capitolo 12

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Pov. Sonia

Ritorno scoraggiata in piazza, la quale strabocca di persone che ormai hanno affollato le strade e le vie.

Mi avvicino irrequieta al trambusto della manifestazione.

Un autoparlante trasmette i programmi e i vari punti d'incontro previsti per la giornata.

Delle casse ed un dj risuonano al margine della piazza trasmettendo musica rock, che tuttavia pare quasi inudibile in confronto al vociare della folla.

D'improvviso da essa partono urla di terrore indietreggiando incuranti degli altri spettatori ignari per poi aquietarsi e scusarsi reciprocamente.

Avanzo cauta fra i corpi mentre stringo la borsa per evitare di essere scippata, nel frattempo frugo in essa alla ricerca del cellulare.

Al cellulare..

Elisa < Ciao Sonia! ...Sono in piazza dove sei?! ...Non ho mai visto niente del genere!>

< Ciao Ely!...Em sono...( Mi guardai attorno spaesata ' già dove sono?!')...Facciamo così ci troviamo davanti alla gabbia fra una ventina di minuti ok?! >
Dovetti urlare per farmi sentire accostando il più possibile il telefono vicino alle labbra.

< Ok ,va bene a dopo Sonia,... ah non farti pestare troppo ( rise) > poi riattaccò.

Alzai gli occhi al cielo sbuffano.

Non sarebbe andata come la scorsa volta..

Non sarebbe andata come la scorsa volta..

Continuai a ripetermelo alla nausea mentre avanzavo fra il mare di corpi, gli stessi che un anno fa mi avevano fatta capitolare a terra e quasi schiacciare, se non fosse stato per Elisa che prontamente mi aveva rialzato. Che figura!

La sua spiegazione?

Un giorno mi aveva detto che ero talmente minuta che la gente non mi avrebbe nemmeno vista, bè in quel caso ebbe ragione.

Sbucai diverse volte in un punto indesiderato, era impossibile mantenere una direzione, eri come in balia di una corrente.

La gente era talmente ravvicinata che per sorreggermi non avevo bisogno del supporto delle gambe.

A metà percorso cambiai strategia, mi abbassai e mi inoltrai nella foresta di gambe, dove, strano, ma vero, vi era più spazio.

Il mio essere bassa e minuta per la prima volta dopo 17 anni e mezzo di vita mi ritornò utile.

Procedetti a passo più o meno sostenuto sghignazzando fra me e me nell'immaginare quella spilungona di Elisa sbraitare imprecazioni spingendo la massa che procedeva ad andatura di lumaca.

Innamorata di un dragoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora