Immortale.

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CAPITOLO QUARTO: Immortale.

Magnus se ne stava disteso sul divano della biblioteca dell'Istituto e sfogliava svogliatamente uno dei suoi libri di magia. Odiava starsene al chiuso, proprio lui che era abituato ad andare sempre in giro con i suoi figli per mostrare loro quale magia offrisse la città. Doveva ammettere che anche la mancanza di Astrea abbatteva il suo umore, già di per se triste, e si annoiava a gironzolare da solo tra quei numerosi libri che avrebbe preferito condividere con lei. Si era stranamente accorto che Astrea aveva portato una nuova luce nelle loro vite, aveva rivoluzionato le loro abitudini e anche il loro modo di pensare. Magnus, però, non era il solo a soffrire. Anche Alec aveva sempre un'espressione desolata e malinconica. Era evidente che risentisse dell'assenza della ragazza.

"Papà, sei sicuro che Astrea tornerà?" la vocina di Max, seduto a terra a giocare, nascondeva un velo di tristezza.

"Certo che tornerà. Ve lo ha promesso!"

Lo Stregone sorrise a suo figlio e si immerse nuovamente nella lettura. Un dettaglio catturò la sua attenzione: la sezione dedicata alle tipologie di 'Fuoco' era segnata. C'erano delle annotazioni a penna, calligrafia stretta e disordinata. Magnus sforzò la vista e cercò di comprendere cosa ci fosse scritto. Anche le pagine seguenti erano appuntate, anzi lo era l'intero capitolo. Si ritrovò sulla pagina del Fuoco Rosso, anche essa era piena di scritte; ma non era la scrittura di Astrea, come ci si poteva immaginare. Anche perché era impossibile che la ragazza fosse a conoscenza di quel libro quando nemmeno Magnus sapeva fosse lì. Con un pizzico di magia riuscì a leggere:

Il Fuoco Rosso rende il sangue come lava; concede un grande potere; rende immortale.

Magnus sgranò gli occhi: nessun manuale spiegava quali fossero le conseguenze del Fuoco Rosso. Aveva fatto molte ricerche senza ottenere risultati.

"Come vanno le cose qui?" Alec e Rafe erano appena entrati in biblioteca dopo una sessione di allenamento.

"Tu lo sapevi che Jace ci nasconde qualcosa?" disse Magnus con tono accusatorio.

"Di che stai parlando?"

Il Nascosto passò il libro ad Alec, che lo esaminò pagina per pagina. Era senza dubbio la grafia di Jace.

"Perché avrebbe scritto queste cose...non capisco."

"Basta chiederglielo."

"Mi stai dicendo che conosci queste poesie a memoria?"

Astrea, stesa a terra con la testa sulle gambe di Raphael, sventolava un libro dalla copertina logora e impolverata. Era una raccolta di poesie di Federico Garcia Lorca, poeta spagnolo degli anni Trenta. Raphael aveva imparato a memoria alcune delle poesie contenute nel libro e aveva stupito la Nephilim.

"Sì. Le so a memoria." rispose ridendo il vampiro.

"Recitami una poesia."

Raphael le prese il libro di mano e lo aprì a pagina 137, segnata da una linguetta di stoffa rossa.

"Quisiera estar en tus labios para apagarme en la nieve de tus dientes. Quisiera estar en tu pecho para en sangre deshacerme."

Vorrei stare sulle tue labbra per spegnermi nella neve dei tuoi denti. Vorrei stare sul tuo petto per disfarmi nel sangue.

"Quisiera en tu cabellera de oro soñar para siempre. Que tu corazón se hiciera tumba del mío doliente."

Vorrei sognare per sempre nella tua chioma d'oro. Che il tuo cuore si facesse tomba del mio dolente.

Troublehunter 2.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora