Testimone anonimo.

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CAPITOLO SECONDO: Testimone anonimo


Un odore di camomilla le pizzicò il naso e fu allora che sbatté le palpebre un paio di volte, prima di aprire gli occhi. Il volto di Magnus fu il primo che vide, che se ne stava seduto su una sedia con gli occhi arrossati per la stanchezza. Si sforzò di mettersi seduta e avvertì un forte dolore al braccio, seguito da un tanfo di erba.

"Ma che cavolo succede?"

Magnus scattò in piedi quando sentì la sua voce e finalmente sorrise, dopo tre giorni di preoccupazioni e ansia. Si avvicinò al letto e vi prese posto. Allungò ad Astrea una tazza di camomilla e le fece cenno di berla. Lei, senza replicare, mandò giù un sorso.

"Ora mi spieghi che succede e perché c'è questa puzza di erbaccia."

"Sei stata colpita ad una spalla da un demone e un suo artiglio ha infettato la ferita. Così il tuo Raphael l'ha estratto ma era necessario una cura mirata. Hai dormito per due giorni ed io ho evitato che ti fosse amputato un braccio grazie ad un antico rimedio per espellere il veleno demoniaco, a base di erbe amare. Siamo stati tutti in pensiero per te."

Astrea aveva ripercorso con la mente gli eventi di quella sera mentre Magnus glielo raccontava. Ricordava la discussione con Alec, la donna e i bambini che aveva aiutato, Raphael che sul tetto le estraeva l'artiglio. Poi il buio, almeno fino a quel momento in cui si era svegliata.

"Hanno lasciato te a farmi da guardia?" fece Astrea, alzandosi per dare un'occhiata fuori.

"Giù ci sono due guardie del Clave che attendono il tuo risveglio per condurti ad Idris, al cospetto di Goldstorm. Vuole un colloquio con te." la informò lo Stregone, una nota di allarme nella sua voce solitamente sicura. La Nephilim sospirò e si passò le mani sul viso. Sapeva che l'avrebbero convocata ma di certo non si aspettava che la monitorassero così da vicino.

"Okay. Ho bisogno di qualcosa da mangiare, di una doccia e di indossare qualcosa di decente." disse tra sé e sé Astrea, puntando poi il dito contro lo Stregone.

"Scendi con me in cucina, ho fame. E non vorrei che le guardie mi rapissero in casa mia."

Magnus rise, ma doveva ammettere che quella poteva essere di sicuro un metodo adottato dai due uomini al piano di sotto.

"Raphael?" chiese Astrea, alquanto delusa nel non trovare il Vampiro al suo risveglio.

"Astrea, in questi due giorni le cose non sono andate esattamente bene. Shadowhunters e Nascosti sono ad un passo dalla guerra. Raphael è dovuto tornare al DuMort, ma ha lasciato quello per te." Magnus indicò un bigliettino giallo attaccato al frigorifero. Astrea lo staccò e riconobbe la grafia piccola, allungata e illeggibile simile a quella dei medici. Ma aveva imparato, in quell'anno, a leggerla.

Se leggi questo biglietto è perché ti sei svegliata, e la cosa mi reca un grande sollievo. Sono tornato al DuMort perché ci sono delle questioni da risolvere. Ti lascio nelle mani di Magnus, so che posso fidarmi. Non fare sciocchezze in mia assenza, te ne prego, e resta attaccata allo Stregone. Sta' attenta.

Ci vediamo presto,

R.

P.s. so che sei una ghiottona e, di fatti, nella dispensa troverai le tue brioches preferite.

"Raphael Santiago che compra brioches? Questa è da segnare sul calendario!" esclamò Magnus allibito, ma al tempo stesso contento dei passi avanti fatti dal Vampiro.

"Lui non compra. Lui ruba, è diverso."

Astrea aprì l'anta della dispensa e le si illuminarono gli occhi alla vista di un pacco di merendine. Ne scartò una e le diede un bel morso. Due uomini, vestiti in nero e muniti di spade angeliche, entrarono in cucina con facce serie e autoritarie.

Troublehunter 2.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora