capitolo 1: L'arrivo a Palazzo

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Reggia di versailles, febbraio 1918
Non appena le porte si aprirono io entro nel palazzo seguita dal mio valletto e dalla mia balia, anche se alla mia età non è più richiesta ma a me non dispiace, nella sala del trono vedo L'imperatore e l'imperatrice in positione eretta davanti al trono a fissarmi con sguardo penetrante e severo, a lato dell'imperatrice vedo la principessa, anche lei mi fissa, ma il suo sguardo è meno penetrante di quella dei genitori. Dopo di che guardo a lato dell'imperatore, ma non vedo il principe ereditario. <<Benvenuta, vostra altezza,>> esclama l'imperatrice <<ci dispiace che il principe non sia qui... ma deve capire che nostro figlio dorme spesso oltre il tempo consentito e...>> <<capisco perfettamente, non c'è bisogno di scusarsi>> dissi io, anche se un po' irritazione c'era.
Dopo qualche secondo si sentono dei passi provenire dal corridoio, non sono di un'uomo che sta camminando, ma correndo. Giro la testa verso la portaq che viene spalancata qualche secondo dopo da un ragazzo vestito con l'abito imperiale maschile, si piega in due ansimando mettendosi le mani sui ginocchi, riesco solo a vedergli i capelli di un biondo sporco e mossi "che sia l'erede?" Penso "se è lui è sicuramente poco professionale" come smette di ansimare il padre si rivolge a lui <<Ma insomma Michele! È questo il rispetto che dai alla principessa d'Australia?>> <<...mi dispiace padre,>> disse lui alzandosi dalla sua posizione quasi fetale, riguardai tutti i membri della famiglia imperiale "Ma allora quello che si dice è vero, la bellezza, oltre ai soldi, è il patrimonio dei Romanov" pensai incredula <<ho visto uno dei domestici in difficoltà, ho dovuto aiutarlo>> si giustificò L'erede << e va bene sei perdonato>> disse l'imperatrice, stranamente aveva uno strano accento Austriaco, che fosse l'ex-imperatrice d'Austria? <<grazie madre>> esclamò Michele, guardai l'erede francese dalla testa ai piedi, era molto alto e magro, quasi da sembrare uno scheletro, capelli mossi, di un biondo sporco come quelli di mio zio, i suoi occhi verde chiaro e, apparentemente, pieni di vitalità. Prese un respiro profondo e si diresse verso di me, mi fissò per alcuni secondi con uno sguardo un po' snob, guardò in basso prendendomi la mano e la baciò inchinandosi a me, alzò lo sguardo e mi rivolse queste parole << è un piacere incontrarla, vostra altezza>> arrossisco, ma cerco di controllarlo <<piacere mio, vostra maestà>> cerco di rimanere impassibile e fredda come un blocco di ghiaccio, ma dentro sto gridando, nessuno mi aveva accennato che il suo aspetto, le sue parole e i suoi modi cortesi potessero incantare ogni donna, e farla cadere preda del suo fascino, sono quasi sicura che si sarà guadagnato il favore della quasi totalità delle donne francesi, ma ho cercato di non esprimerlo.
Come il principe Michele si allontana per ritirarsi nelle sue stanze la principessa Martina si avvicina a me e mi osserva, lei è totalmente diversa dal fratello, mentre lui è più simile alla madre, lei è più simile al padre: capelli liscissimi,neanche uno fuori posto, a differnza dei miei che per via del viaggio in carrozza si erano un po' scompigliati, di color quercia, gli occhi di color verde misto a marrone risaltavano sul suo viso, mi rivolge un lieve sorriso, lo ricambio e guardo il suo vestito di raso, con la gonna ricoperta da seta di color rosa pallido.
Sento la voce dell'imperatore che invitava la principessa e me stessa medesima ad andare nelle nostre stanze, Martina distolse is suo sguardo dal mio viso e dmsi diresse nella camera opposta alla mia, ordinai a James di portare le mie valige in camera mia, e poi mi avviai per il corridoio con Lindsey al mio fianco che si lamentava <<non ci posso credere che il primcipe sia un tipo così... poco professionale, sono sicura che sua sorella sia diecimila volte meglio di lui per avere la corona>> <<si sono quasi certa che sia così, ma la legge francese prevede che sia un uomo a salire al trono>> emisi un sospiro pensando che, per quanto il principe fosse immaturo, la sorella era probabilmente promessa anche lei, come me, a qualche principe o re di qualche nazione o, nel caso si fosse sposata con un uomo non nobile, a rinunciare al suo titolo per amore. Rabbrividisco e Lindsey apre la posta della mia stanza. Guardo l'orologio e penso che sia molto tardi, mi tolgo gli abiti e mi metto l'abito da notte, poso il mio corpo sul morbido letto e mi prto le coperte fino al collo e chiudo gli occhi facendo riposare le membra.

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