-Mamma, Cory mi ha detto che verso le diciassette sarebbe passata, va bene se giochiamo fuori in giardino?
Posò il tessuto che stava lavorando all'uncinetto e mi prestò attenzione -Non c'è un po' troppo freddo fuori?
-Ma che sarà mai un po' di sano venticello fresco?
-Lo dico per te, non voglio che ti prendi un malanno.
-Ho una salute di ferro mamma, quest'anno non ho avuto il raffreddore nemmeno una volta- dissi fiera.
Lei annuì riprendendosi in mano il lavoro.
-Ma tu oggi non avevi lezione di danza?
L'unica attività che non condividevo con la mia amica Corinne era appunto la danza. Cominciai a praticare danza classica circa all'età di sei anni, la sola cosa che nella mia vita non aveva mai subito influenze o pressioni dai miei. Cosa rara. Dopo aver assistito ad uno spettacolo di ballo durante un evento in piazza, cercai di convincere mamma e papà per farmi entrare in una scuola di ballo. Sognavo di indossare un tutù e ballare come una ballerina professionista. Mi impegnai come non mai, frequentando le lezioni costantemente, e i frutti si videro, acquistai sempre più sicurezza e tecnica. Diventando a parere dell'insegnante "molto promettente". Il mio essere introverso non mi fece montare la testa, non mi vantavo o facevo film mentali, ballavo per me, non di certo per farmi battere le mani, o per arrivare a Broadway. Quello che mi piaceva era indossare le scarpette, attaccare la musica e avere tutto lo spazio della palestra per lasciarmi andare totalmente, scatenarmi. Mi faceva sentire terribilmente bene.
-Allora, non ci vai?
-Ho promesso a Cory di vederci oggi, recupererò domani- E così farò, tengo alla mia amica, ma anche alla mia passione.
Mi sedetti poco lontano da lei dondolando i piedi, in attesa dell'arrivo della mia amica. Dopo una ventina di minuti ecco la celestiale armonia del campanello della porta d'ingresso.
-Vado, a dopo mamma!- scesi di corsa dalla sedia, ma la voce di mia madre mi impose di fermarmi.
-Non così di fretta, vieni- anche se sotto forzatura, perchè tutto quello che volevo era correre fuori a giocare, mi avvicinai.
-Tieni, copriti bene- mise da parte gli uncinetti e mi avvolse al collo una sciarpa di lana calda, appena cucita.
-Grazie mamma!- le diedi rapida un bacio e volai via, letteralmente, per poco non caddi inciampando per via di qualche mobile.
Mentre sfrecciavo, nel corridoio incontrai mio padre, di ritorno dal lavoro. Lo salutai con la stessa fretta di prima mormorando un "ciao papà" accompagnato da una pacca sul braccio.
Aprii la porta e mi buttai di peso addosso alla mia amica avvolgendo le braccia attorno al suo collo.
-Cosa facciamo oggi? Proponi un gioco- fece richiesta Corinne.
Dopo aver parlato del più e del meno eravamo sdraiate sul prato, scrupolosamente curato, guardavamo il cielo e le sue nuvole dense muoversi seguendo la corrente.-Non so, cerchiamo le lumache?
-Ne abbiamo già fatte soffrire abbastanza ieri.
-Prendiamo le bici?
-Nah.
-Ultima proposta, se non ti va bene ritorno a casa.
-Uhm, vediamo.
Mi alzai, determinata -Nascondino!- affermai e senza darle tempo di rispondermi corsi via a nascondermi. -Tu fai la conta!
-No Nicole ti prego!- sbuffò lei, faceva sempre così, poi però le piaceva giocare, diventava anche piuttosto competitiva.
-Non sbirciare! Conta fino a sessanta.
-Uuuno.
Constatai che non stesse guardando, e via alla ricerca del perfetto nascondiglio. Dovevo vincere, non potevo accettare la decima sconfitta di fila.
Mi inoltrai ai limiti della villa, più i numeri della conta si alzavano più l'ansia cresceva, ogni posto mi sembrava inadatto. Ed ecco che allo scoccare del sessantesimo secondo mi nascosi dietro il cespuglio più vicino.
-Sessanta! Nicooole dove sei?
Sentivo la sua voce lontana, ed ad ogni passo mi spingevo indietro aderendo completamente alle foglie.
-Tanto ti trovo.
Mi portai le ginocchie al petto stringendomele forte.
Il cuore mi batteva sempre più forte.
Più il pericolo di essere scoperta so faceva vicino più martellava.
Chiusi gli occhi, tenendoli strizzati, forse facendo così, estraenandomi dalla situazione mi sarebbe passato.
No, niente da fare. Anzi peggio, insieme al battito cardiaco anche il mio respiro si faceva più rapido, cercai di calmarlo come meglio potevo, ma ogni tentativo risultò vano.
Poi improvvisalmente il vento si fece più forte, facendo sventolare al di fuori del perimetro del cespuglio la sciarpa, ed è sicuramente per questo che la copertura saltò, rendendo il gioco più facile alla mia avversaria.-AH! TROVATA!- mi indicò Corinne da sopra il cespuglio, e in meno di un millosecondo scappò per andare a fare tana.
Mi aveva trovata. Alla sua apparizione mi venne un colpo, letteralmente, quello che sentii fu una fitta forte al petto. Mi portai una mano lì, nel punto dove si concentrava il dolore, ma mi feci forza e digrignando i denti riuscii ad alzarmi.
Corinne correva ridendo davanti a me, avrei dovuto superarla e arrivare a "casa" per vincere, ma le mie possibilità di vittoria le sentivo scivolare via ad ogni passo.
Così come il traguardo, lo sentivo sempre più lontano, oltre che non vederlo quasi più bene.
Le immagini attorno si fecero sfocate, i piedi leggeri, sembrava camminassi nel vuoto, così come la mia testa, stavo per perdere ogni contatto con la realtà. Attorno a me non sentivo quasi più niente, a eccezione di una cosa
Potevo sentire chiaramente i battiti del mio cuore che scemavano, così come la mia energia.
Era tutto un circolo vizioso, io compivo un passo, il cuore perdeva un battito, e le mie forze diminuivano, ogni volta sempre di più, rendendomi difficile avanzare fino a diventare impossibile.-Casa!! Ho vinto anche stavolta!- la voce gioiosa di Cory mi arrivò ovattata, non sentii cosa disse dopo, l'ultima scena che ricordo è che girandosi verso me e accorgendosi immediatamente del mio stato, si rimise a correre per soccormi, ma prima che potesse arrivare e afferrarmi io crollai a terra.
Il mio corpo si spense, e da lì nulla fu come prima.
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Con un cuore di carta
Science FictionL'amore, lo sanno tutti, riesce a farti del bene, ma talvolta è capace anche a ferirti, farti male. L'amore che ho provato è diverso, perché noi siamo diversi. Io volevo amare ardentemente, ma fino a che punto ci si può spingere per amore? Ma quant...