Destino beffardo

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Era un sabato mattina e mi svegliai prima del solito e non sapendo cosa fare presi l'iPod per ascoltare un po' di musica , uno dei miei gruppi preferiti vale a dire i "Sum 41" , non saprei dire cosa ci fosse in loro che mi ispirava così tanto ma avevano quella grinta e quella voglia di cantare ed allo stesso tempo di divertirsi che in pochi altri ho notato.
Rimasi solo tutta la mattina , mangiai le solite cose a pranzo, un brodo vegetale è un pezzo di carne con il purè che mandai giu' con fatica .
Quel giorno Reachel non si fece viva e mi domandai il perché: non avendo nulla da fare e non potendo fare niente da solo cominciai a pensare , a pensare come la vita possa cambiare in pochi istanti...
basta una piccola frazione di secondo per renderti felice ma ne basta altrettanto per rovinare tutto.
Mi feci forza e provai a sollevarmi da quel maledetto letto e mi sedetti sul fianco del letto e nella testa provavo a convincermi di potercela fare , di poter superare anche questa dopo innumerevoli problemi.
"Puoi farcela Marco, basta volerlo..smetti di pensare e fai quel che ti riesce meglio, segui il tuo istinto" , questo era ciò che ripetevo dentro di me , così appoggiandomi al letto con le mani mi diedi uno sbalzo dal letto e provai a reggermi sulla gamba sinistra e non avendo successo la prima volta ci riprovai .
Riuscii a restare in equilibrio in qualche modo, ora il problema era arrivare alle stampelle appoggiate sul muro ed ignorando la carrozzina provai ad avanzare dolorosamente , trascinandomi contro la parete per appoggiarmi, fu un'impresa che mi costo' sudore , dolore e fatica ma arrivai a quelle e le afferrai all'ultimo secondo prima di cadere a terra e riuscii a restare "in piedi".
Avevo un compagno di stanza , il suo nome era Alessandro , un uomo di 45 anni circa dall'aria simpatica , altro non sapevo di lui perché passava la maggior parte del tempo a dormire per tutte le pastiglie che gli venivano somministrate quasi a forza; in quegli istanti era sveglio e mi fissava mentre tentavo incessantemente al che mi fece segno di avanzare verso di lui.
Piano piano , passo dopo passo riuscii a percorrere quei pochi metri che dividevano il mio letto dal suo e mi appoggiai al comodino che si trovava sulla sua destra.
Mi guardò e disse:" tu sei fortunato" e subito non compresi.
"Perché ?" Gli chiesi, così lui rispose " io le ho perse tutte e due".
Provai pietà , provai a cercare le parole per confortarlo e l'unica cosa che gli dissi fu:" in fondo non siamo così diversi" e lui con un cenno e con un piccolo sorriso annui'.
Ciò che gli capito' non era affatto differente da ciò che successe a me, fece un incidente in auto mentre tornava a casa contro un gruppo di ragazzi ubriachi che tornavano da una festa.
Da come mi parlo' mi parve dolorante , aveva moglie e due figli : Emanuele di 4 anni e Christian di 10 anni che lo aspettavano a casa quella stessa sera dopo un viaggio di lavoro e forse era quello ciò che il destino aveva riservato per lui, un ritorno felice , una casa ed una famiglia pronti ad accoglierlo ... ma così non fu.
Quel maledetto giorno rovino' tutto , la fragilità di quei quattro ragazzi e l'alcool lo privarono della sua felicità.

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