Capitolo 1

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Sono le 7:30 del mattino. Suona la sveglia .Non avrei voglia di alzarmi, sotto le coperte si sta  fin troppo bene nelle mattine di novembre qui a New York. Mi faccio coraggio e mi sposto dal corpo le coperte. Mi viene la pelle d'oca e inizio a tremare leggermente . Ho sempre sofferto il freddo , anche quando vivevo a Greater London, dove il clima per quanto umido fosse era più caldo di questo .Ancora mezza addormentata mi alzo per andare in bagno e sento Jane canticchiare dalla cucina. Ma come fa ad essere cosi allegra anche appena sveglia? È vero che io non lo sono mai, però cavolo lei è davvero un'esagerazione!  Mentre mi lavo e riacquisto lucidità sento provenire dalla cucina un buonissimo odore di plumcake . Decido di fare prima la colazione e poi truccarmi perché l' odore mi ha fatto venire l'acquolina in bocca . In cucina trovo Jane con gli auricolari che balla e canticchia  mentre rifinisce la colazione con uno sciroppo alla cioccolata fondente che è la fine del mondo . Mi siedo al tavolo , nell'enorme cucina dalle pareti nere e bianche  con accessori altrettanto neri e bianchi . Appena Jane finisce di mettere nei piatti la colazione si gira e per poco non le viene un infarto . «Mia sei tu!»dice quasi arrabbiata mettendosi una mano al petto e respirando affannosamente .«E chi altri sennò ?»scoppio a ridere .«Mi hai fatto prendere un colpo!»Mi guarda con i suoi grandi occhi verdi/nocciola  attraversati dalla luce leggera che filtra dalla finestra che ricopre la metà della parete sinistra della cucina . Devo ammettere che Jane è una gran bella ragazza : alta, magra e formosa,capelli castano chiaro mossi , bocca carnosa , sorriso perfetto e sopratutto acqua e sapone . Non è una di quelle ragazze che per far colpo sulle persone o per sentirsi sicura di sé ha bisogno di cospargersi di cosmetici o di vestiti sgargianti . «Mia...»«Si?» vedo  diventare la sua espressione serissima e capisco«Di nuovo?».«Mia ascolta , cerca di capirli , sono i tuoi genitori , e tu te ne sei andata senza dare spiegazioni è naturale che ti vogliano sentire ».«Si , ma se non gli rispondo mai un motivo ci sarà ed è inutile che continuino a chiamare . Non sono ancora pronta a dare loro spiegazioni , quando lo sarò so dove trovarli.»rispondo stizzita.«Ok.»sussurra e mi viene ad abbracciare . Le ricambio l'abbraccio , mi conforta tantissimo sapere che posso contare su di lei per qualsiasi cosa . È davvero un angelo caduto dal cielo , non so cosa abbia fatto di così bello per aver incontrato lei e Ryan  in un momento così particolare della mia vita . O no Ryan ! Sarà  qui a momenti e io non ho ancora fatto colazione né mi sono truccata . Perfetto , sono, anzi, siamo  in ritardo per l'ennesima volta. «Jane sono le 8:00!»
«O no! Mi devo sbrigare ! Tu fai colazione che io vado a prepararmi. Cavolo non ho voglia di sorbirmi ancora il monologo di Ryan su quanto noi donne siamo lente ! » inizia a blaterare .«Sì , sì vai che io mi gusto questi deliziosi plumcake .»
«Non capirò mai come fai ad ingozzarti e non avere un filo di pancia !» e va in bagno .Finisco di mangiare la buonissima colazione che Jane ha preparato e vado a guardarmi allo specchio. Indosso un shorts a vita alta colore blue jeans, collant neri per ripararmi dal freddo,  T-shirt rossa  infilata dentro , capelli castani raccolti in uno chignon da cui pendono ciuffi ribelli ,occhi blu non ancora delineati dalle solite righe di eye-liner nero e le labbra sporgenti rosate . Se solo Jane si muovesse . Proprio quando sto per imprecare mi squilla il telefono : Ryan.Abbiamo esaurito tutte le scuse per giustificare i nostri ritardi ,non so proprio cosa dirgli. Rispondo.«SÌ?»
« Mia vi aspetto giù , siete pronte vero?».«Sì certo, dacci solo 5 minuti». Busso alla porta  del bagno cercando di far capire a Jane che deve sbrigarsi.«Sí RYAN» dico enfatizzando il suo nome , nella speranza che Jane mi senta.Ho la certezza che mi abbia sentito quando con uno scatto fulmineo apre la porta del bagno e mima con la bocca «passalo a me » . Faccio come dice e con la velocità della luce mi proietto nel bagno con l'eye-liner già aperto in mano pronto ad agire sulle mie palpebre . La fortuna questa mattina è dalla mia parte tanto che riesco ad ottenere due linee perfette in un solo colpo ed in meno di 2 minuti sono davvero pronta per uscire .Jane sta ancora parlando con Ryan dicendogli che già siamo  per le scale , che «sì,siamo pronte sul serio!» e poi mi vede e mi dice in silenzio di correre . L'ascolto e inizia la Maratona   verso la porta di casa . La nostra casa non è di certo un' attico però è parecchio grande per essere un'appartamento di periferia . Ha un corridoio lungo una decina di metri,  con le pareti tinte di bianco , dopo il quale c'è un salone stile inglese, un divano in pelle nera grande abbastanza da contenere tre persone ,il tutto incorniciato dalla luminosità data da una finestra che occupa tutta la parete ovest, dalla quale la sera si può ammirare il panorama della "bella New York", la città che non dorme mai, piena zeppa di grattacieli e luci che la illuminano. Alla destra del salone ci sono le camere da letto,la cucina e il bagno. Quello che insomma stavo cercando di dire prima di perdermi in chiacchiere è che dal bagno all'ingresso il percorso è lunghetto , fatto sta che iniziamo a correre in una lotta contro il tempo e contro la giustificabile irritazione di Ryan che sta iniziando a perdere la pazienza dall 'altro capo del telefono . Mentre chiudo la porta , Jane liquida Ryan con un " Sì , okay eccoci" e sbuffa . Io le sorrido e prendiamo l'ascensore . Una volta giù scoviamo la BMW grigia di Ryan e ci fiondiamo  dentro .« 'Giorno bello!» lo saluta Jane «come sta questa mattina il mio frocetto?» lo prende in giro.«Meglio di quanto tu possa stare dopo il tragitto da qui al pub a piedi» le risponde . Appoggio Ryan ridendo come una gallina all'immagine mentale di Jane , dopo trenta chilometri a piedi sui tacchi, tutta sudata , con i capelli arruffati che impreca e inveisce con brutalità su chiunque provi a chiederle qualcosa .«Ah , ah, ah. Vi garantisco che nella mia immaginazione voi non stareste meglio di me . Almeno io ho stile a differenza vostra . Sfigati!" E caccia la lingua fuori proprio come farebbe una bambina .Ryan dal posto di guida ed io da quello del passeggero ci giriamo all'unisono verso Jane che si finge incazzata nera e lei ci guarda non riuscendo a trattenere una risata dicendoci «Stavo scherzando coglioni » Ryan ed io rispondiamo con una risata . «Parto?» ci chiede il nostro amico abbassandosi  sugli occhi i Rayban.«Vai.» rispondiamo contemporaneamente , dopo esserci abbassate nel contempo i nostri occhiali da sole .

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