6. Distruzione pt.2 (Capitolo revisionato)

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"Saaalta!"-mi grida l'albino, e io obbedisco, immediatamente, al suo ordine, e salto. Il mio è un gesto meccanico, quasi istintivo, ma manco del tutto l'obbiettivo e non riesco a raggiungere la finestra dell'edificio, alla quale ci siamo avvicinati volando, da cui credo che Juuzou avesse pianificato di entrare. E quando, compresa la situazione, mi preparo a cadere nel vuoto, dandomi dell'idiota, ad un tratto, riesco ad afferrare qualcosa; ciò che mi stringe è veramente soffice e buono.
Decido, dunque, sospesa nell'aria come sono, di guardare in volto il mio salvatore e, mentre mi accorgo di essere aggrappata alla mano di Juuzou, rivestita da diverse croci rosse, capisco di essere stata aiutata. Osservo l'albino, e mi accorgo di essere stata aiutata, per davvero: finalmente, qualcuno mi porge la sua mano.
Qualcuno che, invece di fare tante parole o di chiedere aiuto, me lo offre. E l'investigatore si assicura che le nostre mani si stringano, poi, dopo averlo fatto, mi catapulta, letteralmente, con l'eleganza di un elefante in un negozio di porcellana, dentro il grande palazzo. Cado a terra, seguita dal mio capo, che, tuttavia, si rialza subito, pronto a combattere. Mi faccio male, ma non c'è tempo di lamentarsi per il dolore, perché mi rendo che sia io che Juuzou siamo circondati da Ghoul. L'albino, saltellando da una parte all'altra, e muovendosi agilmente tra i nemici, riesce a sconfiggerne gran parte, per poi ridere di gusto, ogni volta che uno di loro viene colpito da uno dei coltelli, che ha tirato fuori dalla giacca. Il mio capo sta combattendo, io, invece, sono ancora a terra, e proprio non riesco a farmi forza, per alzarmi e andare ad aiutarlo. Ciò che ho fatto è stato stupido e infantile, e adesso tremo per la paura. Anzi, sono completamente paralizzata, fino a che non sento Juuzou chiamare il mio nome.
"So che ti devi ancora ambientare...ma non lasciarmi a combatterli da solo!"-grida l'investigatore, circondato, regalandomi un immenso sorriso: i suoi occhi brillano ancora. Di una luce più pericolosa di quella di prima.
"Juuzou io...io...non ho il mio quinque..."-dico, alzandomi, mentre mi guardo attorno, senza, però, riuscire a trovare un arma per attaccare.
"Non è mica un mio problema, Mirai. Combatti a mani nude, se necessario!"-risponde alle mie parole l'albino che, intanto, ha smesso di guardarmi, e mi dà le spalle, dopo essersi posizionato di fronte a me, quasi per farmi da scudo; per difendermi. Eppure, nonostante il suo aspetto stravagante, la voce acuta, e gli atteggiamenti poco seri, Juuzou ha ragione. E, mentre quel matto combatte, io, invece, non ho il coraggio di farlo. Quel matto, infatti, ha esattamente ragione: io sono un investigatore, devo lottare!
Dov'è la persona che ha sempre reputato questo mondo un posto sbagliato e ha creduto, anzi promesso, di cambiarlo? Dov'è la persona coraggiosa che promisi di essere? Dov'è la vendetta che giurai di ottenere?
Prima le gambe mi tremavano, ora, nessun brivido scuote il mio corpo, i cui piedi sono ben saldi a terra.
"Lanciamene uno!"-grido decisa, mentre mi ricordo del mio grande obbiettivo, guardando il mio capo negli occhi, e indicando un suo coltello.
"Senti...solo perché sei una novellina!"-Juuzou mi risponde, un po' seccato, ma, al tempo stesso, divertito, ricambiando il mio sguardo.
Poi, egli mi lancia un coltello, infine si volta nuovamente; smette di farmi da scudo, e mi permette di combattere.
"Morirete, mostri!"-urlo, mentre decido di dare tutta me stessa nella mia seconda, forse ultima, ma prima vera missione. Un termine che, in fondo, fa rima con un'altro; uno ancora più spaventoso, che non smette di circondarci; che ha segnato la mia vita, per sempre. E mi lancio addosso al nemico, mentre piango di fronte alla distruzione.

Mi sono innamorata di te [In revisione]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora