Valuto il mio cuore

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Più tardi, quella notte, le ragazze uscirono al cinema per unirsi a Mike a Jim.

I ragazzi le stavano aspettando accanto alla macchina di Jim. Appena si erano avvicinate, Jim le piazzò una mano sulla spalla.

«Stai bene? Mi dispiace per l'altra sera. Non avrei dovuto guidare. Sono stato uno stupido».

C.C. aveva scosso con la testa in segno di assenso. - Beh, alla fine si è scusato... - aveva pensato tra sé e sé. 

Poi, il gruppo si avviò dentro il cinema per vedere qualche film horror scadente. C.C. si sedette accanto a Jim, che si comportò per tutta la sera in modo appiccicoso continuando a farle ripetute advance. Dopo il film Elizabeth e il suo ragazzo si avvicinarono a Jim e a C.C. per informarli di una cosa. 

«Ehi Jim, potresti riportare C.C. a casa? Noi abbiamo i nostri piani e non abbiamo abbastanza posto della nostra macchina». Elizabeth fece l'occhiolino.

«Ehi no ragazzi, non mi potete fare questo! Fatemi salire con voi e scaricatemi a casa». Supplicò C.C. 

«No. Jim è un ragazzo grande e può occuparsi di te». Aveva detto Elizabeth.
Jim ridacchiò. «Avanti andiamo, non sono poi così cattivo».
C.C. aveva alzato gli occhi al cielo con rassegnazione. «Per favore, riportami solo a casa».

Jim aveva aperto la portiera della macchina «Prima le Signore».

C.C. era salita riluttante a bordo della macchina e non parlò molto durante il viaggio.
Nel tragitto notò che avevano mancano la sua uscita. Jim l'aveva portata nel parco vicino al suo quartiere, e poi spense i fari della macchina.
«Non ho idea di cosa tu stia pensando in questo momento, ma io devo andare a casa». Aveva replicato disgustata C.C

«Oh avanti, solo un bacetto. Non ti eri fatta questi problemi l'altra notte». Aveva detto Jim con un sorrisetto dall'aria sinistra. E si chinò su di lei. C.C. gli diede uno schiaffò e uscì alla svelta dalla macchina, correndo. Jim le corse dietro. La afferrò da dietro per le braccia e la bloccò. Lei iniziò ad urlare. Jim la colpì più volte in faccia e le disse di tacere. Il suo labbro e il naso avevano iniziato a sanguinare. Poi, le strappò la camicia iniziando a metterle le mani addosso. 

C.C. chiuse gli occhi per il terrore, tentando di respingerlo con tutte le sue forze.
Poi, ci fu un impatto. Jim si era fermato.
C.C. spalancò gli occhi e vide Jim privo di sensi a terra e un'alta figura troneggiare su di lui.

La figura si tolse la felpa e la coprì. La vista di C.C. si stava facendo appannata e la faccia aveva iniziato a gonfiarsi. Aveva notato che la pelle della figura che l'aveva appena salvata dall'aggressione era di un grigio scuro, quasi nero, ed era ricoperta da disegni su braccia e petto che riprendevano le forme di uno scheletro. Era stato Hobo.

Lui si inginocchiò accanto a lei. Non riusciva a vedere chiaramente quello che stava facendo, ma poteva sentire una serie di rumori agghiaccianti: la carne che veniva lacerata e il suono orribile di alcuni schizzi di sangue. Si tirò su a sedere e gridò: «Hobo!». 

Lui allungò la mano verso di lei per darle qualcosa. Lei lo prese.

Poi, dopo poco si rese conto di avere il suo cuore pulsante tra le mani. 

Lei lo guardò. Lui prese il suo viso tra le mani e le disse: «Io valuto il mio cuore. Tu puoi prenderlo. Non ne ho più bisogno... ». La baciò sulla fronte.
Poi, lei perse i sensi...

Creepypasta||Hobo HeartDove le storie prendono vita. Scoprilo ora