prologo seconda parte

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Bombay, Gennaio 1918

Dopo due settimane di viaggio finalmente sono arrivata in India, Lindsey dice che ci sia un mio parente ad aspettarmi al porto, forse uno zio, non lo so, non ricordo di avere uno zio, se è mio parente non lo vedo sicuramente da molto tempo. Io sono sul cassero della nave, non smetto di chiedermi come possa essere l'erede francese, di eredi ne ho conosciuti tanti, ma in francia non ci sono mai stata, ad un certo punto punto il suono della sirena interrompe i miei pensieri e Lindsey esclama <<forz, alzati, la nave attraccherà a breve>> mi dirigo verso la mia cabina dove James mi sta aspettando  <<vostra altezza..>> mentre si china io gli guardo la capigliatura dai capelli rossi e ricci come quelli di un'irlandese, cone alza lo sguardo vedo i suoi occhi di due colori completamente differenti, uno Azzurro e l'altro Ambra, tutti e due milto vrillanti soparttutto alla luce del sole e pieni di vita, dopo questo inchino sento le sue parole << I vistri bagagli sono pronti, potremmo scendere seduta stante, se solo questo maledetto equipaggio facesse attraccare la nave>> esclama James alquanto irritato, rido ma smetto subuti per poi dire <<sei sempre il solito>> lui mi rivolge un'altro sorriso e si sente un'altrs sirena <<faremo meglio ad andare vostra altezza>> disse Lindsey, con la sua solita voce morente, sistemandosi i capelli bianchi in uno chignon. Io annuisco ed esco dalla cabina chiedendo a James di prendere i miei effetti personali e farli scenderedalla nave. Seguita a ruota da James e Lindsey, mi reco sul ponte, c'è un vento molto forte perciò cerco di tenermi il cappello pe evitare che quest'ultimo voli via.
Scendo nel porto della dogana con Lindsey e James al mio fianco e vedo una figura maschile, abbastanza magra da sembrare quasi uno scheletro, capelli di un biondo sporco e una faccia a gioccia, sul suo viso si possono vedere chiaramente delle lentiggini, ha degli occhi di un azzurro misto a verde "questo non è mio parente, come può essere parte del mio retaggio" come io penso queste parole lui mi rivolge la parola << Martina, che piacere rivederti, è passato tanto tempo>> <<s...sì>> gli dico, non essendomi ancora ripresa per lo shock di avere visto un mio parente così diverso da me, qyesto mio zio diresse me, James e Lindsey alla carrozza, che subito dopo ci portò a casa sua. Come scendemmo dalla carrozza, ci trovammo di fronte a una casa in stile indiano molto ricco e sopra il portone principale si trovava... il mio stemma di famiglia.
Entrammo in casa e James camminò si per la scale con le mie valige mentre Lindsey si occupava di portare i vestiti nelle mie stanze. Il mio parentemi guarda e si rivolge a me dicendo <<Fino a dopodomani sarete ospite qui da me principessa>>
Due giorni dopo
Mi trovo alla stazione principale di Bombay per prendere il treno che mi porterà a Parigi, dove attualmente si trova il mio futuro sposo, non ho mai visto una sua foto nè l'ho mai incontrato, perchè dovrei sposarmi con un uomo che nemmeno conosco.
Mi tolgo il cappello e lo poso nella cappelliera, piena di collera e rancore verso mio padre, mi prendo una ciocca dei miei capelli neri, che non ho legato, e comincio a giocarci, Lindsey mi vede e mi dà uno schiaffo sulla mano <<me è il modo di comportarsi?>> domanda lei piena di collera, poso le mani sulle mie gambe e cerco di non giocare con le ciocche dei mie capelli. <<Oh,per favore, lasciala fare>> disse James, subito lei gli lancia un'occhiataccia da strega malefica <<Stai zitto!>> grida.
Faccio un sospiro di sollievo come vedo il treno arrivare, Lindsey e James si alzano mentre il valletto prende le valige e mi dirigo verso il treno con la mia balia al mio fianco seguita a ruota dal valletto. Anche se sono ancora nei confini australiani mi sento molto lontana da casa.

Stazione centrale parigina, febbraio 1918
Arrivata in stazione dopo tre lunghe settimane di viaggio, in cui non ho praticamente fatto nulla di interessante, scendo e sento un vento gelido lungo tutto il mio corpo "non sono abituata a questo, voglio tornare in australia" penso, e poi sento la vice di James che mi chiede se c'è qualche cosa che non va, ma non gli rispondo e ki dirigo verso la carrozza che deve portarmi alla reggia di versailles, James e Lindsey salgono con me, mentre il valletto della sorella del principe della corona che, casualmente, si chiama come me. Il cocchiere fa partire la carrozza e mentre circoliamo nella capitale guardo fuori dal finestrino, mentre passiamo per gli champ elissè ammiro l'arco di trionfo, mentre passiamo il fiume sul ponte proncipale della città vedo la magnifica torre eiffel << è straordinario>> esclamo io con voce meravigliata <<ha ragione vostra altezza>> disse Lindsey con la voce più stanca e morente del solito.
Di un colpo tutta la rabbia che provavo venne trascinata via, come se non fosse mai esistita, rimasi ad ammirare Parigi per qualche istante, fino a quando la città svanì e non vidi altro che la campagna, eravamo sicuramente in direzione della reggia di Versailles. Arrivammo nei giardini della reggia e quando scesi rimasi estasiata dalla sua bellezza, corrai il portone con sopra lo stemma con l'aquila imperiale: quella era inconfutabilmente Casa Romanov.

 <<Finalmente siamo arrivati,>> disse Lindsey <<non ce la facevo più ho i piedi stanchi>> ma subito James ribattè <<tu sei stanca? Ed io? Che ho dovuto trasportare tutte le valige della principessa per mezzo mondo?>> <<ma tu sei giovane>> disse Li...

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<<Finalmente siamo arrivati,>> disse Lindsey <<non ce la facevo più ho i piedi stanchi>> ma subito James ribattè <<tu sei stanca? Ed io? Che ho dovuto trasportare tutte le valige della principessa per mezzo mondo?>> <<ma tu sei giovane>> disse Lindsey <<io ho ottant'anni>> come io mi misi a ridacchiare nel vedere la faccia seccata di James, entrammo all'interno del palazzo reale.

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