CAPITOLO NONO: Bruciare d'amore.
La biblioteca sembrava più piccola e buia quella mattina. Alec e Magnus erano seduti vicini, così come Izzy e Simon; Clary era poggiata allo schienale della sedia di Jace; Astrea, invece, stava in piedi davanti a loro. Era più magra, aveva gli occhi cerchiati e la benda al braccio era imbrattata di chiazze di sangue qua e là, ma rimaneva dell'idea di non voler usufruire dell'iratze.
"Facciamo il punto della situazione, Magnus." esordì Astrea, autoritaria e pratica. Sui visi dei presenti si dipinse un'espressione confusa.
"E' una cosa loro. Si aiutano a vicenda." chiarì Alec.
Lo stregone si affiancò ad Astrea, schiena curva, mani aperte sul tavolo, e un volume di magia sotto gli occhi.
"Sylvie Blanc vuole il sangue di Astrea per eliminare i nemici, ossia gli altri vampiri, vuole ottenere maggiore potere, e così riuscirebbe anche a tenere testa a tutti i Nascosti. Sarebbe un'arma contro cui nessuno vorrebbe combattere, e molti la cercherebbero per avere la cura." disse Magnus, poi spostò lo sguardo sulla sua amica per farla continuare.
"Goldstorm è stato tratto in inganno da Sylvie. E' vittima dell'encanto e agisce solo per compiacere la sua padrona. Ha scelto Goldstorm perché è il Console, può prendere qualsiasi decisione riguardo alla vita di un Nephilim, e quindi politicamente è più forte di me. Per evitare che il piano fallisse, entrambi hanno agito su due fronti diversi: Sylvie ha messo una taglia sulla mia testa, mentre Goldstorm, usando la mia ribellione alla riunione, usufruendo del mio nome, ha scatenato una guerra tra Nephilim e Nascosti. Entrambi volevano assicurarsi che i Nascosti mi uccidessero. In questo modo, il Console ne sarebbe uscito con le mani pulite e avrebbe punito i Nascosti, sostenuto anche dall'aiuto di Sylvie." la voce e l'atteggiamento di Astrea erano severi e risoluti, le doti di un vero leader.
"Questa Sylvie come ha contattato Goldstorm? E chi ha spifferato il tuo nome?" chiese Simon, dando voce ai pensieri di tutti. Astrea rivolse un'occhiata a Izzy e Alec, che si erano occupati della questione.
"Jessica Goldstorm, la nipote del Console. Ci ha detto che il suo ragazzo, un soldato delle Fate, le ha dato una lettera che sarebbe dovuta essere recapitata al Console, ma senza leggerla. Jessica ha portato la lettera a suo nonno, e qualche ora dopo lui le ha ordinato di andare in giro per segnalare Astrea Monteverde come la testimone che aveva accusato i Nascosti per la morte dei Cacciatori." disse Alec, conciso e diretto.
"Sylvie si è servita addirittura delle Fate. Astuta!" fu il commento annoiato di Jace.
"Quindi Sylvie da tempo progettava di uccidere Astrea. Ha trovato un ausilio in Goldstorm e Raphael, a quanto pare." disse Isabelle, le dita che giocavano con la collana, le sopracciglia sollevate. Astrea respirò a fondo prima di rispondere.
"Raphael non ha colpe!" gridò una voce dal fondo della biblioteca. Tutti gli occhi furono puntati su una figura lunga e magra che attraversava la stanza. Era Sally. Astrea strabuzzò gli occhi e il suo cuore prese a battere più velocemente. Sally stava piangendo, le lacrime insanguinate scorrevano e macchiavano di rosso il suo viso pallido. Isabelle si sentì in imbarazzo per un attimo, poi ignorò le parole della vampira.
"Mark è morto per colpa di Sylvie. E anche Raphael rischia di essere scoperto e ucciso."
Astrea corse da lei e l'abbracciò forte. Sally si lasciò cadere a terra in preda al dolore, portando con se la Nephilim. Magnus distolse lo sguardo da quella scena pietosa: due donne rannicchiate a terra, strette l'una all'altra e accomunate dalla perdita. Alec gli strinse le mani e lo tirò più vicino a se.Raphael non si era mai sentito così strano, così sofferente. Stava sui talloni, con la schiena contro la parete, e le mani sulle ginocchia. Un senso di nausea gli dava il tormento da un paio d'ore. Cercava di non lamentarsi, ma ogni tanto qualche sospiro fiaccato gli scappava.
"Che ti prende, Raphael?"
Stan scivolò sul pavimento e si avvicinò al suo amico: aveva la fronte corrugata dal dolore, respirava a fatica....respirava?
"Il sangue di Astrea....ti ha curato. Vero?"
Raphael si limitò ad annuire, piegato dal dolore.
"Sento il tuo sangue e il battito del tuo cuore. L'effetto ha avuto i suoi esiti."
"Sono un mondano."
Quelle tre parole rimasero in aria, nessuna risposta, nessuna protesta, solo silenzio. Era possibile udire i battiti di un cuore, vivo e pulsante, e le vene battevano vivide in tutto il suo corpo.
Dopo settanta anni era stato curato. Se solo sua madre fosse stata lì.
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Troublehunter 2.
Fiksi PenggemarÈ passato un anno da quando Astrea é tornata all'Istituto di Lisbona, questa volta come Capo. Ed é da un anno che la relazione tra lei e Raphael procede senza troppi impegni. Intanto a New York giungono cattive notizie: qualcuno sta facendo strage d...