CAPITOLO TERZO: Safe House.
"Tieni gli occhi aperti!" gridò Jace, i capelli biondi spettinati e la mano destra stretta attorno ad un bastone. Astrea, seduta a terra, si portò una mano sulla fronte e tentò di asciugarsi il sudore. La sera prima era tornata assieme a Magnus e Raphael a Lisbona per preparare le borse che sarebbero servite per il soggiorno, si sperava breve, in Spagna. Quella mattina Jace le aveva ordinato di presentarsi in palestra all'alba per allenarsi contro qualsiasi evenienza. Tutti sapevano che non era difficile per i Nascosti, muovendosi nell'ombra, scoprire dove fosse nascosta Astrea, e lei doveva essere sempre sull'attenti.
"Mi sto allenando da quattro ore. Sono esausta, Jace!" replicò la ragazza, ora in piedi e con il peso sul bastone. Mosse velocemente le mani per legarsi i capelli, ormai zuppi di sudore, in una crocchia.
"Sei esausta? E questo vuol dire che piagnucolerai quando sarai costretta a combattere per una notte intera? Lascerai che gli altri muoiano perché sarai stanca?" il tono di Jace era meschino, severo e anche i suoi occhi erano scuri e profondi. Agile come lo è solo un Cacciatore, fu vicino ad Astrea e riuscì a buttarla a terra con un semplice colpo di bastone al ginocchio. La ragazza crollò sulle ginocchia e portò le mani in avanti, senza respiro. Alcune ciocche ondulate erano sfuggite dall'elastico e le ricadevano sul viso.
"Sei debole."
Raphael era appena fatto il suo ingresso in palestra e subito fu richiamato da Magnus, seduto su una panca accanto a Simon. Prese posto anche lui.
"Come sta andando?" sussurrò in vampiro a Magnus tenendo le braccia incrociate.
"Jace sembra...alquanto severo stamani."
"Severo?! Sono qui dentro da quattro ore e Astrea é stremata. Jace dovrebbe darsi una calmata." intervenne Simon, gli occhiali spessi e la solita faccia da ragazzino. Raphael aggrottò le sopracciglia e riportò lo sguardo al centro della stanza, nel punto in cui Astrea e Jace si allenavano. La ragazza si era tirata su e stava riprendendo fiato.
"Sei pronta o ti serve un dottore?" la schernì Jace con un mezzo sorriso.
"Sta zitto, Herondale."
Astrea mosse in avanti il bastone per colpire il ragazzo allo stomaco, ma Jace fu veloce e il colpo andò a vuoto. Prima che lei potesse rendersene conto, la punta in metallo del bastone picchiò contro la sua schiena abbastanza forte da farla nuovamente cedere sulle ginocchia.
"Sei debole." ripeté Jace, avvolto nella luce che entrava dalle finestre in alto.
A Raphael non piacque affatto il modo in cui il Nephilim si era rivolto, quindi si alzò e raggiunse la pista di allenamento. Spintonò Jace e gli puntò un dito contro.
"Stai esagerando, Herondale." gli disse con voce seria, sebbene tremasse per la rabbia.
Raphael tese una mano ad Astrea e lei prontamente l'afferrò per alzarsi. Era visibilmente stanca, scure linee blu accerchiavano i suoi occhi e doveva essersi fatta male dato il pallore sul suo viso. Jace lasciò cadere il bastone e ridacchiò.
"Non sto esagerando. É lei che non é pronta. Sai qual é il problema? Ha un'ottima tecnica, ma non l'hai messa sotto abbastanza."
Era ovvio che la battuta di Jace avesse un tono sottointeso. Astrea alzò gli occhi al cielo e, senza pensarci due volte, gli tirò un pugno facendolo barcollare.
"Ti avevo detto di stare zitto."
Stendersi su qualcosa di morbido dopo essere stata sbattuta più volte sul pavimento della palestra fu come essere rinati. Astrea sentiva dolore dappertutto e fu grata quando l'iratze cominciò a fare effetto. Si era fatta una doccia fredda per spazzare via la stanchezza e per cercare di mantenersi sveglia. Poi aveva deciso che mettersi a letto sarebbe stata una scelta ottima; così fu.
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Troublehunter 2.
FanfictionÈ passato un anno da quando Astrea é tornata all'Istituto di Lisbona, questa volta come Capo. Ed é da un anno che la relazione tra lei e Raphael procede senza troppi impegni. Intanto a New York giungono cattive notizie: qualcuno sta facendo strage d...