Dubbi

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Mario

I suoi occhi cominciarono ad aprirsi lentamente, senza alcuna fretta. Il suo volto, rivolto verso la finestra, era illuminato leggermente dalla luce del sole che penetrava attraverso le grandi e pesanti tende bianche della camera. Non si voltò, allungò solamente la mano per poter tastare la parte del letto che non occupava e la trovò fredda.

"Di nuovo..." sospirò nascondendo la testa nel cuscino.

Alzò leggermente il viso, solo per poter constatare effettivamente la sua assenza. Sperava con tutto se stesso che ci fosse, che fosse rimasto lì accanto a lui, addormentato e rilassato,come spesso lo trovava e come amava osservarlo. E invece non c'era.

Spesso si fermava assorto a guardare l'uomo che aveva accanto. Lo fissava con una tale intensità che spesso aveva il timore di ferirlo.

Ma non c'era.

Erano ormai 3 settimane che Mario si svegliava e compiva la stessa routine sperando di trovare Claudio al suo fianco.

Si sedette sul letto e tenendo gli occhi chiusi si portò le mani al volto. Sospirò, sospirò a lungo, esausto e amareggiato da quella situazione che si stava protraendo da troppo tempo.

Claudio era assente, scostante e silenzioso.

"Claudio cos'hai? Parliamone" Mario aveva provato a chiedergli. Insistentemente cercava di spingere il suo fidanzato a spiegargli quale fosse il problema. Insieme avrebbero potuto trovare la soluzione, come avevano sempre fatto fino a quel momento.

"Mario sono stanco, ne parliamo domani" Claudio lo liquidava sempre così, con queste semplici parole, succedute da un bacio sfuggente sulla fronte o una gelida carezza sulla testa.

Mario non assaporava più il sapore delle labbra di Claudio da troppo tempo. Troppo.

Ci aveva provato, ovvio che ci aveva provato. Ma Claudio con gesti impercettibili si scostava per fare il modo che il bacio capitasse sulla guancia o ovunque tranne che sulle sue labbra.

"Non so più che fare" esclamò Mario nella stanza vuota continuando a mantenersi la testa con le mani.

Improvvisamente però Claudio entrò nella stanza e con fare distratto e disinteressato, si diresse verso l'armadio, dal quale prese una cintura.

"Ehi" sussurrò Mario "non sei uscito allora" disse cercando di contenere la contentezza. Poi chiese speranzoso. "Vuoi che venga con te?".

Anche se Claudio ormai rifiutava sempre questo suo tipo di richiesta.

Mario comunque spesso si era presentato all'Urban sperando che in un ambiente pubblico la situazione fosse diversa. Sei uno stupido se pensavi corresse fra le tue braccia si diceva ogni volta uscendo dal locale in seguito all'ennesimo rifiuto di Claudio

"No ma sto uscendo. Tranquillo, tu dormi. Ci vediamo dopo" concluse pacatamente Claudio chiudendosi la porta alle spalle.

Mario restò immobile a fissare la porta ormai chiusa, come un simbolo della distanza che si era creata tra loro due.

Claudio

Si chiuse la porta alle spalle e rimase immobile per qualche secondo fissando la cintura che aveva nella mano.

"Non mi serve neanche questa cintura" disse tra sé e sé scuotendo la testa.

Si toccò comunque con entrambe le mani l'orlo del pantalone alla ricerca dei passanti in cui infilarla. Fece tutto con estrema calma essendo consapevole del fatto che Mario non sarebbe uscito a breve dalla stanza. Aveva timore di guardarlo troppo a lungo. Aveva timore che una sua parola di troppo avrebbe potuto scatenare una lite. Non ci riusciva. Non era in grado in quel momento di reggere un'ulteriore discussione.

L'amore può far male | Claudio & MarioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora