. La sua espressione non sembrava felice. Pensai che avrebbe fatto storie per il prezzo della collana, invece disse: «Pensavo che avessi detto che stavamo insieme tutto il weekend.»

La Ragazza con il FuocoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora