Genn, amico mio!
Come stai? Sono venuto a trovarti perchè tra vari impegni non ho avuto molto tempo per te questa settimana..allora, come andiamo?
Non ricordo affatto come siamo diventati amici, ma di solito succede e basta, come quando fai un sogno. Non ne ricordi mai l'inizio, semplicemente ti ritrovi in mezzo a qualcosa che sta succedendo nella tua testa.
Non ricordo qual è stata la prima volta che abbiamo parlato, ma penso che successe il primo giorno di liceo..si, forse mi sta tornando in mente.
Io entrai in classe e non conoscevo nessuno, così mi sedetti all'ultimo banco.
Dopo pochi minuti entrasti anche tu ti sedesti di fianco a me.
Sono passati trent' anni ormai e di quel giorno ho solo ricordi sparsi, ma bellissimi.
Sì,sì, ora ricordo. Diventammo amici il giorno dopo, quando entrambi ci iscrivemmo al corso di musica. L'insegnante ci mise in coppia e ci assegnò una canzone da riarrangiare.
Mi ricordo la tua espressione disgustata quando sapemmo il titolo, io scoppiai a ridere e tu facesti lo stesso.
Ci divertimmo un sacco quel giorno a cantare quell'orribile canzone, ma con il tempo iniziò a piacerci e diventò la nostra canzone preferita, la nostra canzone.
Poi verso il terzo anno iniziammo a comporre musica nostra, suonavamo in vari locali e ci pagavano pure! Ti ricordi Genn? Eravamo così giovani e pieni di speranze..pensavamo di diventare famosi, avevamo anche un nome...come ci facevamo chiamare? Mhh..Urban.., ah sì, Urban Strangers! Avevamo anche una certa fama..sì, stavamo quasi per farcela, stavamo quasi per realizzare i nostri sogni da adolescenti ribelli, avevamo anche registrato un disco e volevamo mandarlo a qualche casa discografica, ce l'avevamo quasi fatta..
Ma poi arrivò la tua malattia Genn, amico mio, quanto è stata dura mollare tutto per uno stupido scherzo del destino.
Mi ricordo quanto fossi distrutto, eri a pezzi, dicevi che per colpa tua la nostra carriera era rovinata. Ma non è così Genn, non è colpa tua, non è colpa di nessuno..e avrei preferito cento volte perdere la carriera piuttosto che il mio migliore amico!
L'ultima volta che sono venuto ti avevo detto che mio figlio stava per nascere ma non sapevamo come chiamarlo. Abbiamo deciso il nome stamattina.
Ho deciso di chiamarlo Gennaro come te, e sai qual è la cosa buffa? E' nato il giorno del tuo quarantesimo compleanno. Già, ha pure due occhioni azzurri come te.
Ti assomiglia proprio. Sono così felice di avere un figlio che assomigli a te, sai non te l'ho mai detto, ma ho sempre provato qualcosa per te. E sapevo che anche per te non eravamo solo amici noi due. Sì..emh, ho letto il tuo diario quando eravamo al quinto anno, scusa.
Saremmo potuti essere felici insieme, eravamo una bella squadra e una bella coppia, ma eravamo entrambi troppo orgogliosi e forse l'amore non faceva per noi.
Quando ti sei ammalato il mondo mi è crollato addosso ma abbiamo resistito, insieme.
Mentre affogavo nel mio dolore conobbi una ragazza, la mia futura moglie, madre del mio bambino.
Ma in un certo senso è nostro figlio, no? Sono felice che sia proprio come te, lo crescerò come avresti voluto tu.
Mi manchi Genn, mi manchi tanto.
Ti ho portato questo mazzo di fiori, le margherite, i tuoi preferiti. Così belle nella loro semplicità. Proprio come te.
La cosa che mi fa più impressione di tutta questa faccenda è quel trattino tra la tua data di nascita e la data in cui mi hai lasciato. Quel trattino è tutta la tua vita, tutto quello che hai vissuto, tutto quello che sei stato, tutto quello che mi hai fatto provare.
Mi manchi così tanto.
Oh no, lo sto facendo di nuovo.
Non voglio che tu mi veda mentre piango, non avresti mai voluto vedermi stare male per te.
Ora me ne vado Genn ma ti prometto che torno presto, magari porterò il piccolo Gennaro con me la prossima volta.
Scusa se ogni volta che ti vengo a trovare piango, ma vedere la tua foto mentre sorridi mi fa tornare in mente troppi ricordi, come quando quel sorriso c'era veramente.
Mi manchi, torno presto amore mio.
